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La Casa Funeraria

UN TEMPIO LAICO PER I RITI DI PASSAGGIO

Da molti mesi, ormai, trattiamo sulla nostra rivista l'argomento Casa Funeraria, tema quanto mai di strettissima attualità visto il proliferare un po' ovunque, nel nostro Paese, di iniziative che vogliono connotarsi come esperienze pilota.
In occasione di TANEXPO, l'esposizione di articoli funerari e cimiteriali in programma a Modena dal 22 al 24 marzo 2002, verrà proposto un modello ideale di Casa Funeraria, concepito secondo il gusto, le tradizioni, i valori della cultura italiana. Fra gli artefici della progettazione di tale prototipo annoveriamo l'Istituto Quasar di Roma del cui Coordinatore Scientifico, il professor Benedetto Todaro, pubblichiamo qui di seguito il contributo inviatoci.

r.b
Quella che chiamiamo Casa Funeraria è forse più propriamente definibile come luogo - e tempo - del commiato. In una cultura evoluta e matura, rispettosa dell'individuo come della collettività, deve esser data, all'individuo, la possibilità di scegliere ed esprimere il proprio personale modo di allontanarsi, di prendere commiato dalla collettività in seno alla quale ha soggiornato.
Nella tradizione secolare della cultura occidentale il luogo deputato è la Chiesa (Domus Ecclesiae). Chiesa che di fatto ha monopolizzato l'intero arco della ritualità connessa alle condizioni di passaggio, ai riti di transizione: dalla nascita alla morte. Con l'avvento della società multiculturale, con la presenza sempre più rilevante di culture, costumi ed esigenze nuovi e articolati, con l'affermarsi - da un lato - di una mentalità laica e dall'altro di apporti confessionali diversi, si è delineata, in tutte le società avanzate, l'esigenza di disporre di un luogo specifico per le onoranze funebri che non fosse connotato da una precisa ideologia o da un credo religioso.
Come risposta a questa esigenza, in molti paesi occidentali sono state realizzate, per lo più in zone periferiche delle città, case funerarie che permettono la riunione di familiari e amici attorno al congiunto in un clima sereno e domestico come potrebbe avvenire in una casa privata, ma con il conforto ed il supporto di spazi e servizi adatti alla circostanza. In ogni paese questa nuova istituzione ha cercato una immagine, una propria identità traendola dal costume e dai valori prevalenti nel suo corpo sociale.

La sperimentazione ormai pluriennale ha portato ad un notevole affinamento della tipologia che può essere definita Casa Funeraria. Si tratta di edifici per lo più isolati, ad uno o due piani, con adeguata area circostante a verde dotata di comodi parcheggi, che offrono ambienti dedicati all'accoglienza dei congiunti, servizi di orientamento e di assistenza psicologica, sala per la cerimonia, oltre al complesso di servizi specialistici per la tanatoprassi.
La dimensione di tali complessi è variabile a seconda degli specifici programmi del promotore e può variare da un minimo di circa trecento metri quadrati ad un massimo (finora realizzato) di oltre cinquemila.
La gestione provvede a tutte le incombenze per le onoranze, sia quelle di carattere burocratico-amministrativo, sia quelle di assistenza, allestimento e addobbo.

In previsione dell'introduzione, anche in Italia, di questo servizio e come contributo della progettualità italiana alla qualificazione di un tema sociale (e architettonico) che si sta affermando come ineludibile, ma al contempo chiede di raggiungere una definizione della propria identità; in risposta alla richiesta di domesticità non priva di solennità, di un ambiente dedicato ma flessibile e disponibile a caratterizzarsi in aderenza alle varie culture ed ai diversi credi religiosi, nasce la proposta di Casa Funeraria che presenteremo a Modena.
Un nutrito staff di specialisti multidisciplinari: psicologi, sociologi, architetti e designers, in contatto e collaborazione continua con esperti operatori di settore, italiani ed esteri, ha elaborato il progetto e messo a punto un modello esemplare destinato a costituire, oltre che la prima esperienza del genere in Italia, la risposta, sul piano funzionale ed estetico-ambientale, ai modelli stranieri che, elaborati per altre condizioni socio-culturali ed economiche, non potrebbero essere riproposti nella realtà italiana.
Potrete vedere, all'interno di uno dei padiglioni della fiera di Modena, la ricostruzione a grandezza naturale del progetto di Casa Funeraria in una versione che occupa circa 350 metri quadrati. Avrete modo di visitarla, di sperimentarne lo spazio interno e di valutare la qualità dei componenti e delle soluzioni tecniche adottate. Supporti audiovisivi e ricostruzioni virtuali mostreranno la flessibilità del progetto e la sua adattabilità a contesti e programmi variabili, sempre all'interno di un sistema predisposto e controllato.

Nella concezione generale del progetto si è assegnata grande importanza alla definizione di una corretta atmosfera di raccoglimento e serenità. Si è quindi badato a tenere fuori la realtà urbana di solito invadente, rumorosa, non favorevole all'occasione né piacevole. Questo si è ottenuto attraverso una particolare strategia d'adduzione della luce naturale tramite patio interno, lucernari ed aperture che prospettano su piccoli spazi verdi perimetrati (sul modello dell'antico hortus conclusus).
In questo modo lo spazio per il rito può rimanere autonomo e indipendente dal carattere variabile ed occasionale della sua collocazione urbana. Gli spazi interni per l'accoglienza dei congiunti, la sala delle cerimonie, le camere ardenti e gli spazi d'attesa e ristoro, sono articolati in spazi sereni e geometricamente elementari, quasi minimali, assolutamente immuni da nevrosi formalistiche, ma resi accoglienti dall'accurato design delle superfici e dei dettagli. Per quanto riguarda i valori tattili e percettivi si è privilegiato il ricorso a materiali naturali. Si è voluto dare, al luogo per la celebrazione del commiato, carattere naturale e schietto, con attenzione anche alla gestione, più agevole possibile, da parte del promotore.
Il progetto prevede in ogni caso la possibilità che, nella gestione quotidiana della Casa Funeraria, si possa intervenire, secondo le volontà, per ottenere forme di particolare caratterizzazione degli spazi interni, in rispetto d'idee, religioni, culture e volontà diverse. Particolari accorgimenti sono, infatti, adottati per ottenere modifiche nell'assetto interno degli spazi con minimo onere di tempo e di personale. La configurazione degli spazi permette che gruppi diversi di congiunti possano essere ospitati senza interferenze e senza incontrarsi, così da rispettare la privacy ed evitare spiacevoli commistioni. Attenzione è anche riservata all'accessibilità da parte di persone anziane o in ogni caso a ridotta mobilità.
 
Benedetto Todaro

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