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Staglieno si a[ni]ma


A Genova ha preso il via una iniziativa condivisa tra varie istituzioni per preservare e valorizzare uno dei cimiteri monumentali più rinomati del mondo.


Staglieno si a[ni]ma è il nome del progetto di valorizzazione del cimitero monumentale di Genova presentato alla stampa lo scorso 22 febbraio. Un patto tra Comune, Terzo Settore e Impresa per diffondere la conoscenza del patrimonio artistico ed implementare i flussi turistici.

Il cimitero monumentale di Staglieno, definito dallo scrittore statunitense Ernest Hemingway “una delle meraviglie del mondo”, deve la sua peculiarità alla sua configurazione architettonica che se da una parte riprende le forme del classicismo tipiche della metà dell’800 con la struttura quadrangolare come nucleo di base, dall’altra inserisce il tutto in un contesto di tipo naturalistico più comune ai cimiteri della cultura nord-europea. Inaugurato nel 1851 su progetto dell’architetto Carlo Barabino (poi passato al collega Giovanni Battista Resasco), ha un’estensione di 360.000 metri quadrati e al suo interno sono presenti numerose opere lapidee di alto pregio artistico.  

Un importante patrimonio storico e culturale che l’amministrazione comunale ha sempre cercato di tutelare con varie iniziative volte alla preservazione e alla valorizzazione del sito. Con Staglieno si a[ni]ma vengono ora coinvolti i principali attori del territorio: capofila del progetto è l’associazione di promozione sociale GenovaFa ed è finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando “I luoghi della cultura 2020-2022” e co-finanziato dall’Università di Genova con il sostegno attivo della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Liguria.

Questo importante progetto - ha dichiarato l’assessore ai servizi civici Massimo Nicolò - ci consentirà di procedere, in collaborazione con il mondo dell’impresa e del Terzo Settore, a una rivalutazione e riqualificazione complessiva di Staglieno dal punto di vista artistico e culturale, nell’ottica di incrementarne i flussi turistici. Il Cimitero di Staglieno vanta una quantità impressionante di monumenti e opere d’arte: un patrimonio di bellezza che intendiamo conservare e far conoscere a tutti, genovesi e turisti”.
Staglieno si a[ni]ma si propone come un primo, importante contributo allo sviluppo di un piano strategico mirato alla fruizione del Cimitero quale luogo di cultura attraverso un modello che vede una cooperazione tra più soggetti. Il tutto con un approccio multidisciplinare che “si prende cura” della memoria collettiva attraverso una dimensione partecipata con l’obiettivo di favorire un turismo lento, diffuso e sostenibile.

Il progetto si articola su due principali direttrici tematiche: Restauro, Didattica, Alta Formazione e Cultura, Territorio. Relativamente alla sezione Restauro, Didattica e Alta Formazione, è previsto che il Centro lapideo di Staglieno, già in essere, diventi sede di attività didattiche e di laboratorio con il coinvolgimento delle scuole di specializzazione, al fine di attivare un percorso virtuoso di formazione, ripristino e manutenzione del patrimonio artistico sotto l’egida delle Istituzioni. Agli allievi provenienti da fuori regione sarà proposta la “formula Campus” con l’offerta di  pacchetti di ospitalità completi. Il secondo asse tematico, Cultura e Territorio, è altrettanto importante poiché  si propone di incrementare gli accessi e i flussi turistici.

Per raggiungere i risultati prefissati ci si focalizzerà su diversi target di visitatori con azioni specifiche per ognuno di essi: il Segmento Locale rivolto ai cittadini genovesi che scoprono o tornano a Staglieno; le Scuole, dove verranno introdotte lezioni e seminari sulla cultura del territorio, le radici e la consapevolezza dell’identità sia genovese/ligure che italiana; il Segmento internazionale-multiculturale che vedrà l’istituzione di campi internazionali e il coinvolgimento di comunità di altri culti; e infine il network ASCE (Associazione dei cimiteri storico-monumentali in Europa) che dal 2001 promuove su scala internazionale i luoghi della memoria più significativi.

Per coinvolgere giovani e scuole, il progetto prevede di declinare gli itinerari tematici secondo varie fasce d’età (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado), mentre per implementare la visibilità del cimitero a livello soprannazionale saranno realizzati percorsi internazionali e multiculturali in collaborazione con le scuole e le comunità straniere presenti in città. Sarà portata avanti anche l’idea di estendere itinerari tematici già attivi e fruibili, ai partecipanti dei grandi eventi e delle manifestazioni fieristiche che si svolgono in città, quale alternativa ed interessante  proposta culturale.

La prima fase del progetto, attualmente in corso, prevede il monitoraggio, la misurazione e l’analisi dei parametri di riferimento. A tal fine sui varchi di accesso è stato da poco installato un sistema di sensori e i dati quantitativi sugli accessi andranno a completare l’analisi dei flussi, permettendo di valutare l’efficacia delle varie azioni. Una volta ultimate la mappatura e la raccolta dei dati, verrà costituito un comitato scientifico con funzioni di indirizzo utili alla costruzione di una rete qualificata di riferimento.

La compartecipazione e l’incontro di diverse sinergie sono la peculiarità di Staglieno si a[ni]ma dove emerge forte la volontà di creare un “Sistema Staglieno”, con la messa a punto di un modello sostenibile che sperimenta un progetto pilota capace di produrre valore a favore del territorio e della conservazione di un sito che è un vero e proprio museo a cielo aperto della scultura del XIX secolo e che custodisce un patrimonio di memoria, storia, arte e bellezza da conservare, valorizzare, tramandare  e far conoscere ovunque. Un impegno condiviso che, come ha commentato Caterina Fasolini, presidente dell’associazione GenovaFa, “è rivolto ad aprire una strada, una nuova modalità di partecipazione attiva che convogli risorse, economiche e non, nella protezione di un patrimonio che non è soltanto di Genova, ma del mondo”.
 
Raffaella Segantin


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