- n. 3 - Marzo 2008
- Fiere
La mostra evento di Tanexpo 2008
Proposte di design per arredi tombali
Ancora una volta, in questa edizione
2008,
Tanexpo conferma la propria vocazione a non interpretare esclusivamente, seppur in modo egregio, un ruolo di vetrina commerciale, ma anche a rappresentare uno "
spazio delle idee" in cui il mondo della produzione incontra quello del design. Promossa in collaborazione con
BolognaFiere e sotto l'egida del
CSO - Centro Studi Oltre, la consueta sezione
Tanexpo Design propone quest'anno una riflessione sul
corredo tombale per i
loculi (vasi portafiori, portalumi, lampade, portaritratti, cornici, iscrizioni ed ornamenti vari) con modelli che, rivisitati alla luce di una sensibilità nuova che assegna loro un ruolo funzionale ed emotivo, escono dagli schemi della produzione corrente.
I progetti nascono da un totale ripensamento di questi prodotti partendo dal significato che hanno acquisito nel tempo e che hanno oggi. Le forme sobrie ed essenziali mettono in luce la necessità di esplorare nuovi linguaggi, più aderenti alla sensibilità attuale, anche per sdrammatizzare le tematiche legate alla morte. Anche i materiali sono stati ripensati, nel pieno rispetto delle normative vigenti.
I prototipi (realizzati da
Biondan,
Bertolotti,
Pilla,
Stone e
Vezzani) verranno presentati nell'ambito di una
Mostra che rappresenta il punto d'arrivo di una ricerca che ha visto il lodevole impegno di progettisti e di aziende desiderosi di affermare, anche in questo settore, la cultura dell'Italian style.
Nicola Adami rivisita l'oggettistica funeraria in maniera personale ed innovativa. Il concetto della lastra traforata con decori e con motivi di natura diversa trova applicazione su più materiali (marmi, resine, acciaio, vetro, ottone) che, sovrapposti e mescolati tra loro, arricchiscono la varietà formale e decorativa. Le lastre sono fissate al modulo del loculo da supporti cilindrici in acciaio disponibili in diverse profondità per consentirne la parziale sovrapposizione. Le lavorazioni proposte possono essere di due tipologie, fresatura di motivi tridimensionali passanti o ricavati sulla superficie della lastra anche in combinazione fra loro, oppure più semplici fresature passanti di motivi decorativi. Gli spessori possono variare da pochi millimetri fino a 10/12 centimetri per la realizzazione dei portafiori e dei portalampade. L'inserimento di foto e di testi avviene con fotoceramiche e con lettere di tipo tradizionale su inserti ricavati per fresatura; non sono escluse, però, la stampa diretta o la fresatura su lastra decorativa sovrapposta.
Roberto Blanzieri si è ispirato alla cultura messicana. Sociologi e scrittori hanno dedicato migliaia di pagine a raccontare l'intrigante e unico rapporto di questo popolo con la morte, una presenza esorcizzata in molti modi, spesso con un'ironia spinta oltre i confini dell'assurdo, ma sempre conservando un profondo rispetto della serenità dei defunti, immaginando una seconda vita di colori, di fiori e di festeggiamenti. "
Al di là del colore", questo il titolo della installazione in cui sono volutamente spostati i punti di riferimento, ha lo scopo di stimolare il mondo della produzione offrendogli un diverso punto di vista attraverso la reinterpretazione del colore mediante l'utilizzo di materiali alternativi come il quarzo e il marmo resina.
Tema di fondo del progetto degli architetti
Daniele Lissi e
Matteo Mornata è la ripresa della spirale, con progressione in sezione aurea. È una proporzione "perfetta" tra due parti ed emerge in natura come risultato della dinamica di alcuni sistemi. È stata ritrovata, tra l'altro, nella struttura delle conchiglie, nella dimensione delle foglie, nella distribuzione dei rami negli alberi, nella disposizione dei semi di girasole e nel corpo umano. Riprendendo questa proporzione "ideale", già scoperta nell'antichità dagli egizi e dai greci, si ottiene una suddivisione della lastra marmorea quadrata in altrettante sezioni a loro volta attraversate dai settori di arco che formano la spirale. Il numero aureo, "1.618", permette quindi di avere una trama regolare che riprende le proporzioni e che le utilizza per disegnare l'eventuale simbolo religioso, la cornice, i tagli e gli squarci che definiscono in un unico elemento lampada e fioriera. La pulizia geometrica diventa un valore aggiunto e permette di rendere "eterna" questa "
spirale della vita" che architettonicamente termina con la lastra marmorea ma che geometricamente non ha mai fine.
Lo
Studio Paolo Zani ha incentrato la propria attenzione sull'acciaio inox, materiale oggi molto di tendenza, pur nel rispetto dell'utilizzo del marmo come base del loculo. Nella proposta di Zani l'elemento, realizzato in acciaio inox tagliato e piegato, viene applicato sul fronte della tomba e racchiude in sé lo spazio per il portafiori, per la foto del defunto e per le candele. Il progetto riflette la dualità tra queste polarità: il taglio preciso del laser nell'acciaio (materia) apre a spazi dove aria e luce (spirito) indugiano. Il fatto che questi spazi saranno occupati da vasi e da candele rafforza la connessione verso il mondo della memoria.
Maria Chiara Baldan ha interpretato la lapide come una superficie da decorare per mantenere una estetica curata anche senza l'ausilio dei fiori. Il corredo tombale è stato progettato secondo il criterio della "versatilità" per intervenire attraverso "personalizzazioni" in grado di soddisfare le diverse esigenze.
Lo
Studio Design Juice ha posto grande attenzione al dualismo "corpo-anima", "vita materiale e vita spirituale", concetto rappresentato attraverso una suddivisione orizzontale del loculo: una zona inferiore dedicata alla devozione in ricordo del corpo ed una superiore dedicata all'anima nella vita ultraterrena. La prima si attua con la personalizzazione del loculo anche attraverso l'inserimento di dispersori di essenze per coinvolgere l'intera sfera sensoriale, la seconda si concretizza nella contemplazione dell'immagine, del nome del defunto e dell'epitaffio coinvolgendo lo stato emotivo. Il momento di passaggio tra questi due stati è rappresentato dalla luce, un segno divino che accompagna il defunto nella separazione tra corpo ed anima.
Alessandro Vincenzi rifiuta i materiali quali il marmo, il bronzo e l'ottone per privilegiare l'utilizzo del vetro, spesso adoperato solo in maniera marginale. Secondo Vincenzi il vetro, trasparente o colorato, per le proprie caratteristiche di semplicità, di purezza e di lucentezza rappresenta pienamente la spiritualità, il dolore e la contemplazione. Il progetto prevede la realizzazione di un loculo in vetro blindato partendo da una attenta ricerca tecnica e formale volta a porre in risalto le qualità nobili di questo prezioso materiale che, se comparato a marmi e graniti, presenta infinite possibilità di utilizzo creativo per ottenere gli effetti più svariati quali la profondità, la trasparenza e i giochi di luce. Nello specifico è stato necessario studiare combinazioni di vetri diversi (cristalli lavorati o trasparenti, specchi artistici e cristalli verniciati) e procedere alla stratificazione. A riprova della duttilità del materiale, il progettista ha creato i caratteri delle epigrafi, la cornice portafoto e la croce in vetro artistico fuso.

La
Mostra, coordinata dall'architetto
Lea Di Muzio, propone anche una retrospettiva dedicata all'urna cineraria in cui vengono riproposti alcuni prototipi già protagonisti delle precedenti edizioni di
Tanexpo.
Le urne di
Claudio Palmi Caramel realizzate da
Biondan in acciaio inox, esprimono un design essenziale ed elegante in cui forme geometriche semplici come il cubo e il cilindro diventano simbolo autentico del ricordo. Accanto alla propria tradizionale funzione, l'urna contiene anche portafotografie, portafiori, portagioie.
Caramel ne ha voluto interpretare il difficile inserimento domestico in un oggetto sobrio, ma egualmente simbolico ed evocativo, che rinuncia in modo evidente all'uso di decorazioni.
Design Juice Studio e
Matthews vedono la morte come un passaggio. La memoria e il ricordo sono intesi come unico legame con il defunto; i quattro elementi naturali, spiegazione e metafora della vita, sono rappresentati attraverso materiali, forme e colori. Il movimento circolare, inteso come idea di eternità e di rinascita, simboleggia il ciclo continuo della vita, in cui non esiste una fine, ma una continua trasformazione vista come il passaggio da una dimensione naturale a quella spirituale.
Mario Vianello e
Valbrenta New Design presentano tre progetti per un pensiero: trovare nella bellezza l'espressione dell'umano esistere nel tempo e oltre il tempo, consegnando al contenitore il compito di dare dignità al contenuto. Polvere e cenere, come è giusto che sia, ma anche memoria dell'anima, orgoglio di "essere stati". La
sfera, il movimento circolare perfetto, immutabile, senza inizio né fine. Il
tempo, origine, sussistenza e fine di tutte le cose.
Alfa & Omega, la chiave dell'universo, interamente racchiusa fra questi due estremi.
Maria Angela Gelati