- n. 5 - Maggio 2013
- Intervista a...
I Presidenti delle quattro associazioni
Il nostro punto di vista (1/5)

Leggendo in questi ultimi mesi le diverse riviste specializzate avrete colto sull’una o sull’altra le esternazioni dei Presidenti delle Organizzazioni più rappresentative del comparto che si sono espressi sui temi di più stringente attualità. Ciascuno ha manifestato il proprio punto di vista con una visione parziale che, oltre ad accendere qualche polemica inutile o strumentale, ha generato confusione fra la base della categoria offrendo una informazione distorta sulle reali posizioni delle singole associazioni, idealmente molto più vicine e più in sintonia di quanto non sia stato possibile captare. Con l’obiettivo di fare chiarezza e di offrire a tutti identiche opportunità per far conoscere il proprio pensiero, abbiamo proposto ai Presidenti di Feniof, di Federcofit, di EFI e di Asnaf&AS una intervista collettiva per fare il punto sulle diverse questioni, per tentare di superare eventuali incomprensioni, per scandagliare su quali basi potrebbe essere possibile costruire una solida alleanza o, addirittura, un auspicabile processo di unificazione. Così, una mattina di metà maggio abbiamo avuto il piacere di ospitare, presso la redazione di Oltre Magazine, Beppe Bellachioma, Gianni Gibellini, Renato Miazzolo e Jorio Ronca (in ordine rigorosamente alfabetico) con i quali abbiamo dato vita ad un dibattito, a tratti anche vivace, del quale proveremo a darvi, in forma schematica, ampio resoconto.

Con una premessa che per i presenti si è rivelata un vero e proprio colpo di scena: il Presidente di Feniof Renato Miazzolo ha dichiarato di essersi presentato per rispetto dei presenti, ma di non voler ribadire ulteriormente tematiche già ampiamente trattate e chiarite attraverso i canali informativi della Federazione. Miazzolo ha esternato il proprio pensiero su iniziative di questo tipo che, manifestando punti di vista parziali, servono solo a riempire pagine di giornali, ma non interessano affatto gli operatori. “Sono contrario ad una intervista perché nessuno ha interesse a leggerla e, a ben vedere, ciò che c’era da dire l’abbiamo più volte espresso attraverso i nostri organi federativi; il comparto è informato sul nostro pensiero e su quanto stiamo facendo. Recentemente abbiamo dichiarato che non ci saremmo più prestati a botta e risposta polemici che, come accaduto in passato, annoiano gli associati dando la sensazione di essere principalmente impegnati in battibecchi con le altre Federazioni piuttosto che occuparci del bene della categoria come in realtà stiamo facendo. Ben più importante sarebbe trovare, attraverso il dialogo e il confronto, una posizione comune e condivisa, e su questa avviare il dibattito. Vivo l’occasione odierna come una opportunità per chiarire con le altre Organizzazioni le rispettive opinioni e per identificare un minimo comune denominatore utile a dare nuovo slancio ai lavori del Consiglio Nazionale della Funeraria Italiana”. Chiarito il motivo della sua presenza, il Presidente ha dunque annunciato di assistere ai lavori in quanto possibilità di un confronto personale con i colleghi, ma di non gradire la divulgazione di affermazioni che potrebbero generare ulteriori repliche e polemiche che, soprattutto in questo momento, risultano non solo inutili, ma anche elemento di disarmonia. Rispettiamo il pensiero di Miazzolo e ometteremo di citarlo, ma riteniamo un grave errore non far conoscere, in parallelo con quelle delle altre Associazioni, le riflessioni di una Federazione storica che da quasi cinquant’anni intende rappresentare l’imprenditoria funeraria privata del nostro Paese.
Entriamo quindi nel merito degli argomenti trattati che, per praticità, vi proponiamo in forma di domande e risposte.
È un momento di discussione vivace, a volte anche eccessivamente, fra le diverse Organizzazioni: molte dichiarazioni vengono strumentalizzate e interpretate secondo la propria convenienza anche se, nella sostanza, non si discostano dal pensiero di ciascuno. È così difficile andare d’accordo e trovare un accordo?
Bellachioma: “La base comune e le convergenze sono sicuramente ampie. È vero, però, che su pochi argomenti specifici e particolari vi è accordo pieno. Abbiamo iniziato a dialogare in maniera positiva e costruttiva, ma dobbiamo continuare a discutere, discutere e discutere, senza che ciascuno ritenga di avere ragione, abbassando i toni e cercando compromessi onorevoli e progressivi”.
Gibellini: “Se analizziamo in concreto le singole posizioni, non è difficile cogliere molti punti di convergenza. Tuttavia, per motivazioni diverse, non sempre riusciamo a trasmettere all’esterno condivisione di pensiero e unità di intenti: personalismi, desiderio di protagonismo, voglia di affermare la supremazia dell’una o dell’altra Associazione, rivendicazione di presunti meriti acquisiti in passato rendono difficile una interazione lineare e trasparente. Spesso sosteniamo identici concetti, ma siamo pronti a salire sulle barricate pur di guadagnare consensi fra la base e visibilità sui giornali. È giunto il tempo di azzerare la situazione e di privilegiare i fatti alle parole: siamo disponibili a dialogare costruttivamente con tutti, ma vogliamo vedere realizzate azioni concrete che diano finalmente una soluzione alle tante problematiche che oggi penalizzano la parte sana della categoria, quella che investe sulla propria attività e che rispetta puntualmente le regole”.
Ronca: “Vorremmo confrontarci con tutti vedendoci riconosciuti identici diritti e identica dignità. Altri soggetti, invece, si ergono su un piedistallo non adeguandosi ai tempi e alle nuove reali necessità delle imprese funebri italiane e ritenendo che l’autorevolezza e la rappresentatività siano date dal numero degli iscritti e dall’anzianità della propria costituzione. Alla luce di queste considerazioni, e se questo atteggiamento non muterà, riteniamo poco probabile che Asnaf possa condividere un progetto definitivo ed unitario”.