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i presidenti delle quattro Associazioni

Il nostro punto di vista (5/5)

Contratti di lavoro: è possibile fare chiarezza?
Bellachioma: “Impresa titanica in questa contingenza politica. Il contratto di lavoro è uno strumento, non una ideologia. Siamo ancorati ad alcuni principi: il contratto deve essere sottoscritto dalla generalità delle organizzazioni sindacali; deve aiutare il rispetto delle norme che governano il settore (requisiti minimi, professionalità, …); deve essere adeguato alla complessità di questo mondo dove operano imprese fra loro molto diverse (pubbliche e private, piccole, medie e grandi, ...)”.
Gibellini: “Fino ad oggi la maggior parte delle imprese funebri italiane si è adeguata a un CCNL costruito su necessità che sembrano superate dai tempi. La complessità della nostra professione, le diverse tipologie di imprese, i nuovi strumenti legislativi nel frattempo entrati in vigore suggeriscono di dover riflettere attentamente su nuove ipotesi che tutelino al massimo gli interessi di imprenditori e lavoratori e che, nel pieno rispetto delle leggi, tengano conto delle rinnovate esigenze del mercato”.
Ronca: “Di CCNL che regolamentano il settore funerario ve ne sono quattro o cinque e tutti, tranne uno, riconducono in qualche maniera alla Sanità: è quella, secondo noi, la giusta categoria di appartenenza. Siamo sempre stati chiari ed onesti, dichiarando esplicitamente dove ci collochiamo; siamo anche stanchi di dovere ogni volta spiegare le differenze fra il nostro contratto e quello proposto da Feniof e di doverne in qualche modo giustificare l’applicabilità. Nelle due Federazioni troviamo rigidi sbarramenti e prese di posizioni che portano inevitabilmente allo scontro. Credo però che dovrebbero rivedere il loro atteggiamento che, lo ribadiamo per l’ennesima volta, potrebbe causare problemi agli Impresari in caso di vertenze sindacali da parte di dipendenti”.
I rapporti con il sistema produttivo: sponsor, partner o compagni di strada? Quali obiettivi del mondo imprenditoriale sostenete concretamente? E come?
B: “Le organizzazioni delle pompe funebri possono essere importanti referenti per il mondo della produzione e quindi anche compagni di strada. L’esperienza del Consiglio Nazionale della Funeraria Italiana è un esempio chiaro e tangibile avendo dato voce anche alle esigenze di norme rispondenti alle necessità di questo mondo. Certo gli interessi sono diversi e sarebbe un errore sovrapporli. Non sempre è facile mantenere questo equilibrio anche per le necessità delle Federazioni di attingere alla generosità degli sponsor, ma questa è la strada da percorrere”.
G: “Molti sono i punti di convergenza con gli interessi del mondo produttivo, ma tutto si può ricondurre ad una esigenza condivisa: affermare l’assoluta qualità dei prodotti e dei servizi e mantenere la supremazia del made in Italy nel mondo. Per questo ci battiamo e su questo cerchiamo le massime sinergie perché lo sviluppo, anche economico, del comparto passa necessariamente attraverso un impegno comune sulla via dell’innovazione, del progresso e della modernità”.
R: “Obiettivo comune è quello di mantenere alto il livello dei servizi funebri e cimiteriali. Dal mondo produttivo e dalle Imprese più grandi e più strutturate Federazioni e Associazioni possono ricevere un sostegno, anche economico, utile a meglio sviluppare iniziative e progetti finalizzati al bene dell’intero comparto”.
Qualità dell’informazione e della comunicazione: ritenete di dare agli Operatori le risposte che essi si attendono o è pura propaganda?
B: “La domanda è assolutamente tendenziosa, a meno di un sorta di perverso masochismo. Forse le organizzazioni non sono in grado di dare le risposte che gli operatori si attendono per evidenti limiti e per le difficoltà insite nella soluzione dei diversi e complessi problemi. D’altra parte se una Associazione avesse il potere di risolvere tutti i problemi che vengono posti, non avremmo le discussioni che si verificano anche con la dovuta vivacità. Se qualcuno pensa che si faccia pura propaganda non conosce la vita, l’impegno e la fatica dei dirigenti delle Federazioni che, in genere, non ricevono alcun compenso e che utilizzano il proprio tempo anche, e soprattutto, per i problemi degli altri operatori”.
G: “Non sempre ai buoni propositi dichiarati corrisponde la realtà dei fatti. Il contatto quotidiano con tanti colleghi che operano su tutto il territorio nazionale spesso ci fa comprendere come, dedicando attenzione ai grandi temi ideali, trascuriamo piccole problematiche, anche locali, che tuttavia rivestono enorme importanza per i soggetti direttamente interessati. L’impegno di EFI è quello di essere presente al fianco di chi, condividendo i nostri principi, ritiene di aver bisogno di un sostegno istituzionale per affrontare battaglie che, probabilmente, un giorno si potranno rivelare utili a tanti altri impresari. È una promessa che intendo rendere esplicita pubblicamente e che vorrei fosse adeguatamente veicolata attraverso i mezzi di informazione del comparto. EFI, a differenza di altri organismi, non ha ancora una propria rivista di riferimento: voglio però rendere merito a Oltre Magazine di avere sempre ospitato i nostri interventi non solo, mi auguro, per senso di assoluta democraticità, ma anche per una sintonia di pensiero che auspico possa rappresentare strumento di buona informazione per gli operatori italiani”.
R: “Il nostro impegno sulla comunicazione è intenso e costante: chi pensa che si tratti di pura propaganda è decisamente fuori strada! Purtroppo, però, abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni esempi che sembrerebbero dar ragione a quell’imprenditore americano che sosteneva pressappoco così: le anatre fanno le uova in silenzio, le galline starnazzando. E tutti mangiano le uova di gallina!”
 
Carmelo Pezzino


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