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In mostra a Bologna

Il viaggio oltre la vita

Palazzo Pepoli e il Museo della Storia di Bologna ospitano dal 24 ottobre 2014 al 19 aprile 2015 una mostra dal titolo “Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà virtuale”. Nata da un’idea congiunta di Genus Bononiae Musei nella Città, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Museo Nazionale di Villa Giulia a Roma e implementata dal progetto scientifico e tecnologico di Cineca, l’iniziativa rappresenta un bell’esempio di collaborazione tra due entità museali italiane che si aprono verso nuove frontiere comunicative e di divulgazione. La mostra focalizza l’attenzione su un aspetto che affascina ancora oggi: la concezione dell’aldilà nella antica civiltà etrusca. Non si tratta certo di una novità: il rapporto con l’oltretomba è uno degli aspetti più studiati di quella civiltà, sicuramente tra i più conosciuti e di maggiore impatto. La vera innovazione consiste nel fatto che, oltre all’esposizione di importanti reperti originali, alcuni dei quali visibili per la prima volta al di fuori di Villa Giulia, è stata concepita una sezione basata sulle più evolute tecnologie in ambito di realtà virtuale e dei più avanzati aspetti della multimedialità in grado di creare ambienti immersivi e situazioni interattive.
Tra i capolavori di Villa Giulia è possibile ammirare ceramiche figurate, sculture in pietra e la trasposizione di una tomba dipinta di Tarquinia, la Tomba della Nave, le cui pareti affrescate sono state riproposte su pannelli ricostruendo un ambiente in cui i visitatori hanno la sensazione di entrare in un vero sepolcro etrusco. Tra i reperti, inoltre, vi sono il famoso Cratere di Euphronios, trafugato e restituito all’Italia dagli Stati Uniti, e due sculture in pietra provenienti da Vulci e da Cerveteri. Più vicine alla storia di Bologna, sono le tre stele felsinee figurate: due provenienti dal Museo Civico Archeologico e una, di recentissima scoperta, depositata presso la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia Romagna che, per la prima volta, è esposta al pubblico insieme al corredo della tomba a cui apparteneva.
Continuando con la visita si arriva alla Sala della Cultura che ospita il Sarcofago degli Sposi, monumento simbolo della civiltà etrusca, che ben identifica la concezione della morte e dell’aldilà: i due sposi sono sdraiati su un letto da convivio con espressioni serene. Gli studi hanno evidenziato come la rappresentazione dell’aldilà sia mutata nel tempo, soprattutto sotto l’influenza del mondo greco. Tuttavia pare che in una prima fase l’oltretomba venisse concepito come un mondo molto simile a quello dei vivi, in cui il defunto manteneva il proprio corpo e i propri oggetti che venivano per questo depositati nel sepolcro. Il mondo dei morti era totalmente separato da quello dei vivi, ma non era considerato in modo disforico. Quello che i visitatori possono ammirare nella mostra di Bologna non è il sarcofago originale, esposto a Villa Giulia, ma una spettacolare ricostruzione virtuale, realizzata con le tecnologie più avanzate da parte del Cineca, che ha coordinato anche tutta la fase scientifica di acquisizione digitale. L’installazione è stata sviluppata con la direzione tecnica di Franz Fishnaller, pioniere internazionale di installazioni virtuali tra tecnologia e arte, e con la regia di Giosuè Boetto Cohen, che già da lungo tempo collabora con Cineca su progetti di valorizzazione del patrimonio culturale: consiste nella integrazione di proiezioni sulle pareti della sala (con tecnica di 3D mapping) e nella ricostruzione ologrammatica all’interno di una speciale teca. La sala ospita anche un clone del Sarcofago degli Sposi realizzato da Italdesign Giugiaro, che ha soprattutto una funzione didattica ed educativa e dà la possibilità ad adulti e bambini di avere una esperienza tattile del monumento. La realizzazione ha richiesto un ampio lavoro di acquisizione digitale del sarcofago da parte di ricercatori del CNR, dell’Università di Bologna e della Fondazione Bruno Kessler che, usando tecniche fotogrammetriche, hanno lavorato sul reperto originale.
La visita all’installazione dura circa 11 minuti nei quali è possibile vedere il cartoon 3D “Ati alla scoperta di Veio”, in cui il personaggio di Ati, una giovane donna etrusca, guida i visitatori dalle sale del museo di Villa Giulia verso uno dei più importanti santuari dell’antichità, quello di Portonaccio a Veio, potente città etrusca nemica di Roma. Il museo della Storia di Bologna non è nuovo a questo tipo di esperienza: in occasione dell’inaugurazione nel 2011 era stato presentato il cortometraggio 3D stereoscopico in computer grafica “Apa l’etrusco alla scoperta di Bologna”, realizzato sempre da Cineca con la regia di Giosuè Boetto Cohen. La pellicola è stata subito considerata una novità tra i filmati divulgativi di tipo museale e ha vinto il primo Premio Fiamp Unesco (mediometraggi per la cultura) al Festival del Cinema di Montreal 2012. Il personaggio dell’etrusco Apa, a cui ha dato la voce un simbolo di Bologna, Lucio Dalla, accompagna da allora i visitatori del Museo della Storia di Bologna alla scoperta della città felsinea.
In occasione della Mostra il filmato è stato ampliato con l’inserimento di una scena nuova in cui l’etrusco bolognese Apa passa il testimone alla cugina etrusca “del Sud” Ati, che ha la voce di Sabrina Ferilli e che continua il racconto dal Museo di Villa Giulia coinvolgendo i visitatori nella narrazione del mondo etrusco con un linguaggio semplice e con una grafica di alta qualità, senza per questo tralasciare la coerenza e il rigore scientifico. È possibile, dunque, vivere una nuova concezione dello spazio museale, composto da ambienti immersivi in cui il visitatore può interagire con le opere e in cui la divulgazione assume forme e colori inediti. La tecnologia permette al visitatore di trovarsi all’interno di un museo di Bologna, ma allo stesso tempo di visitare una tomba di Tarquinia o il sito di Veio, riuscendo così a creare una esperienza del mondo etrusco che, per quanto limitata, si rivela in se stessa completa.
 
Sara Sacco


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