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Vincenzo D'Anna

l'uomo immagine della Pilato in Sicilia

Se è vero che la vicinanza di un vulcano esercita grande influenza su molti dei nostri aspetti caratteriali e comportamentali, ebbene, Vincenzo D'Anna, dinamico imprenditore siciliano, ne è la testimonianza più attendibile. Lo abbiamo incontrato a Catania, ospite degli uffici della RETOF ("grazie alla cortesia di Sebastiano Romeo e di Michele Tomaselli che, per me, prima che essere clienti sono grandi amici") e la sua esuberanza, il suo vivace eloquio, le tante idee ed i progetti futuri che ci ha esposto sono stati all'altezza della intensa attività eruttiva del Vulcano che ci sovrastava.
"Iniziai giovanissimo, nel '90, ad occuparmi del settore funerario, nell'azienda di colui che, in seguito, sarebbe diventato mio suocero. Nel 1995, poi, la mia vita professionale subì una brusca accelerazione grazie all'inizio di un rapporto di collaborazione, quello con la Pilato, che mi ha permesso, e mi permette tuttora, di affermarmi definitivamente e di raccogliere grandi soddisfazioni. In Sicilia, autofunebre vuol dire PILATO. Oggi posso tranquillamente affermare che il 60/70 % del mercato dell'isola è stato acquisito dalla azienda di Nervesa della Battaglia. Noi siciliani, poi, vogliamo sempre essere all'avanguardia: le prime vetture di ogni modello messe in produzione sono sempre destinate alle nostre Imprese. È stato così per la Spirit, nei mesi scorsi, ed è così per la nuova ITALIA 2+2. Molti dei miei clienti comprano, per così dire, a scatola chiusa. Si sentono assolutamente garantiti dal solo marchio PILATO. E mai le loro aspettative sono andate deluse".
Quando parla della PILATO le si illumina lo sguardo. È così importante il rapporto con l'azienda veneta?
"Conobbi Luigi Pilato quando ero poco più che un ragazzo, e rimasi immediatamente colpito dalla sua umanità, dalla sua intelligenza, dal suo carisma. Oggi, purtroppo, non è più con noi, ma trovo gli stessi valori nelle sue tre figlie ed in Gian Vittorio Stella. Mi sento lusingato dal rapporto instaurato con tutta la famiglia, verso la quale provo, credo ricambiato, un sentimento di gratitudine ed un grande affetto che vanno ben al di là delle relazioni commerciali. Sono molto soddisfatto di questa esperienza professionale, per i risultati economici e, soprattutto, per la fidelizzazione dei clienti: tutta l'isola risponde bene, c'è una lunga lista di attesa non solo per il nuovo, ma anche per l'usato ‘ricondizionato PILATO', una voce importante per molte imprese, soprattutto le meno grandi. Negli ultimi anni il trend è in forte crescita: posso dire che, in media, le imprese siciliane tendono a rinnovare l'intero parco macchine ogni cinque anni. Guardi gli amici della Retof: sono nati a fine 2000 e, in soli due anni, hanno già acquistato cinque mezzi. E sono in attesa del sesto, la nuova macchina, già prenotata da tempo!".
Come è organizzata la sua attività?
"La nostra azienda, la LO PORTO, oltre ad una piccola impresa di onoranze funebri, a Santa Caterina Villarmosa, gestisce un magazzino all'ingrosso che, grazie ai marchi che rappresenta e di cui, per lo più, detiene l'esclusiva, è diventato leader assoluto in Sicilia. Ma i marchi, da soli, non bastano: puntualità, serietà, correttezza, sono le nostre peculiarità e ci hanno permesso di crescere e di far crescere i nostri sei collaboratori. Personalmente mi occupo del commerciale, e si può dire che non vi è giorno in cui non mi metta in macchina per andare a visitare i clienti. È un lavoro che mi gratifica, non sento assolutamente la fatica. E poi l'educazione al sacrificio, al lavoro, ai valori cui facevo riferimento prima mi sono stati inculcati, fin da piccolo, dalla mia famiglia. Oltre alla PILATO, i nostri marchi di punta sono FERRARI, e TECNICA PRESS. Con Franco Ferrari, così come con la famiglia Pilato, ho un rapporto di sincera amicizia, ed anche a lui devo gratitudine per il mio successo. Franco è una persona squisita, correttissima, molto stimato in Sicilia. Rappresento da soli tre anni il suo prodotto e, insieme, abbiamo raggiunto traguardi ragguardevoli. Da noi prevalgono i legni scuri, il larice ha poco riscontro. Sull'isola esistono ben 22 piccole aziende che producono cofani. Ma, con FERRARI, ci siamo ritagliati una considerevole fetta del mercato".
Quale è, in generale, la situazione in Sicilia?
"Anche qui, come nel resto di Italia, negli anni scorsi si è avuta una polverizzazione di imprese che ha provocato qualche imbarazzo. Nelle grandi città vi è, forse, maggiore spregiudicatezza, nei piccoli centri esistono, invece, un più ampio rigore ed una grande attenzione alla qualità del servizio. Il tutto nel massimo rispetto del defunto, nella solidarietà alla famiglia, nel perpetuarsi di tradizioni incentrate su solidi valori etici. Privilegiamo sempre la sostanza alla forma anche se gli aspetti esteriori, in particolare il carro funebre ed il cofano, vengono tenuti in grande considerazione. La Sicilia pretende piena affermazione del prodotto italiano. Personalmente sono contrario a tutte le esperienze produttive proposte in altri Paesi, soprattutto quelli dell'Europa dell'Est: imparano il mestiere, ci copiano design e parametri di qualità, poi finiranno per inguaiarci. L'Azienda Italia deve essere fortemente tutelata. E i Siciliani sono, e saranno sempre, in prima fila. Mi piacerebbe che la nostra Regione fosse maggiormente considerata dalle istituzioni di categoria e da tutta la stampa specializzata. Mi piacerebbe far sentire la voce e promuovere le idee degli Operatori siciliani …".
Non ci resta che aspettare Enzo D'Anna, presto, sulle pagine di OLTRE MAGAZINE!
 
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