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de Facultatieve Groep

UNA VISITA MEMORABILE

Il nostro tappeto volante fa tappa in Olanda. Sarebbe più corretto dire "Paesi Bassi" visto che l'Olanda non costituisce che una porzione (due province su dodici: Noord Holland e Zuid Holland) di questi ultimi e che gli abitanti delle regioni che non ne fanno parte sopportano con non celata irritazione il sentir parlare di altro che non sia Nederland (Paese Basso in
olandese). "Holland" va bene, per ragioni fonetiche, solo come grido di incitamento per la nazionale di calcio le cui casacche arancione portano questo colore in onore della famiglia d'Orange, quella che è all'origine dell'indipendenza del Paese (un po' come da noi dove, come ben non si sa, l'azzurro delle nostre nazionali viene dal colore di casa Savoia, cosa da far venire i brividi ai repubblicani viscerali). Essa trova infatti origine nelle iniziative di Guglielmo I il Tacito che fu il promotore, verso il 1572, della rivolta contro Fernando Alvarez di Toledo, terzo Duca d'Alba, giunto con le sue truppe dalla Spagna per mettere - o per tentare di mettere, visto il risultato finale - sotto controllo quel territorio allora possesso del regno iberico, il più importante in Europa.

Siamo atterrati all'Aia, la capitale "governativa" del Paese. In realtà convivono in esso due capitali: Amsterdam e l'Aia, appunto, dove si trovano tutti gli organi di governo e tutte le sedi diplomatiche. Ed è proprio nel quartiere diplomatico, in una delle importanti ville che in altri tempi costituivano le residenze di vacanza dei ricchi commercianti della vicina Rotterdam, che tra una bandiera e l'altra delle rappresentanze estere si trova la meta della nostra visita: il de Facultatieve Groep.

Ad attenderci il Presidente ed Amministratore Delegato Henry J. Keizer assieme al vice Presidente Patrick De Meyer. Si tratta di persone molto note del settore che da anni incrociamo in ogni angolo del mondo e che da sempre ci invitavano a visitarli per meglio conoscere la loro azienda ed in particolare la loro filosofia aziendale.

Se è infatti vero che il gruppo de Facultatieve è soprattutto noto, al di fuori del Paese d'origine, come leader nella produzione (in vari siti: Leeds, nel Regno Unito, per l'Europa occidentale; Olomouc, nella Repubblica Ceca, per l'Europa centro-orientale; Shenyang, in Cina, per l'Asia e Medina; Ohio, negli USA, per le Americhe) di forni crematori, è altrettanto vero che tale attività non rappresenta che la metà, circa, del giro d'affari del Gruppo. Il resto viene dalle attività "di servizio", estremamente diversificate: proprietà e gestione di cimiteri e di forni crematori, media, deposito fondi, assicurazioni (gestione di 100.000 polizze), formazione. Insomma, un gruppo estremamente sano ed equilibrato, con obiettivi chiari e ben definiti.

Dopo la visita della sontuosa sede sociale, ricca di arredi preziosi e che alberga una importante collezione di famosi pittori olandesi, la nostra destinazione è stata Westerveld, nei pressi di Amsterdam. Lì si trova il più bel cimitero olandese e certamente uno dei più grandi.

Esso risale al 1874 e dal 1913 ospita quello che è stato il primo forno crematorio del paese di cui uno dei quattro esemplari originali troneggia, amorosamente ricostruito, nella sala tecnica dove si trovano gli attuali forni operativi. Il parco si estende su 30 ettari in un paesaggio estremamente vario: dune (non siamo lontani dalla costa del mare del Nord), nelle quali sono inseriti mausolei, radure, laghetti, boschetti di piante cedue o sempreverdi. Fiori dappertutto. Una vera e propria oasi di pace e di serenità dove lo spirito trova sollievo alle sofferenze che sempre affliggono coloro che accompagnano una persona cara per l'ultimo viaggio o che si raccolgono in comunione con gli scomparsi da più tempo. Tant'è che esso costituisce una meta non solo per i dolenti, ma anche per coloro che cercano pace e tranquillità nel verde e soprattutto per molti studenti che in tanta serenità trovano un ambiente adatto per immergersi nei propri studi. In particolare quelli di architettura, che passano un tempo considerevole nella lettura specialistica di monumenti e manufatti presenti sul sito: l'ispirazione che ne deriva, ed i conseguenti risultati, sono eccellenti, almeno a giudicare da alcune realizzazioni civili o pubbliche di grandissimo interesse architettonico che si ammirano, un po' dappertutto, nel Paese. Vi è anche un caffè, il "Petit Café", aperto al pubblico per consentire a coloro che intendessero fare una passeggiata, come in un qualsiasi parco, di rifocillarsi e di dissetarsi quando il bisogno di una pausa ristoratrice si presenti. Il ristorante, poi, composto da sale modulabili che possono accogliere dalle dieci a parecchie centinaia di persone, è attrezzato con cucine da fare invidia a locali fregiati dalle tre stelle di una famosa guida edita da una ancor più famosa casa produttrice di pneumatici. Esiste infatti la consuetudine di presentare, dopo la cerimonia, le condoglianze alla famiglia. Questa riceve le visite offrendo caffè (per la cronaca vengono preparate 400.000 tazze di caffè all'anno) e pasticcini oppure salmone e caviale, champagne e whisky. Tutto è possibile. Il cliente è re. Ogni prestazione è accuratamente tariffata secondo le regole di un marketing estremamente sofisticato ed evidentemente redditizio. Nulla è lasciato al caso. Si tenta di prevedere tutto. Durante la cerimonia vengono registrati tutti i pezzi musicali eseguiti ed i discorsi di omaggio al defunto il cui tenore spesso sfugge nell'emozione del momento. Viene quindi realizzato un cd che potrà essere comperato e distribuito nel numero di esemplari richiesto dalla famiglia. Gli operatori tecnici della sala
di registrazione sono vere e proprie enciclopedie musicali e sono in grado di identificare un pezzo di musica classica o moderna su indicazione sommaria del richiedente che, non conoscendo né il titolo né tanto meno l'autore, dovesse, a voce, intonare il motivo ricercato.

Nel parco vengono organizzate esposizioni d'arte, di scultura in particolare, ed una volta all'anno, in una suggestiva ed amplissima radura ai piedi del crematorio, un concerto "in memoriam" di tutti i defunti, eseguito da artisti di primissimo piano. Il prossimo avrà luogo in giugno. I vari colombari sono personalizzati e sempre perfettamente integrati nell'ambiente.

Nella zona riservata alle inumazioni colpisce la frequente presenza di defunti cinesi. La ragione va trovata nella grandissima importanza, per quei popoli (ma sempre di più anche per molti di noi), del "Feng Shui", l'arte immemore di posizionare corpi e cose nello spazio in funzione dei diversi influssi magnetici, astrali, materiali su di essi. È ben evidente che in un cimitero come quelli nostrani e in molti di quelli olandesi, dove le posizioni sono predeterminate, una persona non può disporre il corpo nell'orientazione preconizzata dalle regole dell'antica arte. Laddove ciò sia fattibile è chiaro che l'adepto di questa scienza potrà andarci a cuor leggero. Si tratta, a Westerveld, del campo Ovest, dove la latitudine massima è lasciata alle famiglie per quanto riguarda il posizionamento della sepoltura. Il che spiega l'alta percentuale di defunti cinesi. Tanto più che le comunità asiatiche (e di riflesso il numero dei ristoranti) sono estremamente numerose in quel Paese quando si pensi alla storia della nazione.

Prima ancora degli inglesi l'Olanda aveva stabilito basi commerciali nell'oceano Indiano e già nel 1602 il parlamento aveva concesso una "charter" alla VOC (la Verenigde Oost-Indische Compagnie - Compagnia Olandese delle Indie Orientali) creando così strettissimi legami tra quei paesi ed la loro piccola ma estremamente attiva e dinamica terra d'origine. Più tardi gli inglesi, lanciati anch'essi alla conquista di nuove terre, entreranno fatalmente in conflitto con i loro dirimpettai riuscendo in certi casi a spodestarli da territori che costoro avevano conquistato e nei quali s'erano insediati non solo in Asia, ma anche in altre zone lontane. L'esempio più eclatante ci viene da Nuova Amsterdam che, dopo il conflitto anglo-olandese del 1664-1667, fu ribattezzata dai vincitori con il ben più noto, oggi, nome di New York. In realtà era stato un governatore olandese, un certo Peter Stuyvesant (sì, proprio quello delle sigarette; del resto sul pacchetto figura sempre l'iscrizione "the man who fouded New York - l'uomo che fondò N.Y."), a creare la città su Manhattan ("luogo delle colline rocciose" in indiano), l'insalubre e paludosa isola, all'epoca, che gli indiani Algonquini usavano come riserva di caccia. La stessa Wall Street, epicentro dell'economia mondiale, prende il nome dal fatto di seguire il tracciato della muraglia costruita dai pionieri olandesi per difendersi dagli attacchi dei britannici. Essa tuttavia non servì ai fini bellici perché un trattato di pace anticipò l'assalto. Ancor oggi, del resto, la bandiera della città porta i colori olandesi.

Torniamo, dopo questa digressione storica, al cimitero. Non si può non parlare delle sale di attesa per le famiglie, di quelle per gli invitati, delle sale del commiato, siano esse tanto quelle che si trovano nel settore inumazioni quanto quelle appartenenti alla zona cremazione. Tutto è stato realizzato con sobria eleganza e con estrema cura dei dettagli, il tutto obbedendo a criteri di massima funzionalità. Ad esempio le luminose vetrate che consentono a chi si trova all'interno di osservare la natura circostante non permettono a chi è fuori di vedere dentro. E ciò non utilizzando i ben noti vetri a specchio, ma tramite un abile posizionamento dei vetri e delle relative tendine. Inoltre il planning operativo è organizzato in modo che due funerali non possano mai incrociarsi durante lo svolgimento dei cortei. Altro dettaglio divertente e significativo dell'attenzione prestata a tutti gli aspetti il fatto che gli innaffiatoi messi a disposizione del pubblico in prossimità delle belle fontane si possono prendere soltanto dopo aver inserito una monetina da due euro in un sistema simile a quello dei carrelli dei supermercati. Ciò evita che i maleducati, piaga di ogni paese e che manifestamente esistono anche a quelle latitudini, abbandonino il recipiente, dopo l'uso, in un punto qualsiasi del cimitero non solo deturpando, così facendo, il sito, ma anche privando gli altri visitatori dell'uso dell'indispensabile oggetto. È soltanto un piccolo esempio di grande professionalità. Di quella professionalità che è alla base del successo e della prosperità del Gruppo. A costo di diventare ripetitivo non mi stancherò mai di insistere, insistere ed ancora insistere, contro venti e maree, sulla necessità per molti, moltissimi operatori del nostro bel Paese di mettere da parte una talvolta boriosa arroganza, di vestire panni di sana modestia e di far propri principi e metodi di lavoro che, soli, possono garantire il rispetto del defunto e di quelli che gli sopravvivono. In realtà, mentre da noi prevale il momento della cerimonia funebre, in quelle culture la predominanza viene assunta dalla "memorializzazione". Di conseguenza, minori spese per il cofano e molto di più per il luogo dove, dopo la cerimonia, si andrà regolarmente a render visita alla persona cara.

È stata, per noi, una giornata particolarmente istruttiva, grazie anche alla totale disponibilità degli anfitrioni. Oltre a quelli già menzionati non possiamo dimenticare Mr. van Eijk, Direttore Responsabile di tutte le attività cimiteriali del de Facultatieve Groep. Chi, come noi, conosce il planning di queste persone, sa quale sia per loro il valore di anche pochi minuti.

Possiamo quindi, noi di Oltre Magazine, andare giustamente orgogliosi del riconoscimento implicitamente fattoci concedendoci, in pratica, l'intera giornata.

 
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