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LA SOLIDARIETÀ DEL VILLAGGIO

Verso il mille, si risvegliano i sentimenti religiosi della popolazione.
La morte di un individuo coinvolge tutta la comunità, che si raduna attorno alla famiglia in lutto.
Le sepolture sono relativamente semplici, ma si intensificano preghiere ed offerte per sottrarre i defunti alle pene del purgatorio. L'istituzione delle messe di suffragio
Ci sono albori di vita nuova in Europa intorno all'anno mille.

Sono finite le invasioni barbariche, che hanno seminato carestie, distruzione e spopolamento. Ai tempi cupi si sostituiscono rinnovati fermenti: aumenta un po' ovunque la popolazione e località prima poco meno che deserte vedono sorgere borghi e castelli per contenere i nuovi abitatori.

È un generale clima di ottimismo: all'incremento demografico si accompagna la grande ripresa delle attività economiche, terre fino ad allora incolte vengono strappate alla foresta ed all'abbandono per dare il via a molteplici colture e a diverse forme di sfruttamento del terreno.

Sono soprattutto le città ad essere interessate a questo processo di rinascita: dopo essere state ridotte non di rado alla rovina dalle guerre, tornano ad essere centri fiorenti di attività artigianali e scambi commerciali. Si costruiscono cinte murarie e quartieri: si formano nuovi nuclei abitativi.

La religiosità popolare. Tra i segnali di questo vivace periodo, anche il risveglio della religiosità popolare: mentre i Crociati partono per la liberazione della Terra Santa, moltitudini di persone tornano a popolare le chiese. Si venerano le reliquie dei santi, che richiamano nei luoghi di culto folle di pellegrini.

Le sepolture cristiane di questi tempi sono relativamente semplici, ma coinvolgono l'intera comunità, che partecipa solidale al dolore. Quando una persona sta per morire, deve essere sdraiata sul dorso perché il suo viso possa guardare sempre verso il cielo. Intanto, il villaggio accorre: la casa del moribondo si riempie di gente, le donne circondano il suo letto e non si aprono più le finestre della camera in cui si trova.

Avvenuto il decesso, sono soprattutto i vicini ad offrire alla famiglia in lutto il loro sostegno. Aiutano i congiunti a lavare e vestire il defunto, che viene posto sul letto e ricoperto di una stoffa colorata. Si alternano con i parenti più prossimi nella veglia notturna; sono disposti a recarsi anche in località lontane per annunciare la morte ad altri familiari. I defunti sono vestiti con abiti piuttosto semplici.

Ma, soprattutto per i personaggi del clero e i reali, non mancano alle volte preziosi ornamenti: molti vescovi vengono seppelliti in abiti pontificali.

Nel 1214, la moglie inglese del re Alfonso VIII di Castiglia, Eleonora, viene sepolta nel monastero di Las Huelgas, a Burgos, in Spagna, in eleganti vesti di lino, bordate di pelliccia, mentre la sua testa è sorretta da un cuscino finemente ricamato: questo perché possa attendere il giudizio universale con un agio adeguato al suo rango. Le donne hanno un ruolo di rilievo nelle manifestazioni di dolore: non appena la persona è morta cominciano a battersi il petto, alcune si strappano i capelli eseguendo la lamentazione. Per tutto il corteo funebre, tengono alzate le braccia al cielo. In chiesa, spesso, la moglie si getta sulla barella su cui è deposto il defunto.

L'inumazione nelle chiese e nei cimiteri. Di solito, nelle chiese sono inumati personaggi di rilievo, mentre i cimiteri "comuni", dove sono rari i monumenti visibili, sono spesso annessi alle chiese. Col passare del tempo l'incremento della popolazione richiede sempre più spazio per seppellire un numero crescente di morti: per questo, nelle città si cercano aree nei sobborghi, per realizzare cimiteri più grandi. Alle volte, però, nemmeno questi bastano più: aumenta così anche il numero dei morti inumati nelle chiese, in cui iniziano a costruirsi monumenti funebri grandi e costosi. In questi secoli c'è una grande attenzione all'evento morte ed alle spoglie mortali.

Negli statuti del 1240, il vescovo di Worcester, in Inghilterra, prescrive che si debbano prendere misure adeguate per mantenere puliti i cimiteri. Per questo si scaglia violentemente contro la trascuratezza dei tempi: "Noi riteniamo che i cimiteri, che conservano i corpi di coloro che saranno salvati, in cui sono ancora presenti i peccati e in attesa della purificazione, siano scandaloamente lordati dalla sporcizia degli animali", afferma il prelato.

Preghiere e messe per le anime. Dagli anni intorno al mille la cura dei defunti inizia a svolgere un ruolo molto attivo tra i sentimenti religiosi della popolazione: diventa sempre più pressante la necessità di preghiere e di messe per sottrarre i morti alle pene del purgatorio. Nei monasteri si celebrano funzioni religiose, si radunano periodicamente i fedeli nel ricordo dei loro defunti: è credenza comune che le messe votive aiutino a liberare le anime. Nel tempo, diventano un'istituzione le messe di suffragio, per le quali i parenti elargiscono spesso grandi lasciti. Già prima del 1300, tali messe sono così diffuse che vengono celebrate in cappelle appositamente costruite e da gruppi di chierici incaricati e pagati per questa specifica finalità.

Agli inizi del Quattrocento, quando questa pratica tocca il suo apice, nella cattedrale di San Paolo a Londra esistono ben oltre settanta cappellani: l'aumento delle cappelle destinate alle messe di suffragio, i canti solenni, il gran numero di preti, fanno sì che le chiese sembrino degli enormi mausolei.

Paradiso, Inferno e Purgatorio. Nella coscienza religiosa popolare è profondamente radicata la convinzione che i morti aspettino nelle loro tombe il giudizio universale e la resurrezione. Se nella tradizione cristiana la morte è stata introdotta nel mondo dal peccato di Adamo ed Eva, in questi secoli si crede che quanto una persona afferma o compie nel momento del distacco sia decisivo per il suo destino. Anche persone sconsiderate possono sfuggire al fuoco dell'inferno grazie al pentimento in punto di morte. È verso il 1100 che inizia ad affiorare uno spirito più tollerante, che prevede maggiori possibilità di accedere in paradiso. Prima, infatti, i teologi sostenevano che le occasioni di salvezza fossero esigue per chiunque, tranne che per i monaci.

Comunque, si crede che i bambini non battezzati abbiano poche possibilità di andare in cielo: per questo è consuetudine fare battesimi molto precoci. Siccome i bambini che muoiono nella prima infanzia sono piuttosto numerosi, i libri di istruzione religiosa prescrivono addirittura che il battesimo possa essere officiato dalle ostetriche o dai laici. La Divina Commedia di Dante Alighieri, agli inizi del 1300, delinea poi con estrema chiarezza i luoghi dell'aldilà: l'inferno è il luogo dell'eterno tormento, il paradiso dell'eterna felicità.

Il purgatorio è adibito alla punizione: coloro che vi entrano assurgeranno in cielo dopo aver compiuto una adeguata espiazione, in cui rientrano anche le messe, le preghiere e le offerte dei viventi in loro favore.
 
Gianna Boetti

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