Nella mirabile cornice di Palazzo Reale a Milano
Un vivace confronto fra tutte le espressioni della funeraria
Il tradizionale appuntamento annuale della SEFIT ha visto riunite tutte le forze istituzionali e sociali interessate alle politiche funerarie e cimiteriali. Pur nella diversità delle singole opinioni è emerso l'obiettivo comune: accelerare il varo della legge quadro nazionale e delle legislazioni regionali. Per un reale sviluppo del comparto e per garantire ai cittadini servizi maggiormente qualificati ed in sintonia con le loro esigenze.
Licenziata lo scorso maggio dalla Commissione Affari Sociali della Camera, l'A.C. 4144 "Disciplina delle attività del settore funerario", la legge quadro destinata ad imprimere una svolta nel panorama funebre e cimiteriale italiano, è avviata, prima della pausa estiva, alla discussione in aula. Nel contempo diverse Regioni sono già intervenute per normare a livello locale il settore e altre si apprestano a farlo. Con l'obiettivo di confrontare le diverse filosofie di intervento, di comprendere il quadro evolutivo e, per quanto possibile, di consegnare ai legislatori le riflessioni provenienti dagli operatori del settore, SEFIT ha organizzato il 24 giugno scorso a Milano il proprio appuntamento annuale. Più di cento partecipanti hanno affollato la Sala delle Otto Colonne di Palazzo Reale per ascoltare dalla voce dei diretti interessati quali saranno i cambiamenti previsti nei prossimi anni. Particolarmente qualificato il fronte degli interventi che ha visto protagonisti - dopo i saluti iniziali di Daniele Fogli, Giulio Gallera (Assessore ai Servizi Funebri e Cimiteriali del Comune di Milano), Vittorio Carreri (in rappresentanza dell'Assessore Regionale alla Sanità Carlo Borsani) - l'on. Fabio Stefano Minoli Rota, relatore della AC 4144, rappresentanti delle Regioni (oltre a Carreri, Pierluigi Macini dell'Emilia Romagna, Marco Menchini della Toscana, Clara Zuch del Friuli), dirigenti di Comuni, esponenti di Imprese pubbliche e private e delle Socrem.
L'on. Minoli Rota ha brevemente illustrato il testo dell'AC 4144, così come uscito emendato dalla Commissione Affari Sociali della Camera, ed ha ricordato come siano stati accolti tutti gli emendamenti proposti dalle opposizioni. Al momento si stanno raccogliendo i pareri delle altre commissioni competenti della Camera, poi si andrà alla votazione in Aula, probabilmente tra settembre e ottobre. Il successivo iter vedrà il passaggio al Senato, quindi la terza lettura ancora alla Camera.
A Minoli Rota ha fatto seguito Bruno Massimo Albarelli, neo Presidente FIC, che pur ringraziando per l'accoglimento di diversi emendamenti sollecitati dalla sua Federazione, sostenuti dalla minoranza e accolti dal relatore e dalla maggioranza, ha posto l'accento sulla necessità di ulteriori modifiche per ovviare ad una involontaria apertura generalizzata per la conservazione delle urne cinerarie al di fuori dei cimiteri. Critiche invece da SEFIT e ANCI che non hanno visto accolti i suggerimenti presentati alla Camera. "Il vero problema - ha calorosamente sostenuto Burchielli (Direttore Cimiteri Genova) - è la forte carenza nel testo di norme di salvaguardia dei cimiteri". Bianca Tiozzo (Asef Genova) ha lamentato il fatto che "la separazione proprietaria per la gestione delle camere mortuarie ospedaliere svolta da impresa pubblica va proprio contro la logica di moralizzazione per cui un Comune interviene in campo funebre".
Salvatore Troia (Direttore Servizi Funerari Catania) ha esposto le richieste di SEFIT e ANCI per la modifica dell'AC 4144, poi dettagliate anche da Daniele Fogli che ha ricordato come su diversi punti non esista nessun accordo su questo testo, "per la eliminazione della natura di servizio pubblico per i crematori o per la sottrazione delle cellette cinerarie alla natura di sepolcro", lamentando anch'egli gravi carenze riguardanti le norme cimiteriali. "Forse - ha proseguito Fogli - le norme più equilibrate sono quelle che riguardano il settore funebre, che abbisognano solo di qualche correttivo, ma per altre, ad esempio i cimiteri, manca proprio un pezzo di legge. Inoltre l'AC 4144 risulta troppo sbilanciato a favore della cremazione e dell'imprenditoria funebre privata. Ci auguriamo che vi siano le condizioni per un cambiamento già in Aula alla Camera. Se non fosse possibile, non mancheremo di sottoporre, nel corso dei lavori al Senato, i cambiamenti che riterremo necessari a garantire una equilibrata gestione dei cimiteri".
Completamente d'accordo con il testo uscito dalla Camera sia la FEDERCOFIT che la FENIOF, per bocca rispettivamente del Segretario Generale Giovanni Caciolli e del Presidente Renato Miazzolo. Entrambi, dopo aver dato un giudizio favorevole anche sulla normativa della Regione Lombardia, hanno auspicato che possa essere esportata anche nelle altre Regioni. Caciolli ha poi ricordato, sottolineandone il valore, le parole di Vittorio Carreri ("no al monopolio, sì alla semplificazione") e dell'Avv. Giulio Gallera ("grande attenzione alla deontologia professionale, massimo rigore, ferrea applicazione delle sanzioni"). Gli ha immediatamente fatto eco Daniele Fogli, dicendosi preoccupato del modo di intendere il rispetto delle autonomie, tanto invocate da certa imprenditoria funebre che poi pensa alla "lombardizzazione" dell'Italia.
La illustrazione delle normative regionali in fieri è stata particolarmente accurata. Clara Zuch (Friuli Venezia Giulia) ha esposto le problematiche proprie di una Regione a statuto speciale tanto che, in assenza di specifica intesa, ancora non sono state trasferite dallo Stato alla Regione alcune competenze in materia di polizia mortuaria. Il Friuli partirà comunque per la predisposizione di uno schema di normativa regionale quanto prima, per essere pronto nel corso del 2005.
Vittorio Carreri (Lombardia), che ha ricordato come la Regione Lombardia sia stata la prima a voler legiferare in materia e come ora si stia apprestando ad emanare anche il regolamento di polizia mortuaria regionale ("cinquanta articoli più tre allegati"), portato avanti con il concorso di diverse forze sociali, dell'associazionismo privato e pubblico, "e anche da coloro che più erano stati critici sulla legislazione regionale". Carreri ha rivendicato pienamente il ruolo della Regione in questa materia, ha sottolineato l'importanza della introduzione della tanatoprassi, delle sale per il commiato, della apertura all'imprenditoria privata, ed ha concluso auspicando che la normativa possa essere emanata al più presto.
Pierluigi Macini ha poi illustrato i punti chiave dello schema di legge regionale di iniziativa della Giunta dell'Emilia Romagna ritenendo che, "vista l'ampia raccolta di osservazioni che si è fatta nella fase preparatoria", possa vedere la luce anch'essa entro il periodo autunnale. Cardine della normativa emiliano romagnola è la precisa identificazione di responsabilità tra i diversi soggetti, l'applicazione piena del principio di sussidiarietà ("con l'individuazione del Comune come livello cui competono costituzionalmente le funzioni amministrative"), la scelta che cimiteri e crematori non possano che essere pubblici. La tutela della concorrenza viene garantita da un sistema di separazioni societarie e proprietarie in funzione delle specifiche attività.
Marco Menchini (Toscana) si è invece soffermato sulla recentissima LR 29/04 su affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri. Ne ha illustrato i contenuti, evidenziando in particolare le innovazioni rispetto alla Legge 130/01. Grandi novità la statuizione del senso comunitario della morte; ma anche la possibilità di affidamento di una stessa urna a più soggetti fra quelli espressamente indicati dal de cuius.
L'Assessore ai Servizi Funebri e Cimiteriali del Comune di Milano Giulio Gallera ha descritto le innovazioni che già l'Amministrazione Comunale ha introdotto, anticipando alcuni contenuti della normativa regionale e nazionale in fieri, "come la Sala per il Commiato per chi non intende professare fede religiosa, l'attenzione alla qualità del servizio, il Giardino del Commiato dove disperdere le ceneri". Gallera ha ribadito l'importanza del ruolo del servizio pubblico in questo particolare settore.
Pierfranco Maffé (ANCI Lombardia) ha ringraziato la Regione per la possibilità di interloquire nella fase di elaborazione del regolamento regionale di polizia mortuaria, anche se per talune situazioni (oneri di gestione degli obitori e dei depositi di osservazione, o volontà regionale di intervenire in materie attinenti lo stato civile, per attuare, estendendola, la L. 130/01) non appaiono ancora acquisite le posizioni comunali.
Sereno Scolaro (SEFIT), ha ricordato come - in base alla Costituzione - i Comuni siano equiordinati rispetto allo Stato e alle Regioni ed "abbiano, quindi, un ruolo che non può essere disconosciuto sia nella fase di formazione delle norme, sia in quella regolamentare, sia ancora in quella attuativa". Sullo stesso argomento è intervenuto pure Giampiero Ciglione (Servizio Giuridico della Regione Emilia Romagna) che si è dilungato sulle competenze comunali in materia.
La ricca giornata di approfondimento della evoluzione normativa funeraria è stata ben completata da una tavola rotonda alla quale hanno preso parte rappresentanti di varie Federazioni e Associazioni e con numerosi interventi dalla platea.
Graziano Pelizzaro (ANUSCA) si è soffermato sul ruolo dello stato civile in materia funebre e cimiteriale, specie per quanto attiene le norme conseguenti la L. 130/01. Ha dato notizia che "in nessuna regione gli Ufficiali di Stato Civile hanno fino ad ora dato corso alle norme regionali che attuavano la L. 130/01 e che, stante la situazione, l'ANUSCA si è fatta carico di sollecitare il Ministero dell'Interno perché prenda posizione sulla materia, chiarendo una volta per tutte come comportarsi, anche alla luce del recente parere del Consiglio di Stato, citato nel DPR 24/2/2004".
Bruno Massimo Albarelli (Fic) ha esposto le richieste della Federazione, sostanzialmente accolte, per la disciplina di settore. A lui ha fatto seguito Vaghi (coordinamento Socrem Lombardia) che ha criticato la Regione Lombardia per le modalità seguite nella emanazione della legislazione regionale, dicendosi concorde con le posizioni espresse da ANCI e SEFIT.
Giovanni Caciolli (FEDERCOFIT) ha evidenziato come sia fondamentale investire nella formazione professionale, anche per far meglio decollare in Italia nuove figure come i tanatoprattori o i maestri di cerimonia. Caciolli ha anche insistito sulla necessità di intervenire nei compiti dei Comuni, che "dovrebbero limitarsi a dare indirizzi e non a gestire".
Antonio Dieni (SEFIT) ha chiarito il ruolo essenziale del cimitero per la nostra cultura e la nostra società: la sua natura pubblica. Inoltre ha precisato il senso delle proposte avanzate in diverse sedi per la tutela degli interessi dell'imprenditoria funebre e cimiteriale pubblica.
Giorgio Stragliotto è stato fortemente critico sulla secondo lui paventata volontà di "regionalizzare le norme costruttive sulle bare", che si traducono in un aumento di costi produttivi, di immagazzinamento e, in ultima analisi, sui prezzi dei funerali. Altrettanto critico è stato sulle norme che vorrebbero imporre la non verniciatura delle bare destinate alla cremazione, non essendovi alcuna ragione tecnica per sostenerne l'utilità.
Renato Miazzolo (FENIOF) ha sostenuto che i contenuti dell'AC 4144 "vengono da lontano. Rispecchiano le posizioni della Federazione da ormai oltre 15 anni. Chi non fosse d'accordo dovrebbe comunque evitare di frenare il processo di approvazione della legge, che deve camminare veloce: potrà poi intervenire per via giudiziaria laddove veda situazioni che ritiene lesive di interessi particolari". Gli ha risposto subito Daniele Fogli sostenendo come, per lo stesso motivo, non vede perché non debbano essere accolte le ragioni dei Comuni e "poi i ricorsi li facciano le imprese private di pompe funebri. I Comuni intendono tutelare i cittadini. Le Federazioni, siano esse pubbliche o private, tutelano sempre - legittimamente - gli interessi economici degli associati. E il Parlamento deve fare leggi equilibrate e rappresentative di una pluralità di interessi".