Rotastyle

Il corredo funerario del faraone

Un viaggio tra gli oggetti ritrovati all’interno della tomba più famosa della storia, quella del sovrano egizio Tutankhamon.

Ci sono eventi che hanno il potere di trasformare la moda, il gusto, lo stile e persino il modo di pensare di un’epoca.

La scoperta della tomba di Tutankhamon a opera dell’archeologo britannico Howard Carter e del suo finanziatore, Lord Carnarvon, si è rivelata l’evento positivo che maggiormente ha influito sul Novecento e sul suo stile.

Quando in un giorno di novembre del 1922 fu scoperto il primo dei dodici gradini che avrebbe condotto alla scoperta del secolo, il mondo non sapeva ancora che non sarebbe più stato lo stesso.
La tomba del faraone Tutankhamon, morto giovanissimo (aveva circa 18 o 19 anni) per cause ancora non accertate, interrata nella suggestiva Valle dei Re sulla sponda occidentale dell’odierna Luxor, fu ritrovata quasi intatta e colma di manufatti, oggetti preziosi, armi, gioielli, abiti e scrigni di ogni tipo che dettero vita a un’esplosiva egittomania. Non appena la notizia dello straordinario ritrovamento si diffuse e cominciarono a essere pubblicate sul Times le stupefacenti fotografie di Harry Burton, frotte di turisti e curiosi si riversarono in Egitto da tutto il globo, nella speranza di partecipare anche solo indirettamente alla magnifica
scoperta e di cogliere almeno il bagliore di tutto quell’oro. Il tesoro di Tutankhamon risvegliava nei più sogni di romantiche avventure e ricordi dei giochi d’infanzia in cui la scoperta di oggetti preziosi era il fulcro di tutte le fantasie. E di tesoro si può ben parlare nel caso di Tutankhamon: la tomba era, infatti, stipata all’inverosimile di oggetti gettati alla rinfusa in tutte le stanze di cui è composta. è noto che la religione degli antichi Egizi prevedeva che il defunto, per assicurarsi l’immortalità, dovesse provvedere in vita a prepararsi un corredo funerario completo che sarebbe poi stato sepolto con lui, insieme ai suoi oggetti più cari, ma fino al rinvenimento della tomba di Tutankhamon non era mai stato ritrovato un corredo praticamente intatto e di tale abbacinante splendore. Ci sono voluti molti anni per estrarre, consolidare, fotografare, catalogare e, infine, spostare tutti i reperti ritrovati al museo de Il Cairo, ma la loro bellezza, la loro preziosità e il loro valore storico hanno ampiamente ripagato gli sforzi di archeologi e scavatori. Il mondo assisteva stupefatto all’emergere dalla notte dei tempi di un piccolo capolavoro dopo l’altro. L’oro luccicava, le pietre preziose splendevano, le armi rilucevano: giorno dopo giorno gli oggetti riprendevano vita dopo secoli di polvere e oblio. E il mondo impazziva per l’Egitto: d’improvviso la moda e lo stile dell’arredamento divennero egittizzanti e le vacanze nella terra dei faraoni divennero un must.

Il corredo

Gli oggetti del corredo funerario di Tutankhamon sono tantissimi e delle più svariate fogge e tipologie: si va dai minuscoli amuleti trovati avvolti nelle bende della mummia, con la funzione di proteggere il defunto durante il suo viaggio nel Regno delle Ombre, agli enormi sacrari che contenevano al loro interno le tre bare antropomorfiche (sarcofagi) che a loro volta ospitavano il corpo imbalsamato del giovane faraone, agli oggetti di uso quotidiano, come sandali e vestiti, o rituale, come i pesanti pettorali in oro e pietre dure. Oggetti di ogni tipo e per ogni uso, insomma. Stupefacente il piccolo esercito di ushabti (piccole statuine mummiformi) che dovevano lavorare nell’Aldilà al posto del defunto, una per ogni giorno dell’anno. Magnifici i letti rituali a forma di vacca e di leone, imponenti le statue – guardiani che proteggevano l’ingresso alla camera sepolcrale vera e propria… impossibile anche soltanto accennare a tutti gli straordinari oggetti che sono stati ritrovati! Scoperte interessanti per gli archeologi e gli storici si sono rivelati i giochi del faraone, come il senet, un antico gioco da tavolo che assomiglia al backgammon, ma di cui ancora non si conoscono con certezza le regole, oppure i manichini in legno con le fattezze del faraone, che molto probabilmente venivano utilizzati come appendiabiti. All’interno della tomba sono stati ritrovati innumerevoli scrigni e bauli intarsiati con rappresentazioni di scene di caccia o di pesca, palette per il trucco, vasetti con unguenti profumati e resine, parrucche lunghe e corte (per il gran caldo e per questioni igieniche gli antichi Egizi si rasavano la testa, uomini e donne), giare di vino, statue di divinità, corone di fiori essiccate, sgabelli, bastoni e poggiatesta… ma sicuramente tra gli oggetti più famosi e più stupefacenti non si possono non citare il bellissimo trono intarsiato con scene coniugali del giovane faraone e della sua sposa, la bella Ankhesenamon, che tratteggiano un tenero quadro familiare della coppia reale e la meravigliosa maschera funeraria tutta d’oro, intarsi di vetro e lapislazzuli che copriva il volto della mummia. Una volta estratta dall’ultimo sarcofago (anch’esso tutto d’oro) non senza difficoltà a causa delle resine odorose versate sul defunto in fase di sepoltura poi trasformatesi in sostanze solide, e dopo essere stata accuratamente ripulita e restaurata, la maschera si mostrò in tutto il suo splendore e divenne l’emblema stesso della scoperta. Si tratta dell’oggetto più famoso dell’antico Egitto, eguagliato forse soltanto dal busto di Nefertiti a Berlino e dalla statua di Ramses II a Torino e vederla dal vivo in tutto il suo splendore è un’emozione che le parole non riescono a cogliere pienamente.

Il corredo funerario di Tutankhamon fu esposto, via via che veniva estratto e consolidato, al Museo Egizio de Il Cairo, che presto si riempì dei preziosi manufatti e dovette essere allestito in maniera più appropriata. Finalmente, dopo anni di lavoro, presto i reperti legati alla scoperta della tomba più famosa del mondo verranno spostati nel nuovissimo Grand Egyptian Museum di Giza, vicino alle piramidi, per essere maggiormente valorizzati.
Linda Savelli: dottoressa in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità e filosofa.
Bibliografia di riferimento: Riggs, C. (2022). Vedo cose meravigliose. Torino: Bollati Boringhieri.
 
Linda Savelli

Biemme Special Cars

Abbattitore Salme - Coccato e Mezzetti

GIESSE

GEM MATTHEUS - Creamazinoe animale

GIESSE - Risarcimento Danni

Rotastyle - L'arte del prezioso ricordo

STUDIO 3A - Risarcimento Assicurato SRL

TANEXPO

Infortunistica Tossani

Alfero Merletti - Studio Legale

Scrigno del Cuore

FIAT_IFTA

Oltre Facebook