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Nella Stanza del Silenzio

La Stanza del Silenzio e/o dei Culti è uno spazio neutro, dedicato alla meditazione e al raccoglimento, un luogo dove entrare in contatto con la propria interiorità, in un’ottica inclusiva e interculturale che rifugge qualsiasi tipo di discriminazione.

A distanza di circa sessant’anni dalla realizzazione della prima “Sala della Meditazione” o “Sala della Quiete” – la volle nel Palazzo di vetro, nel 1954, l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjold, così da avere e offrire un luogo di quiete e di meditazione – le Stanze del Silenzio e/o dei Culti si stanno diffondendo anche in Italia. I progetti fino ad ora realizzati riguardano prevalentemente ospedali, aziende e fondazioni sanitarie, policlinici: stiamo parlando di una trentina di “Stanze” collocate in sette differenti regioni italiane  (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Sicilia). Tali progetti, lungi dall’esaurire l’orizzonte dei possibili interventi, rappresentano casi-studio rilevanti dai quali  muovere, diffondendo esperienze, approcci, strategie e soluzioni via via praticati.

Dietro alla progettazione – ha dichiarato Alessandro Bonardi, referente a livello nazionale per il progetto Stanza del Silenzio e/o dei Culti – c’è la convinzione che quando il corpo è malato anche lo spirito ha bisogno di cure, e questo riguarda non solo le persone ricoverate, ma anche i familiari e il personale sanitario. Come negli ospedali esistono le cappelle cattoliche, che offrono un servizio spirituale e liturgico, è nata l’esigenza di offrire a tutti un luogo neutro, soprattutto considerata l’estrema diversificazione delle credenze. Una stanza – conclude Bonardi – per fare silenzio, meditare, rigenerarsi, leggere, ricevere ascolto e conforto”.
Il modello di base consiste quindi nella creazione di uno spazio destinato all'integrazione delle diversità e dei bisogni specifici: pregare, elaborare sofferenza, dolore o lutto, pensare, raccogliersi, rigenerarsi o partecipare a incontri e seminari che affrontino queste particolari tematiche.

La nascita del Gruppo di Lavoro Nazionale

Poiché le aree scientifiche coinvolte nello studio della Stanza sono molteplici, nel 2016 è emersa l’esigenza di creare un Gruppo di Lavoro Nazionale (nato a Modena il 16 giugno 2016) e Gruppi di Lavoro Locali, costituiti da diversi professionisti interessati a studiarne le dimensioni e implicazioni sociologiche, psicologiche, filosofiche e religiose muovendo da approcci differenti. L’obiettivo principale dei Gruppi di Lavoro è promuovere e sostenere la realizzazione della "Stanza" all’interno di spazi istituzionali pubblici o privati: ospedali, hospice, carceri, cimiteri, università, aeroporti, ecc.

Come funzionano le Stanze

Le Stanze del Silenzio e/o dei Culti già realizzate in Italia sono tutte ad accesso libero, ma con custodia. Ogni Stanza ha un regolamento e/o un codice di comportamento ed è gestita da gruppi di operatori che si occupano della manutenzione, della rilevazione dei bisogni psicosociali mediante questionari costruiti ad hoc e della rilevazione delle presenze in quantità e qualità. Le Stanze possono ospitare varie tipologie di attività:
  • consulenza e sostegno psicologico individuale e di gruppo (per adulti e per bambini) per l’elaborazione del lutto, per la gestione di eventi stressanti e problematiche di salute;
  • portello di Assistenza Fine Vita e Assistenza Multiculturale;
  • punto di ascolto;
  • eventi a tema (conferenze, letture, spazi relax, performance e installazioni artistiche, ecc.).
Le Stanze possono prevedere un “Libro degli Ospiti”, per la raccolta di pensieri, riflessioni e richieste.

Le Stanze in Italia: alcune esperienze

Il quadro nazionale ci consegna un contesto demografico con un numero crescente di persone, italiane e straniere, appartenenti a differenti confessioni religiose e filosofiche, così come un numero di persone atee e agnostiche. La gestione delle diversità è un tema che ha già assunto un peso rilevante nell’organizzazione dei servizi socio-sanitari, che si vedono impegnate a garantire equità e parità di diritti, non solo a livello assistenziale.

"Leggendo il Quaderno delle Testimonianze – racconta Sandra Bombardi, dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara – abbiamo capito che la Stanza dell’Ospedale Sant’Anna rappresenta, per coloro che hanno potuto accedervi, uno spazio nel quale ritrovare la propria intimità ed identità, per poter affrontare le difficoltà emotive, psicologiche e fisiche che si incontrano all'interno di una struttura sanitaria. A tale fine, le persone non si limitano ad utilizzare lo spazio a disposizione per recitare preghiere o invocazioni, ma si abbandonano a pensieri filosofici, morali ed ideologici più ampi, favorendo il confronto, la condivisione e il dialogo, volti alla crescita interiore e all'arricchimento reciproco”.

"L'allestimento della Stanza del Silenzio al Mauriziano (con relativo regolamento) – ci dice Tiziana Bertero dell’Ospedale Mauriziano di Torino – è stato deliberato nel 2013. Si è formato un gruppo di lavoro composto da dipendenti (infermieri, amministrativi, medici, persone del comparto), con una formazione spirituale-religiosa di estrazione molto varia, alcuni non credenti, così da tutelare la laicità del luogo. Il gruppo si è quasi completamente autofinanziato, al fine di non gravare sul budget dell'azienda. Il locale scelto occupa una posizione strategica: in centro all'ospedale e rappresenta un angolo tranquillo offerto a persone che attendono ore, nei corridoi, di ricevere notizie o di visitare un ammalato”.

"La Stanza del Silenzio nel presidio Molinette è stata realizzata nella dismessa cappella dell’ospedale San Lazzaro – racconta Mario Caserta, Coordinatore del Progetto Religioni, Le cure dello Spirito presso l’AOU Città della Salute e della Scienza (Torino). – Abbiamo seguito le indicazioni dei rappresentanti religiosi, che sono a disposizione degli utenti per il raccoglimento, la meditazione e la preghiera. È ad accesso libero per tutti, credenti, di qualsiasi credenza o religione, e atei, tutti insieme nel silenzio e nel rispetto reciproco. Lo spazio, privo di ogni simbolo religioso, prevede un’area per gli ‘scalzi’, ovvero per chi necessita sedersi a terra e un’area con panche e sedie. All’ingresso una biblioteca accoglie i testi sacri di varie religioni".

"Abbiamo aperto la nostra Stanza del Silenzio già nel 2010 – riferisce Roberto Mazza della Fondazione IRCCS, Istituto Nazionale Tumori di Milano – al nono piano, accanto a un ‘healing garden’ pensile (giardino della cura) e alla cappella cattolica. Il gruppo di lavoro sulla multiculturalità opera in coordinamento con la rete HPH degli Ospedali Migrant Friendly e ha realizzato molteplici corsi di formazione per il personale clinico, una convenzione con la Comunità Ebraica di Milano per ottenere pasti kasher per i pazienti che lo richiedano, la possibilità per clinici e infermieri di attivare mediatori culturali (progetto finanziato dalla LILT) e di chiamare ministri dei vari culti presenti a Milano. Stiamo organizzando anche una sala per il lavaggio rituale della salma come richiesto da diverse culture e religioni”.

"La Sala di Preghiera e del Silenzio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Careggi (Firenze) – racconta Guidalberto Bormolini, fondatore dell’Associazione TuttoèVita Onlus e coordinatore della Stanza – è diventata un luogo di dialogo interculturale e interreligioso, grazie a differenti e significative iniziative che la rendono viva. La Direzione dell’AOU di Careggi e il dirigente dell’area comunicazione hanno reso possibile questo lavoro grazie a un’ampia e convinta disponibilità, tale da permettere l’introduzione dei temi della spiritualità nei percorsi formativi interni all’Azienda sanitaria stessa”.

Anche a Bologna, a partire dal 2017 è attivo un “Comitato per le Stanza del Silenzio e/o dei Culti”, del quale fa parte anche SO.CREM Bologna. Il gruppo sta lavorando alacremente affinché queste Stanze vengano realizzate anche nella nostra città. Per chi volesse saperne di più: stanza.silenzio.bologna@gmail.com
 
Alice Spiga (direttrice SO.CREM Bologna)


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