- n. 2 - Marzo/Aprile 2017
- Focus Donna
Al servizio del "sentimento della morte"
Intervista a Cristina Zega, titolare a Roma della storica impresa Funeraria Officia Roberto Zega.
Il viaggio esplorativo nell’universo femminile del comparto funerario fa ora tappa nella Capitale, dove
abbiamo incontrato la Signora Cristina Zega,
a capo dell’impresa Funeraria Officia Roberto Zega, una delle più importanti di Roma, famosa per celebrare le esequie anche di molte autorità istituzionali. Approcciamo la Signora Cristina con la domanda di rito, chiedendole informazioni sulla sua scelta di lavorare in questo campo e sul suo percorso professionale.
Svolgere l’attività di impresario funebre era, in verità, l’ultimo dei miei pensieri. Avrei voluto fare il medico o l’avvocato, ma la vita, a volte, ci mette davanti a delle situazioni inattese che ci portano a cambiare strada. Nel mio caso non ho dubbi nel definire questo mutamento di rotta una scelta felice. Sono così entrata in quella che definisco un’attività di famiglia, perché è proprio nella famiglia che risiede la forza della nostra impresa: prima la mia mamma con il mio papà e noi tre figli, ora io, mia sorella, mio marito, e i nostri figli, coadiuvati dalla nostra ineguagliabile squadra di collaboratori.
La vostra Impresa ha una lunga tradizione ed è una tra le più prestigiose della capitale e non solo…
La prima società Zega è stata fondata nel lontano 1903 dai miei bisnonni. Da allora la famiglia è sempre rimasta nel campo funerario. Nello specifico l’attuale società è stata costituita nel 1984 con la separazione tra mio padre Roberto e mio nonno Armando: un distacco, come spesso avviene, dovuto ad un forte conflitto generazionale che vedeva due mentalità fermamente contrapposte nelle scelte e nelle idee, tanto da creare un divario incolmabile. La società di mio nonno era allora tra le più importanti e conosciute in tutta Europa; oggi, purtroppo, non ne rimane che il nome, poiché è stata ceduta a terzi. Noi ancora adesso non la eguagliamo nella forza lavoro impiegata e nel numero dei servizi che allora svolgeva, ma negli anni, grazie alla grande signorilità e professionalità di mio padre attorno a noi si è creato un grande consenso.
E lei quando è entrata in azienda?
Dal 2003 sono alla guida di questa società con mia sorella Johanna e mio marito Franco, ma ho iniziato a con i miei genitori nel 1990, come part-time nell’ufficio contabile. Poi piano piano il mio ruolo si è diversificato. Noi lavoriamo molto con l’estero e, parlando altre due lingue, sono diventata la traduttrice ufficiale dell’azienda. Così ho cominciato a rapportarmi con i familiari dei defunti stranieri e ad intraprendere frequenti viaggi all’estero scoprendo un modo completamente diverso di concepire il nostro lavoro: non più un servizio funebre ma quello che gli inglesi chiamano il Take Care, ovvero il ‘prendersi cura’. Mentre qui in Italia, ancora oggi, la nostra professione non viene vista di buon occhio, all’estero diventavo una persona speciale perché ero al servizio del "sentimento della morte’”, citando le parole di un mio caro amico.
La Funeraria Officia Roberto Zega è molto nota anche per essere l’impresa che svolge i funerali di personalità pubbliche della vita sociale e politica del Paese.
Siamo molto conosciuti a Roma, tanto che si ha quasi l’impressione che ci siamo da sempre. Ciò è dovuto anche al fatto che il nome dell’Impresa Zega è legato ai servizi funebri di personaggi illustri: da attori ed attrici a ex Presidenti della Repubblica. Siamo i maggiori referenti dello Stato Maggiore dell’Esercito e della Difesa e della Corte Costituzionale. Dai tragici fatti di Nassirya del 2003 ad oggi, ho curato di persona tutti i Funerali di Stato e i Funerali Solenni dei nostri militari deceduti per attentato in zone di guerra. A volte andiamo personalmente sul posto per recuperare le salme, come è accaduto in Libia e a Dacca. Abbiamo anche seguito numerose cerimonie ufficiali di diversi ex presidenti di Corte Costituzionale nonché di ex Presidenti della Repubblica. Il nostro vanto personale è di essere tra le pochissime società strutturate e l’unica in grado di eseguire in maniera completa e totalmente autonoma allestimenti per le cerimonie funebri delle basiliche più importanti di Roma come Santa Maria degli Angeli o San Paolo. Per questo usiamo materiali nostri, studiati a preparati appositamente e personalmente da me e da mia sorella.
Pensa che nell’impostazione della vostra Impresa sia percettibile il tocco femminile?
Credo che l’eleganza e la cura del dettaglio siano gli elementi che maggiormente contraddistinguono le donne dagli uomini. Noi abbiamo una sensibilità di cui, a volte, gli uomini sono carenti. Io, ad esempio, dedico particolare attenzione alla cura della salma e al rapporto con le famiglie. Personalmente non accetto mai un no, nemmeno quando mi dicono che il corpo di un defunto non è presentabile. Ritengo che ci sia sempre, o quasi, un modo per intervenire e dare a chi rimane il conforto di salutare per l’ultima volta il proprio caro nel modo più sereno possibile. Ritengo che questo sia il mio dovere, soprattutto da quando ho capito che essere donna significa essere dotata di una maggiore comprensione ed intuizione. A volte è difficile perché le situazioni sono ardue, come quando si ha a che fare con i familiari di un ragazzo morto per incidente, o di una persona vittima di un attentato. Io ho scelto di essere al loro fianco perché, ho scoperto di avere una capacità innata a relazionarmi con chi soffre, offrendo sostegno e aiuto. Riesco sempre a prenderli per mano ed accompagnarli in questo terribile percorso, guadagnandomi la loro fiducia a dando loro la certezza che non sono soli, che sono lì per risolvere qualsiasi problema, per prendermi cura di loro e del loro caro. Ricevo tantissimo da tutti. Con alcuni si è instaurato un rapporto così profondo che dura nel tempo, tanto che, anche a distanza di anni, ci vengono a trovare in ufficio, ci fanno gli auguri di Natale... Devo inoltre dire che nessuna famiglia si è mai trovata in imbarazzo nel vedere che sono una donna, anzi l’empatia è più semplice, a volte quasi immediata.
C’è qualche esperienza che non dimentica?
Di episodi rimasti nel mio cuore ce ne sono tanti, tutti singolari, tutti profondi ed estremamente commoventi. Uno in particolare. Era sera tardi, ci trovavamo presso l’obitorio del Verano dove avevamo appena rimpatriato un nostro caduto da una zona di guerra, situazione, come si può facilmente intuire, estremamente dura e delicata. La tensione era tanta. Il fratello del defunto mi raggiunge e mi chiede se potevo parlare con suo nipote, un ragazzo dolcissimo di quindici anni figlio del militare ucciso, perché aveva delle richieste da farmi e i familiari non riuscivano a fargli capire che alcune erano inesaudibili. Raggiungo il ragazzo, lo ascolto, non gli dico di no, lo rassicuro che avrei fatto di tutto per realizzare quello che mi chiedeva e che, anche se dovevo modificare qualcosa, il suo papà sarebbe stato perfetto. Una volta chiuso e caricato il feretro sull’auto funebre si parte, come da prassi il carro davanti e subito, a seguire, la vettura con i familiari. Ad un certo punto la macchina si ferma, il ragazzo scende, mi chiama, corre verso di me, mi getta le braccia al collo e mi dice: ‘Grazie, papà era bellissimo!’ Ancora oggi mi commuovo come allora, e non dimentico nulla. Come potrei!
Raffaella Segantin