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L'architetura della piramide e l'archetipo del triangolo tra spazio fisico e spazio simbolico

Simbologia della Piramide

Nonostante il corpo sia “solo” la dimora dell’anima, che nel momento del trapasso si stacca da esso per intraprendere un nuovo viaggio, nei secoli i dolenti di innumerevoli religioni, hanno comunque sentito l’esigenza di creare quel luogo fisico e tangibile, in cui avere un contatto con il defunto per sempre. Questo luogo simbolico è la tomba.
La tomba ha rivestito un’importanza tanto grande da diventare luogo di culto, spesso inviolabile. Grazie alle tombe abbiamo scoperto usi e costumi di popoli ormai troppo lontani e siamo venuti a conoscenza di quale fosse il loro approccio con le divinità, con la vita e con la morte, rivelandone usi e rituali ormai dimenticati.
La Piramide è uno degli esempi di tomba megalitica più importante pervenuta sino a noi. Le prime piramidi erano a gradoni, immensi edifici dalla pianta squadrata che si erigevano verso il cielo quasi fossero una scala colossale. Si pensa che la piramide a gradoni sia la prima struttura di grandi dimensioni realizzata interamente in pietra dal popolo egizio. Questa forma con il tempo è cambiata, diventando quella della piramide che tutti oggi conosciamo.
La Piramide aveva una funzione differente rispetto alle nostre tombe attuali: era un luogo chiuso a cui nessuno poteva accedere, in nessun caso e per nessun motivo. Le nostre cappelle sono, al contrario, dei luoghi - per così dire - più “flessibili”, richiamano spesso come forma architettonica la casa dei vivi, vengono arredate e curate quasi fossero le abitazioni dei defunti in una città addormentata. Le fattezze della nostra cappella, che accoglie la tomba, sono state create secondo uno schema che noi conosciamo e riconosciamo, è il luogo di protezione primordiale, che ospita e ripara da quello che c’è fuori.
Ma se tutto è creato sulla base del disegno di un modello a noi noto, da dove proviene la forma fisica della piramide?

La simbologia della scala

Per gli Egiziani, le piramidi non si chiamavano piramidi. Questo nome gli verrà dato successivamente dai Greci; esse in origine venivano chiamate MR, che si pronuncia “mer”. La “M” indica la parola luogo ed “R” designa l’atto del salire. MER significa quindi “luogo predisposto per la salita”. All’origine, infatti, la Piramide simboleggiava la scala per salire in cielo verso il Sole.
Se la nostra cappella è la casa, la Piramide è la Scala. Quello della scala è un simbolo “assiale”, poiché su di essa si effettua un perpetuo movimento ascendente e discendente che richiama l’asse dell’Universo; un simbolismo ripreso da tante culture in forme differenti: nei riti Vedici e Sciamanici, ad esempio, si compie l’atto di salire ed in questo caso la scala è sostituita dal tronco di un albero. L’elemento cambia ma la metafora rimane sempre la stessa.
Nella Bibbia la scala di Giacobbe è l’elemento di congiunzione con una dimensione spirituale più elevata e si erige anche essa verso l’alto. Giacobbe pose nel luogo in cui aveva avuto la visione della sua scala una pietra, anche la prima piramide a gradoni è realizzata in pietra ed oggi la pietra rimane comunque l’emblema che identifica il Divino, poiché è un qualcosa che non muta ma rimane stabile nel tempo.

L'importanza simbolica del quadrato e del triangolo

La pianta della piramide è di norma a base quadrata; anche il quadrato è ricco di simbologia: rappresenta la terra e una dimensione più umana; richiama l’idea della perfezione perché costituito da quattro lati tutti uguali e sta quindi ad indicare uno spazio organico. il quattro della scienza numerologica rappresenta il mondo, l’inizio ed ha dato il via a molti elementi che indicano tale concetto: i quattro “mondi” della Cabala ebraica ad esempio, oppure i quattro punti cardinali, le quattro stagioni annuali e le quattro fasi lunari e così via.
La piramide in forma solida è quindi costituita da una base quadrata da cui nascono quattro figure triangolari che ne determinano le facciate. Se il quattro sta ad identificare il mondo, il tre, numero dei lati del triangolo, anch’essi tutti uguali, sta ad indicare Dio. In Egitto il triangolo è la raffigurazione della stella di Sirio. Il tre per noi è l’emblema della Trinità, Dio è infatti uno e trino. In Egitto il triangolo della stella di Sirio rappresenta il mezzo di canalizzazione dei raggi solari sulla mummia, per donargli nuova forza. Decorazioni a forma triangolare sono state ritrovate sulle tombe e su corredi funebri in quasi tutta Europa, spesso venivano anche realizzati elementi di tale forma in materiali come argilla, osso oppure pietra che servivano al defunto come protezione nell’aldilà. Il triangolo con la punta verso l’altro indica da sempre ascesa ed evoluzione ed è riconducibile ad un tema positivo, al contrario di quello con la punta rivolta verso il basso che è il simbolo di involuzione e talvolta anche di caos. In Egitto il tre rimane comunque un numero ricorrente, nella piana di Giza si trova il complesso delle tre grandi strutture piramidali. Queste sono correlate con la costellazione di Orione, formata dalle tre stelle che si adattano perfettamente al loro schema.

La Piramide come risposta a diverse esigenze spirituali

La forma della piramide nasce quindi per sopperire a tre sigenze. In primo luogo costituisce la realizzazione fisica di un’idea archetipica: il triangolo come archetipo del divino. Il Faraone non è solo il re del popolo, ma è la personificazione della divinità fatta uomo, ovvero l’incarnazione di Horus figlio di Ra, dio del Sole. E come il Dio della religione cristiana anche egli assume una triplice valenza, è infatti Divinità, Sacerdote e Re. Con il tempo il suo ruolo di divinità svanisce, ma i primissimi faraoni conservarono per molto tempo questa idea. La seconda motivazione che definisce la forma della piramide è quella inerente al suo aspetto simbolico legato propriamente alla forma: da una base solida e quadrata si sviluppa un edificio che si spinge verso il cielo. Ogni piramide era connessa ad un linguaggio astronomico e forse la loro chiave di lettura va ricercata in cielo e non sulla terra. Infine questi luoghi, oltre ad essere delle tombe monumentali, erano anche canalizzatori di energie. Ancora oggi nelle nostre società moderne e tecnologiche vengono erette piramidi energetiche, secondo le misure della grande Piramide di Cheope, con la convinzione che si tratti di strumenti capaci di energizzare l’uomo, mettendolo in sintonia con l’universo e riequilibrando le forze del suo spirito. Come si vede, l’uomo ha sempre avuto bisogno di trarre forza dal simbolo, poiché esso, attraverso al rito, lo riunisce a Dio rendendolo completo.
 
Miranda Nera


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