Rotastyle

E aveva un cuore!

Un dipinto che indaga sulla duplice natura della figura del medico, in bilico tra rigore scientifico e profonda umanità.

¡Y tenía corazón! (e aveva un cuore) è un’opera pittorica non molto conosciuta ma di forte impatto.

Nota anche come Anatomia del cuore o L'autopsia, è stata dipinta dal pittore spagnolo Enrique Simonet Lombardo nel 1890.
L’artista è nato a Valencia il 2 febbraio 1866. Figlio di una famiglia di elevata posizione sociale, entrò giovanissimo in seminario, dove però non completò nemmeno i due mesi di prova. Il suo obiettivo fu da sempre quello della pittura e fortunatamente la famiglia assecondò il suo interesse e il suo talento, sostenendolo durante tutto il periodo di studi, che iniziò alla Scuola di Belle Arti San Carlos di Valencia. Continuò successivamente la sua formazione a Malaga, città in cui nel frattempo i genitori si erano trasferiti, presso lo studio del pittore Bernardo Ferrándiz. È in questo periodo, che va tra il 1882 e il 1887, che Simonet cominciò a farsi conoscere quale artista eclettico, interessandosi sia al quotidiano che allo straordinario, comprendendo soggetti popolari, generi accademici e persino commerciali. È sempre in questo periodo che emerge il suo interesse per il corpo umano, soprattutto quello femminile. Nel 1887 si recò a Roma, tappa quasi obbligata per i pittori europei dell'epoca. Qui fu conquistato dai resti archeologici, dalle splendide vedute della città e dai suoi abitanti, come testimoniato dai numerosi schizzi. Ed è proprio a Roma che vedono la luce le sue opere di maggior successo: Flevit super illam, E aveva un cuore! e la Decapitazione di San Paolo, un altro quadro di grande suggestione, che si può ammirare nella cattedrale di Malaga, dove il capo mozzato del santo è circondato da una mistica aureola di luce soprannaturale.

Simonet fu un grande viaggiatore e dopo aver visitato Roma e buona parte dell’Italia, soggiornò diverse volte a Parigi e fece il giro del Mediterraneo, tanto che per qualche anno fu di stanza in Marocco, come corrispondente de "La Ilustración Española y Americana". Dal 1901 si stabilì a Barcellona dove ottenne una cattedra all’accademia delle Belle Arti. Dieci anni dopo si trasferì a Madrid alla Scuola di Belle Arti di San Fernando, sempre come professore, e tra il 1921 e il 1922 fu direttore della Residenza El Paular per pittori di paesaggio. Morì nel 1927.

Durante la sua vita artistica ebbe diversi riconoscimenti: nel 1892 ottenne una medaglia all'Esposizione Internazionale di Madrid con l'opera Flevit super illam, e successivamente vinse premi all'Esposizione Universale di Chicago (1894), a Barcellona (1896) e a Parigi (1900). Le sue opere si trovano oggi al museo del Prado di Madrid, al Museo di Belle Arti di Malaga e nella Reale Accademia di Belle Arti San Fernando di Madrid. È stato un pittore molto prolifico.

E aveva un cuore! è sicuramente il quadro più famoso di Simonet, realizzato durante il suo soggiorno romano. L’opera rientra nella corrente del cosiddetto “realismo sociale”, in particolare nell'ambito di un filone a carattere scientifico proprio dell'Ottocento, in voga anche per soddisfare richieste di medici e scienziati in generale, che, in mancanza di fotografie, si rivolgevano ad artisti per riprodurre scene di autopsie così da poter studiare il corpo umano in modo empirico al fine di trovare cure alle varie malattie. Non è dunque un caso che anche questo quadro sia stato dipinto su commissione e si sa che, al di là delle mostre d’arte, in passato è stato esposto anche in occasione di convegni medici.

Ciò che vi è rappresentato è la figura di un medico legale intento ad eseguire un'autopsia sul corpo di una giovane donna che giace sdraiata su un tavolo. Vari indizi fanno intuire che fosse una prostituta, sia perché la storia racconta che si tratta di un cadavere recuperato nel Tevere (una fine che capitava non di rado alle prostitute) e sia, in particolare, per la fluente chioma di capelli rossi, solitamente associati alle meretrici. Il medico tiene il suo cuore in mano e lo esamina con sincero interesse. La scena è profondamente realistica: la riproduzione del corpo della ragazza è impeccabile, così come tutto l’ambiente che la circonda, dove i pochi oggetti presenti, costituiti dagli strumenti autoptici, sono rappresentati nei loro asettici e crudi dettagli. Ma se c'è qualcosa che eccelle da questo lavoro, è un sapiente gioco di contrasti. Contrasti di chiari e scuri innanzitutto, dove vediamo il corpo della giovane in piena luce, semicoperta da un lenzuolo bianco che si contrappone al vestito nero del medico e alla penombra della stanza dove una piccola lanterna posta su una parete di fondo, emana di fatto una luce così flebile da essere incapace di rischiarare l’ambiente. Ma anche contrasto tra la vita e la morte, tra vecchiaia e giovinezza, tra scienza e sentimento. Enigmatico lo sguardo del medico sul cuore: se da un lato è affascinato dall’organo in quanto parte anatomica del corpo umano, dall’altra sembra meditare su tutto ciò che rappresenta a livello simbolico ed emotivo che lo porterà a considerare che anche quella sconosciuta peccatrice in fondo aveva un cuore!

Come modelli per realizzare l’opera, Enrique Simonet si affidò ad un mendicante incontrato per strada per quanto riguarda la figura del medico, mentre per la ragazza si ispirò ad una giovane attrice che si era suicidata per mancanza d'amore, almeno secondo le lettere che lei inviò alla sua famiglia. Il dipinto misura 291 x 177 cm e si trova al museo di Malaga.
 
Raffaella Segantin

Biemme Special Cars

Abbattitore Salme - Coccato e Mezzetti

GIESSE

GEM MATTHEUS - Creamazinoe animale

GIESSE - Risarcimento Danni

Rotastyle - L'arte del prezioso ricordo

STUDIO 3A - Risarcimento Assicurato SRL

Infortunistica Tossani

Alfero Merletti - Studio Legale

Scrigno del Cuore

FIAT_IFTA

Oltre Facebook