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Il codice del samurai va cercato nella morte

CANE FANTASMA

Frankenstein non è un mostro.

È un essere goffo, imponente, nato dalla morte, da un fulmine e membra rappezzate. Un cervello pensante lacerato da sentimenti contrastanti e puri senza sfumature.
Odio assoluto e amore.
Devozione totale per il vero mostro che lo ha creato dal nulla, cucendo assieme parti umane rubate a cadaveri per dare forma al deforme.
Il creatore non può dominare azioni e passioni della creatura. Che ha desideri, richieste, istinti omicidi.

Egli stesso diventa dispensatore di vita e morte. Nella foga di trattenere la vita, nel tentativo di rimediare alla diversità, il mostro resta indissolubilmente fedele al padrone.

Frankenstein resta a morire insieme al suo creatore. Rende la propria vita a colui che gliela ha data.
La devozione, contrastata e rifiutata agli inizi, è poi giustificazione di vita e ritorno alla morte.

Mary Shelley scrisse "Frankenstein o il Prometeo Moderno", nel 1818.
Storia ispirata al mito dell´uomo che si sostituisce al dio e crea la vita. E la Creatura rappresenta in questa storia la bontà, l´innocenza originaria dell´essere umano che si scontra con la corruzione.

In un parco, una panchina.
Un uomo e una bambina parlano di libri. Lei gli mostra Frankenstein, e lui legge ad alta voce il passaggio finale, quando la creatura si lascia morire per e insieme al suo creatore.

Lui è Ghost Dog (che significa Cane Fantasma), lei Pearline.
Un cane li osserva, intenti a leggere di morte. Ghost Dog non è un assassino.
È un uomo di colore, imponente, gigantesco, con una valigia piena di armi per uccidere.
La sua ragione di vita è la morte. Stava morendo durante un pestaggio, sanguinante a terra con una pistola puntata alla testa. Un uomo di passaggio si ferma e lo salva.
È Louie, mafioso italoamericano.

Ghost Dog è simile a Frankenstein, è una creatura resuscitata dalla morte, dall´animo sensibile e contrastato.
Pratica l´Hagakure, il codice dei Samurai. Vive sui tetti insieme ai piccioni, si esercita nelle arti marziali e medita quotidianamente sulla morte, sua e delle sue vittime. Ha donato la sua vita a quell´uomo che lo aveva salvato da morte sicura e lavora per lui. È un Samurai, servitore fedele di quello che ha eletto il suo Signore, cui dedicare la propria vita, di cui esaudire gli ordini.

"Il codice del samurai va cercato nella morte. La meditazione sulla certezza della morte deve essere praticata tutti i giorni. Ogni mattina, in profondo raccoglimento del corpo e della mente, devi immaginarti di venir fatto a pezzi da frecce, fucilate, lance e spade, oppure di venir travolto dalle onde, di trovarti in mezzo a un vasto incendio, di venir colpito da un fulmine, di venir scosso da un grande terremoto, di cadere in un profondo precipizio, di morire di malattia e, infine, di dover fare seppuku per la morte del tuo signore. Ogni giorno immancabilmente dobbiamo considerarci morti. È questa l´essenza del codice del Samurai."

L´Hagakure è il codice del Samurai, testo in undici volumi che raccoglie l´espressione massima di quella che è la via del Samurai, il Bushido.
Per sette anni Tashiro Tsuramoto, raccolse per iscritto tutte le conversazioni avute con il suo maestro, il Samurai e monaco Buddista Yamamoto Tsunetomo.
Questi volumi, redatti alla fine del 1600, rimasero segreti fino al 1906, quando vennero pubblicati, solo in parte e in un unico volume, con il titolo Hagakure.

Il Samurai è un guerriero totalmente devoto al suo padrone, per il quale combatte, esegue ordini e se necessario fa seppuku, si suicida. Questa filosofia della morte non va confusa con la cieca devozione nei confronti dell´imperatore o con l´interpretazione erronea che ne fecero i kamikaze.
Il pensiero della morte va cercato ogni giorno per ritrovare l´essenza vitale dell´esistenza. E la devozione assoluta, una ragione di vita, non di morte.

Jim Jarmush ha presentato al pubblico Ghost Dog nel 1999.
È un film sulla morte, sulla venuta della morte, una storia semplice di bellezza incredibile e grande valenza simbolica. I protagonisti sono la morte, il mandante, l´assassino, le vittime e il sacrificio finale del "Samurai" Ghost Dog per il suo Signore, Louie.
Ma non solo, che a restringere i contenuti alla sola morte si sminuiscono altri temi importanti quali il rapporto di amicizia che va oltre l´incomunicabilità linguistica, la solitudine, la tradizione di tramandare conoscenza e sapere. Nel film la rappresentazione della morte è data non solo dalla lettura dell´Hagakure, dalla preparazione ed esecuzione degli omicidi, ma anche da creature simboli che compaiono nello svolgersi della vicenda. Il cane e il colombo. La storia ha inizio con la presenza di un colombo in volo, che esplora i cieli e sorvola i tetti.
Verso la fine, ritorna l´immagine di un colombo che si posa accanto alla vittima sacrificale, Ghost Dog, che muore per mano del suo Signore e Padrone. Nella simbologia tortore e piccioni rappresentano il lutto, sono animali sacrificali.

Il cane invece è un chiaro avvertimento che compare in determinati momenti del film.
È una anticipazione alla condanna a morte, poi una conferma. Ghost Dog è una creatura innocente anche se di mestiere fa l´assassino a pagamento. Esegue condanne a morte con incredibile precisione, in modo studiato, meccanico, perfetto, invisibile.
La sera esce di casa, ruba auto di grossa cilindrata con tutti i comfort, cd incluso per ascoltare la sua musica preferita, e nel buio della notte uccide. Il tredicesimo contratto portato a termine è l´ultimo.
Qualcosa va storto e i capi di Louie, per interesse, devono trovare un capro espiatorio. Decidono di far uccidere Ghost Dog. La condanna a morte, appena decisa, è annunciata dalla presenza di un cane nero che compare al parco mentre il nostro Samurai legge Frankenstein insieme alla bambina.
Il cane gli si siede di fronte e lo osserva, fisso, quieto, inquietante.
Pearline, alla domanda "di chi è questo cane? Cosa vuole?" risponde "mi sa che ce l´ha proprio con te".
Ed è così.

Comparirà ancora, nel corso del film, nel ruolo di messaggero pronto all´annunciazione delle morti che si compiranno. Il cane infatti è una guida nel cammino verso la fine, in una parola, è psicopompo (accompagnatore di anime) ovvero "guida dell´uomo nella notte della morte dopo essere stato suo compagno nel giorno della vita", così come leggiamo sul dizionario dei simboli, fonte preziosa per conoscere come, nelle varie culture, il cane espletava le sue funzioni di guida verso il regno delle tenebre.

Ne fornisco alcuni esempi.
Anubi, uomo con la testa di cane nero dal profilo aguzzo, è il signore dell´oltretomba, la divinità egizia che rappresenta la morte. Presiedeva ai riti funerari, al rito dell´imbalsamazione, al cammino verso il regno della morte, una sorta di Caronte.
Cerbero, cane insaziabilmente famelico dalle fattezze inquietanti, tre teste e una coda a serpente. Ringhioso, bavoso e vorace, vive negli inferi, trattiene le ombre dal fuggire e non lascia passare i vivi. Similmente nella cultura germanica antica il cane Garm sorvegliava l´ingresso del regno dei morti.

In Messico venivano allevati cani di una specifica razza apposta per essere seppelliti insieme alle salme così da poter compiere il ruolo di accompagnatori, oppure venivano sacrificati sulla tomba del padrone. In Guatemala, ancora oggi, ai lati della tomba vengono deposte delle figurette fatte di foglie a forma di cane.

Sia nobili che plebei, sia vecchi che giovani, sia illuminati che ignoranti, tutti dobbiamo morire. Questa è una verità di cui tutti siamo convinti. Tutti sappiamo di dover morire, ma ci illudiamo di poter morire dopo tanti altri e che ancora non è venuto il nostro giorno.
Questo modo di pensare è vano, non serve a fermare la morte, ed è come parlare nel sonno. Non bisogna essere così negligenti da rimanere in questa illusione. Poiché la morte è sempre vicina, non c´è altro da fare che vivere con diligenza e prepararsi alla sua venuta.

L´Hagakure di Yamamoto Tsunetomo si trova in libreria in edizione Mondadori oppure Einaudi, insieme al film Ghost Dog.
 
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