- n. 6 - Giugno 2012
- Recensioni
Il Fado
La stanchezza dell'anima forte
"Mia dolce Ofelia, arriva sempre il momento in cui capisci che l’illusione successiva dei giorni, o la loro musica, è giunta al suo termine. Se era illusione, è come quando, al momento dell’alba, i contorni del reale, da sfumati che erano, sono investiti dalla luce che cresce e si fanno nitidi, taglienti come lame, e senza remissione. Se era musica, è come se le note di un’orchestra, dopo il moto allegro, lo scherzoso, l’adagio e l’allegro maestoso si facessero solenni e si spengessero lentamente: le luci si abbassano e il concerto è finito."
Antonio Tabucchi,
Si sta facendo sempre più tardi.
La
saudade è per lo più conosciuta come un sentimento riferito al solo popolo brasiliano o associato a qualche calciatore per giustificare il suo ritorno in patria durante i festeggiamenti del Carnevale. Ma non è solo questo: innanzitutto
nasce in Portogallo ed è molto più che una semplice nostalgia, termine con cui di solito viene tradotta in italiano. In una delle sue ultime apparizioni televisive
Antonio Tabucchi, scrittore e traduttore recentemente scomparso, profondo conoscitore e amante del portoghese e del Portogallo, la ha definita
“un senso di nostalgia tanto legato al ricordo del passato quanto alla speranza verso il futuro”.
La saudade è il sentimento che fa da base poetica alla musica popolare portoghese, il fado, una musica molto particolare che ebbe il suo periodo di maggior splendore tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900 e che ancora oggi viene eseguita a Lisbona e nelle principali città del Paese. La voce del cantante accompagna il suono di una chitarra portoghese, uno strumento tipico, legato proprio alla esecuzione del fado. Come tutte le musiche popolari, è stato influenzato da diversi aspetti collegati alla società e alla storia del popolo a cui appartiene. La stessa saudade pare abbia origine negli animi dei primi coloni portoghesi che sentivano la mancanza della loro patria e che tuttavia credevano profondamente nella loro missione per un futuro migliore. La società circostante e le differenze di cultura hanno talmente plasmato il fado da caratterizzarlo al punto da renderne riconoscibili diverse forme legate alle specificità delle città in cui si è sviluppato: i più famosi sono quello di Coimbra, città sede di una importante università e che per questo motivo presenta spunti più colti, e quello di Lisbona, di estrazione popolare, che si è sviluppato nelle vie della malavita della capitale.
Nato spontaneamente nei quartieri popolari sotto una forte connotazione anarchica e socialista, durante il regime di
Salazar, che ha dominato il Portogallo fino alla fine degli anni sessanta, il
fado venne istituzionalizzato attraverso la censura preventiva dei testi e il tesseramento obbligatorio di tutti i cantanti. Come sotto ogni dittatura, la cultura è accettata e incoraggiata solo se diventa propaganda; in caso contrario è destinata ad essere perseguitata. In questo periodo, il fado raggiunse le sue maggiori espansione e fama, grazie anche a magnifici
interpreti quali
Ercília Costa, Berta Cardoso, Alfredo “Marceneiro”, Fernando Farinha e, soprattutto,
Amàlia Rodrigues. Quest’ultima,
“a Alma do Fado”, è conosciuta come la più grande interprete, la voce del Portogallo che ha reso il genere internazionale e che ha introdotto cambiamenti stilistici che lo caratterizzano ancora oggi. Di umili origini, Amália iniziò la propria carriera all’età di diciannove anni a Lisbona e per oltre cinquant’anni fu riconosciuta la regina incontrastata della musica portoghese. Con la
Rivoluzione dei Garofani, la sua popolarità venne spezzata: era una scomoda icona del Portogallo di Salazar. Successivamente la sua figura venne riabilitata, ma Amália si ritirò dalle scene fino alla morte, avvenuta nel 1999.
La “Regina del
Fado”, così veniva definita, è stata un’ottima interprete ed una autrice di testi in cui dava corpo alla
saudade con la voce e le parole. Grazie all’introduzione di alcuni elementi innovativi nelle sue esecuzioni, Amália rese possibile un rinnovamento del
fado in chiave moderna, con a testi e armonie più complessi di quelli del periodo classico. Un livello sempre più raffinato e una voce straordinaria per tutti i cinquant’anni della sua carriera caratterizzarono il lavoro di Amália, che impose un profondo cambiamento nella storia del genere. Un esempio per tutti: la musica popolare portoghese per eccellenza trovò perfino in
Fernando Pessoa, il più grande poeta portoghese, un autore di
fado. Le sue parole vengono ancora oggi cantate da
Dulce Pontes, la cantante oggi più nota al pubblico italiano. Nel 1929 Pessoa scrisse:
“Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell’anima forte, l’occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l’ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani...”.
Saudade, quindi: “categoria dello spirito” la definisce Antonio Tabucchi che ne ha fatto un elemento imprescindibile per molti dei suoi libri, il sentimento caratterizzante del popolo portoghese che ancora oggi accompagna giovani e vecchi cantanti per le casas do fado in tutto il Portogallo.
Sara Sacco