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Succede in Spagna (Parte 2 di 2)

Analisi e statistiche riguardanti le pratiche funerarie in Spagna.

Cimiteri

Più della metà dei cimiteri sono in mani private. Quelli pubblici esistono in quanto una legge obbliga gli 8.122 Comuni del Paese (contro gli 8.003 italiani con una popolazione di 60.000.000 ed i quasi 36.000!! francesi per 65.000.000 abitanti) ad avere dei luoghi pubblici di sepoltura. Molti di essi per ragioni di tradizione (Spagna mediterranea) e di spazio (grandi città) sono provvisti di numerosissimi loculi mentre nelle zone rurali, e soprattutto nella Spagna atlantica, si preferisce l’inumazione. L’aspetto generale non differisce molto da quelli italiani.

Funerali e materiali usati

La data più importante nella storia funeraria spagnola è l’1 Gennaio 1997 che ha visto la liberalizzazione del settore (3 anni dopo la Francia), determinando un miglioramento della qualità del servizio e della professionalità, favorendo tra l’altro la concentrazione degli operatori e l’ascesa di grandi gruppi con la conseguenza di facilitare l’innovazione di installazioni, prodotti e servizi. Vi è, tuttavia, chi è convinto che tali concentrazioni abbiano segnato un aumento molto (troppo!) importante del costo dei servizi accentuato dall'assenza di una legge statale che ordini il settore e che viene richiesta, con insistenza meritevole, dall’organizzazione rappresentativa della professione, la Panasef - Patronal Nacional del Sector Funerario, che rappresenta il comparto, sia delle imprese funerarie che dei fornitori.
La OCU - Organización de Consumidores y Usuarios, ha stimato il prezzo medio di un funerale in 3.545 euro nel 2013. A Barcellona, oggi, si parla di 6.500 euro e poco meno (5.000 euro) a Madrid, dove stando ad Eroski Consumers, detto prezzo è passato dai 1.094 euro del 1998 ai 1.928 del 2003 fino ai 2.566 del 2008!
Il costo complessivo può essere scomposto in: 49% per il servizio di base (cofano, trasporto, camera ardente, pratiche amministrative, presentazione del corpo, catering…), 17% di imposte indirette; 13% di complementi ed il rimanente 21% per l’acquisto o l’affitto del loculo.
Per fare qualche esempio i cofani vanno dagli 800 euro, i più economici, fino ai 20.000. Una corona  costa attorno ai 150 euro, mentre una sepoltura con lapide può valere, nel Cementerio Sacramental de San Isidro, dai 1.000, per la più economica, ai 17.000 euro. Per ciò che riguarda i prodotti, cominciamo col dire che i carri funebri sono simili a quelli italiani. Le urne sono di vari materiali ma le più usate sono le “classiche” in metallo anche perché i contratti assicurativi forniscono i modelli più economici in acciaio, più resistenti agli urti rispetto ad altri. Da segnalare che in un mondo sempre più “verde” risultano in aumento le urne biodegradabili. Le imbottiture sono alquanto barocche come del resto la maggior parte dei cofani. Per lo più si tratta di impiallacciati (più maneggevoli e di minor peso) di forma spesso ovale o rettangolare con gli angoli arrotondati. Sono modelli tipicamente spagnoli che ritroviamo anche in America Latina. Gli spallati hanno una diffusione relativa e pare che la maggioranza delle bare sia ormai di provenienza cinese.

Imprese funebri

Le imprese funerarie sono 1.435 (fonte: Panasef del 25/10/2016). Più della metà (724) fatturano una media di 300.000 euro all’anno.  Si tratta in maggioranza (94%) di imprese medio-piccole a carattere familiare, operanti in aree geografiche limitate. Seppure sia evidente una tendenza alla concentrazione orizzontale volta allo sviluppo di imprese di maggior dimensione operanti su zone più estese, solo 8 di esse (lo 0.5%) superano i limiti locali e detengono il 21% del volume d’affari. 3 di esse appartengono, nel quadro di un’integrazione verticale, a gruppi assicurativi attivi nel ramo decessi. Integrazione verticale che il regime vigente non proibisce con sufficiente chiarezza anche se  va contro i regolamenti  che vietano agli assicuratori l’esercizio di un‘attività diversa da quella statutaria. Il forte potere  negoziale che scaturisce dalle importanti quote di mercato detenute, garantisce loro una posizione leonina con tutte conseguenti distorsioni del mercato a livello della concorrenza. Il tutto a scapito del cliente finale: come sempre è Pantalone a pagare!
La parte del leone la fa Mémora, unica tra le maggiori quattro a non avere un’assicurazione alle spalle. Appartiene al fondo di investimento britannico “3i” che nel 1998 acquistò il 49% del capitale della municipale di Barcellona SFB - Serveis Funeraris de Barcelona. Altre acquisizioni si sono succedute nel tempo, anche in Portogallo, e fonti finanziarie autorevoli valorizzano gli investimenti totali di 3i in  350.000.000 di euro. Possiede 125 tanatorios in 21 provincie, 26 crematori e 23 cimiteri. Il giro d’affari annuale si aggira attorno a € 180.000 con 50.000 servizi  (l’11% del mercato). Il fondo d’investimento pare intenzionato (come riportato nella rivista Cronica Global, nonostante le smentite della direzione) a cederla per circa € 550.000.000 (con un plusvalore di circa € 200.000.000) visto che si parla molto di una eventuale ri-municipalizzazione dei servizi funerari di Barcellona e León (a Madrid ciò è già stato fatto da poco) i cui consiglieri stanno riflettendo su come restituirli al servizio pubblico. Le offerte fatte ad alcune assicurazioni e ad altri operatori finanziari non avrebbero avuto riscontri positivi.
Altre imprese di rilievo:
Albia appartiene alle assicurazioni Santa Lucia che hanno proceduto recentemente ad un aumento di capitale di € 90.000.000  - portandolo a € 390.000.000 – per acquistarla. Possiede 122 tanatorios, 20 cimiteri e 34 forni crematori. Fatturato 2016: € 115.000.000.
Funespaña (del gruppo Mapfre molto presente anche nelle Americhe). Detiene 140 tanatorios 28 cimiteri e 17 crematori per un fatturato di circa € 100.000.000.  Fino a poco fa deteneva il 49% della Empresa Mixta de Madrid ma alla scadenza della concessione (il 15/09/2016 dopo 50 anni) il Municipio ha ripreso il 100%  ridivenendo Empresa Municipal de Servicios Funerarios y Cementerios de Madrid. L’azienda opera anche in Argentina e possiede il cimitero monumentale di Kerepesi  (Kerepesi Temető del 1847) a Budapest, senza dubbio uno dei più grandi, belli e suggestivi d’Europa. Importante è anche Servisa (del gruppo assicurativo Ocaso) con una cinquantina di tanatorios e 10 crematori. A seguire altre di dimensioni più contenute come: Interfunararias con una cinquantina di localizzazioni, Asv Funeser, Parcesa Parques de la Paz, Áltima Serveis Funeraris.

 
Il Viaggiatore


  • Nazione: Spagna
  • Numero abitanti: 47.000.000 (comprese le "enclave" di Ceuta e Melilla, in Marocco)
  • Decessi nel 2015: 422.000 in forte aumento (+ 30.000) sull'anno precedente
  • Tasso mortalità: 9 ‰
  • Religione: 70% cattolici; 10% atei; 16% agnostici; 4% altri (2,5% musulmani; 1,5% protestanti)
  • Inumazione: 48%
  • Tumulazione: 16% (comprese le urne che vengono generalmente tumulate)
  • Cremazione: 36%, con un aumento annuo del 2%)
  • Funerali con funzione religiosa:80% (di cui il 90% cattolici)
  • Funerali con funzione laica: 20%
  • Prezzo medio di un funerale: € 3.500
  • Imprese funebri: 1.435
  • Tanatoprassi: non arriva ai 10.000 interventi annui (0,25%)
  • Cimiteri: 17.680 di cui 8.126 pubblici e 9.154 privati (di cui 7.919 della Chiesa e 1.635 d'altri)
  • Utilizzo formule di prevenzione funeraria: 62%


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