Viaggio nell'imprenditoria femminile nel comparto funerario (Parte 1 di 2)
Intervista a Raffaella Bianchin, titolare dell'azienda 3B - R.B. e ad Alessandra Pellegrini, titolare dell'impresa di onoranze funebri Pellegrini
Prende il via da questo numero di Oltre Magazine una nuova rubrica riservata all’imprenditoria femminile nel settore funerario, sia nell’ambito delle onoranze funebri che in quello delle aziende produttrici di beni e servizi. Vuoi per le situazioni che si presentano nella quotidianità di questa professione, vuoi perché si pensa che per questo lavoro sia necessaria una certa prestanza fisica, sta di fatto che nell’immaginario collettivo il mondo della funeraria è appannaggio esclusivo del sesso maschile. La realtà, in generale, conferma questa tendenza, ma emergono sempre più frequentemente casi in cui a capo di imprese e aziende troviamo rappresentanti del “gentil sesso”. Proprio perché queste situazioni sono ancora relativamente rare abbiamo ritenuto di indagare e di conoscere un po’ più a fondo queste vere e proprie pioniere, augurandoci che la loro intraprendenza e il loro esempio funga da stimolo a tante altre donne, perché è ormai universamente riconosciuto che in tutte le attività, come nella vita privata, un confronto tra la sensibilità maschile e femminile amplia gli orizzonti apportando nuove idee e significativi margini di miglioramento.
Il nostro reportage prende l’avvio con una doppia coppia, in quanto entrambe le signore intervistate si avvalgono della stretta collaborazione di altre due figure femminili. Si tratta di Raffaella Bianchin titolare dell’azienda 3BI – R.B., che nella nell’attività quotidiana si giova del contributo della figlia Marina Moretto e di Alessandra Pellegrini, che gestisce l’omonima impresa di onoranze funebri con la sorella Valentina.
Intervista a Raffaella Bianchin, 3BI - R.B.
Iniziamo il nostro viaggio tra le dolci colline del Montello e precisamente a Signoressa, in provincia di Treviso, dove ha sede la storica manifattura di imbottiture per cofani funebri 3BI – R.B., che da oltre cinquant’anni realizza prodotti di una qualità e raffinatezza unici, grazie alla tenacia, alla competenza e allo spirito imprenditoriale di Raffaella Bianchin che è lieta di raccontarci la sua storia.
Tutto ebbe inizio alla fine degli anni ‘50 con la mia innata passione per il cucito trasmessami dalla nonna. Cominciai così a frequentare, come si faceva a quel tempo, i corsi di sartoria e di ricamo tenuti dalle suore del paese che incoraggiarono fortemente la mia passione. All’epoca mio padre esercitava la professione di impresario funebre e, apprezzando la mia abilità, mi chiese di confezionare alcune imbottiture per i suoi servizi. In quegli anni i cofani venivano per lo più rivestiti in carta crespata ma io preferii fin da subito realizzare i miei lavori in taftas (un tessuto nobile in quel periodo), dando il via ad una nuova tendenza. Non passò molto che i colleghi di mio padre, colpiti favorevolmente dalle mie creazioni, desiderassero anch’essi poter utilizzare le mie imbottiture… cominciò così la mia straordinaria avventura!
Un inizio del tutto casuale, che l’ha portata in breve tempo a diventare capo di un’importante azienda…
Ho sempre affiancato l’attività sartoriale a quella commerciale, ritagliandomi spazi per contattare e visitare potenziali clienti. Con l’aumentare delle richieste si rese necessaria l’assunzione di altre sarte e in pochi anni strutturai l’azienda costruendo lo stabile di Signoressa, investendo in macchinari ed attrezzature.
Certamente non deve essere stato facile da donna affermarsi come imprenditrice…
Non è stato un percorso semplice. Se anche ora il nostro è un settore prettamente maschile, immagini lei come poteva essere negli anni Sessanta! In quel contesto sociale la donna nel mondo del lavoro aveva un ruolo marginale, al massimo era concepibile che facesse la maestra o la segretaria. Ma la mia determinazione mi fece superare barriere e pregiudizi,riuscendo a guadagnarmi la fiducia del mercato. Le soddisfazioni non tardarono ad arrivare stimolandomi a pormi sempre nuovi obiettivi che mi hanno portato a sperimentare e ad utilizzare materiali innovativi: dopo il taftas ho introdotto i rasi, i moarati, gli jacquard, i tessuti d’arredo ed i velluti fino a proporre oggi una pregiata creazione artigianale con l’applicazione ai bordi dell’imbottitura di fiori in seta realizzati a mano con particolari tecniche attinte da antiche tradizioni. Vista la tipicità della mia produzione, l’essere donna mi ha agevolato in quanto è indiscussa l’affinità intrinseca che il mondo femminile ha con la sensazione materica che dà il tessuto.
Donna quasi sempre significa dover scendere a patti anche con la gestione della famiglia…
Nonostante il forte impegno che il lavoro mi richiedeva sono sempre riuscita a conciliare il triplice ruolo di imprenditrice, moglie e madre. La mia unica figlia Marina, nata nei primi anni 70, è oggi un’importante risorsa dell’azienda. Ciò non solo mi conforta dei sacrifici passati, ma mi conferma che anche come madre ho agito per il meglio.
Qual è il ruolo di Marina oggi nella 3BI- R.B.?
Marina mi coadiuva nella mia continua ricerca di nuovi materiali e di nuove tecniche, prestando grande attenzione anche alle problematiche legate alla salvaguardia dell’ambiente che ci circonda. Inoltre, visto il suo spiccato senso artistico, segue personalmente tutto ciò che concerne l’immagine aziendale e gli strumenti di supporto alla clientela, come la stampa di cataloghi, brochures, il sito web ed altro. Insieme abbiamo raggiunto significativi traguardi, sia sotto il profilo estetico che tecnico, che hanno fatto ottenere alla nostra azienda diversi ed importanti riconoscimenti.
3BI- R.B. è infatti rientrata nella ristretta rosa delle sei aziende (su un totale di 46) che nel 2014 hanno avuto l’onore di ricevere il premio"Innovazione e Creatività nelle Imprese Femminili" promosso dalla Camera di Commercio di Treviso e Belluno per aver “declinato innovazione e creatività nelle loro idee imprenditoriali per creare sempre nuovo lavoro e successo”. Un altro prestigioso riconoscimento è arrivato lo scorso anno con il privilegio di figurare nel libro “Le imprese artigiane al femminile nella Marca Trevigiana”, una lodevole iniziativa editoriale realizzata da Artigianato Trevigiano in collaborazione con la Camera di Commercio. La pubblicazione si prefigge l’obiettivo di raccontare la storia di 31 imprese artigiane a conduzione femminile che hanno contribuito all’immagine effervescente, creativa e tenace dell’economia della Marca, anche in tempi difficili. Sono storie emblematiche di donne che ce l’hanno fatta, nonostante la crisi, le difficoltà e nonostante gli innumerevoli ostacoli posti dal sistema sociale. Durante la presentazione del volume, alla presenza delle autorità del territorio, Marina ha voluto sorprendere i genitori con un bellissimo pensiero scritto di suo pugno in cui, oltre a profonda gratitudine ed affetto per la sua famiglia, esprime un forte orgoglio per il proprio lavoro e i valori che ne stanno alla base.