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Lost in transition

Una storia d'amore senza amore

“Più conosci te stesso e sai quello che vuoi, meno ti lasci travolgere dagli eventi” Bob Harris (Bill Murray)
L’uomo siede sempre allo stesso tavolo. È ben vestito, fuma cubani e beve whisky. Si guarda intorno spesso, ma l’espressione è malinconica e gli occhi sono assenti. La donna sorride a stento. Le piace sedersi sempre sullo stesso davanzale, quello che dà sulla vetrata più ampia. Tiene le ginocchia al petto e contempla la grande città, ma ha un’aria triste e stanca. L’uomo si chiama Bob Harris, di professione attore: a casa ha moglie e figli, ma sente di non appartenere più alla realtà in cui vive. La donna si chiama Charlotte: fresca di laurea in filosofia, è sposata da due anni con John, ma non sa più se sia stata la scelta giusta.
Sono i due protagonisti del dramma a tinte lievi affrescato da Sofia Coppola: sono due tipi solitari che si trovano senza cercarsi in una Tokyo maestosa i cui edifici oscurano il cielo e soverchiano i personaggi con la loro imponenza. Bombardati da insegne pubblicitarie lampeggianti e trascinati dal fluire della folla sui marciapiedi, i due si ritrovano qui ancora più soli e spaesati e si rifugiano in cerca di conforto in una serie di gesti abitudinari che sono punti fermi e che ricorrono in un cadenzato leitmotiv (lo stesso tavolo, lo stesso davanzale, gli stessi abiti, lo stesso whisky). Fino a quando non si incontrano: si riconoscono al primo sguardo, declinazioni diverse di una stessa condizione, e si cercano l’uno con l’altro per alleviare la propria solitudine.
Con tocco leggero e mano ferma, la Coppola mette in scena la graduale costruzione di un sentimento che non è amicizia, ma neppure amore: è piuttosto un profondo affetto che li avvicina e li consola. Tra Bob e Charlotte si sviluppa allora un attaccamento che non diventa quasi mai nulla di fisico o di palpabile, ma che è allo stesso modo potente e radicato e li aiuta se non ad uscire dalla propria condizione, almeno ad ammetterla a voce alta e con sincerità. Il disincanto verso una realtà in cui si sentono smarriti, infatti, non cambia: la parentesi Tokyo è però un balsamo per entrambi e li consola il pensiero di condividere la stessa sorte e di non essere più soli nella loro estraneità. Bob e Charlotte parlano poco, e in una sceneggiatura parca di dialoghi comunicano con lo sguardo e con i rari, rarissimi sorrisi. I silenzi però non sono necessariamente colmati da un accompagnamento musicale, e il sonoro fa irruzione nella pellicola nella veste di rumore esterno o di traffico cittadino, scheggiando per un attimo il tono dimesso e compassato di una narrazione che, del resto, si piega al carattere della coppia e procede su binari sgombri, ma a velocità molto contenute, senza forzature o piede sull’acceleratore, e sottotono come i suoi protagonisti.
Bill Murray e Scarlett Johansson, interiorizzano con grazia la condizione dei loro personaggi e la trasferiscono sullo schermo con maturità e con consapevolezza. Lost in translation vince l’Oscar 2004 per la miglior sceneggiatura originale, ricevendo un’accoglienza molto positiva dalla critica, e rimane ancora oggi una delle migliori prove registiche di Sofia Coppola.
 
Laura Savarino

CURIOSITÁ

  • Il film che Bob e Charlotte guardano in TV (con i sottotitoli in giapponese) è La dolce vita di Federico Fellini.
  • Nel finale della versione originale non si riesce a udire cosa Bob dica a Charlotte. Sofia Coppola ha dichiarato che non c’era un copione deciso e che Murray e la Johansson sono gli unici a sapere cosa sia stato detto.
  • Allmusic ha dato alla colonna sonora un punteggio di quattro stelle su cinque, evidenziando come “il romanzo impressionistico di Sofia Coppola dispone di una colonna sonora altrettanto impressionista e romantica che interpreta un grande ruolo nel film, al pari di Bill Murray e Scarlett Johansson”
  • La colonna sonora del film, assemblata sotto la supervisione di Brian Reitzell, comprende cinque canzoni di Kevin Shields, tra cui una del suo gruppo My Bloody Valentine.
     

LOST IN TRANSITION
(USA, 2003)
di Sofia Coppola
Durata: 105 minuti
Cast: Bill Murray, Scarlett Johansson, Giovanni Ribisi, Anna Faris



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