Rotastyle

A Indianapolis dal 19 al 21 ottobre

NFDA 2015 (Parte 3 di 3)

L'esposizione

Tanexpo, come di consueto, era situata nel villaggio internazionale anche se le cose avrebbero potuto essere migliori. Non entreremo nei dettagli, ma la partenza di Debbie Andres (che con grandissimo piacere abbiamo ritrovato assieme al giovane, dinamico e simpatico Mr. Ang, il titolare dell’impresa di Singapore dove s’è trasferita diventandone il numero 2) si sente. Abbiamo rivisto con piacere gli amici di mezzo mondo e soprattutto quelli dell’America Latina (Argentina, Colombia, Venezuela, Brasile, Messico, Equador, Cuba, …) con i quali abbiamo trascorso qualche felice momento insieme anche perché tanti tratti di carattere, affinità linguistiche e retaggi culturali ce li rendono particolarmente accessibili e vicini. Ne abbiamo approfittato, del resto, per portare avanti un progetto diretto verso quei Paesi, iniziato qualche mese fa a Miami, che dovrebbe vedere la luce nel 2017 nella città della Florida. Ve ne terremo informati, ma si sappia sin d’ora che esso rappresenterà per le aziende europee una opportunità unica di accesso ai mercati americani. Per quanto riguarda i prodotti esposti, le grandi tendenze si sono confermate. La cremazione ha il vento in poppa e ciò è palpabile nell’offerta piuttosto importante di urne. Ad essa si accompagna, cosa abbastanza nuova soprattutto in termini quantitativi, un numero importante di aziende che propongono catene, braccialetti, anelli ed altra bigiotteria in cui vengono incluse piccole porzioni di ceneri. Tali prodotti non hanno, per ragioni regolamentari, mercato in Italia. Identico discorso vale per un cofano americano (un “casket”) tutto trasparente in plexiglas. Oggi come oggi, e probabilmente anche domai e dopodomani, tali prodotti non potranno essere impiegati nel nostro Paese.
C’è poi un altro sistema per ridurre il corpo in polvere. Si tratta della cosiddetta “bio cremazione” di cui si è già parlato nell’incontro mondiale di Bologna. Si tratta di un procedimento il cui nome è assolutamente improprio. Come già osservato in passato parlando di cremazione, e considerando la sua etimologia,  si fa riferimento al fuoco. In questo caso non di fuoco si tratta, ma del suo nemico giurato, l’acqua. Il corpo viene immerso in un contenitore cilindrico pieno di acqua alcalina (con ph basico, quindi) per la presenza di idrossido (il cui gruppo -OH determina la basicità della soluzione). In condizioni di pressione e di temperatura ben definite il corpo si sgretola residuando frammenti ossei che vengono triturati, come accade con i resti della cremazione propriamente detta, con una sorta di mulinello. Il resto viene evacuato con le acque del contenitore in cui è solubilizzato  tutto ciò che non è osseo. Il nome esatto di tale procedimento, che sta rapidamente prendendo piede negli USA, soprattutto negli Stati più “ecologici”, come ad esempio la California,  è “idrolisi alcalina” e sarebbe ormai tempo di chiamare le cose con il proprio nome per evitare spiacevoli equivoci.
Una menzione speciale va a Elekta, l’unica azienda italiana presente ad Indianapolis, le cui urne di alto design, in mostra anche a Tanexpo 2016, hanno riscosso ampi consensi da parte dei visitatori.

L’ultima tappa prima del grande evento di inizio primavera è Parigi, su cui non mancheremo di relazionarvi nelle prossime pagine. A presto!
 
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