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La silenziosa strage dei pedoni

Camminare per strada è una sorta di roulette russa: due pedoni investiti e uccisi quotidianamente e molti di più i feriti. Questi gli impressionanti numeri che emergono dall’Osservatorio Pedoni 2018 a cura di ASAP.


Solo pochi mesi fa Oltre Magazine ha ospitato un articolo che riportava i numeri degli incidenti stradali in Italia nell’arco dell’ultimo anno. I recenti casi di cronaca ci impongono di ritornare sull’argomento focalizzando l’attenzione sull’investimento dei pedoni.

Il caso di Gaia e Camilla, le due adolescenti falciate da un SUV su una strada di Roma il 22 dicembre scorso, ha commosso l’Italia sia per la giovane età delle ragazze e sia perché l’incidente è accaduto pochi giorni prima di Natale, in un momento in cui ci si aspetta di sentire solo storie a lieto fine. Mentre l’onda emotiva non si era ancora spenta e la dinamica dei fatti è tuttora al vaglio degli inquirenti, un caso ancora più eclatante ha scosso la Valle Aurina, un gioiello paesaggistico e turistico dell’Alto Adige. La notte del 5 gennaio nel tranquillo borgo di Lutago  si è consumata una vera e propria strage: un’auto piombata a forte velocità su una comitiva di ragazzi tedeschi di ritorno da una serata in discoteca ha stroncato in un solo colpo ben sette giovani vite. Ironia della sorte, il gruppo aveva prudentemente scelto di servirsi di un bus navetta per tornare presso struttura ricettiva della zona dove era ospite, per sentirsi maggiormente tutelato. Analogo copione per altre due giovani donne che hanno perso la vita nella notte del 6 gennaio, travolte da una vettura mentre camminavano sul ciglio della strada.

Ma come è possibile? Cosa sta succedendo? In tutti e tre i casi i guidatori sono risultati positivi all’alcol test con un tasso ben più alto del limite consentito e in tutti tre i casi sembra (usiamo il condizionale perché gli accertamenti al momento sono ancora in corso) che anche il limite di velocità sia stato pacificamente ignorato e abbondantemente superato.
Pochi giorni prima di questi ultimi tragici eventi,  l’ASAP (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) ha diramato i risultati dell’Osservatorio Pedoni 2018, redatto sulla base dei dati forniti da ACI ed Istat. Secondo questo studio sono stati 612 i pedoni investiti mortalmente sulle nostre strade nel 2018: due vittime al giorno, oltre a due feriti ogni ora, il 2% in più rispetto al 2017 e il 7,4% in più rispetto al 2016. Numeri da brividi, non c’è che dire! Secondo questo rapporto i pedoni sono i soggetti più a rischio di morte sulle strade e tra loro, come ci si può aspettare, sono gli anziani ad avere la peggio, coinvolti nel 50% circa dei decessi, senza contare la maggiore probabilità di riportare ferite di media o elevata gravità.
Ragionando in percentuale, l’indice di mortalità dei pedoni risulta essere di 3,2 per ogni 100 casi di incidenti per investimento, il più ingente tra gli utenti delle nostre strade. Anche il numero dei feriti è preoccupante: nel 2018 sono stati circa 20.700.

Dove avvengono? Tra le città Roma detiene la maglia nera con 59 vittime (10 in più rispetto al 2017) seguita da Milano (24), Torino (12) Genova e Napoli con 10 vittime (un numero che contraddice positivamente l’immaginario comune che tende ad assegnare alla straordinaria città partenopea il primato di criticità del traffico!). Più basse le cifre a Bologna (9), Palermo (7)  Firenze, Messina, Verona (3), Trieste e Venezia 2. Considerando invece le Regioni, il più alto numero di investimenti mortali si è registrato in Lombardia (101), seguita da Lazio (89), dove in entrambe il numero si è attestato in aumento, al contrario  dell’Emilia-Romagna che con 52 decessi registra invece un calo rispetto al 2017. Per quanto riguarda le altre Regioni, sono da segnalare la Toscana che ha contato 51 vittime, il Piemonte con 49, la Sicilia con 43, il Veneto e la Campania con 40. Solo in Molise e Valle d’Aosta non si è registrato nessun pedone morto per essere stato investito. Numeri che fanno ancora più male quando si riscontra che nell’anno preso in esame ben 68 vittime sono state falciate da pirati della strada: se si fossero fermati e avessero prestato le cure del caso forse questo numero sarebbe potuto essere più contenuto.

Gli episodi più frequenti di investimento avvengono per la mancata precedenza al pedone che cammina sulle strisce o su attraversamenti pedonali protetti, come i semafori o alla presenza di un agente della strada. Tra le cause più comuni, come sovente riportato dai fatti di cronaca, l’alta velocità del conducente dell’auto, la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti e l’uso non sicuro del telefono cellulare durante la guida.

Per questo sono auspicabili controlli più serrati, soprattutto nelle zone della “movida” del sabato sera, che devono andare di pari passo ad una migliore segnalazione dei passaggi pedonali e delle zone pericolose in genere, con un adeguata illuminazione che possa ridurre considerevolmente i rischi di investimento nelle ore notturne. Tutto ciò dovrebbe inoltre essere supportato da campagne educative sugli effettivi rischi di certe situazioni e sull’incentivazione di comportamenti corretti.

Ed infine ricordiamolo, non sempre l’investitore è completamente dalla parte del torto, anche il pedone ha le sue responsabilità. Ci sono regole basilari che dovrebbero essere scrupolosamente seguite come non attraversare la strada dove non è consentito, rendersi ben visibile se di notte cammina sul ciglio della strada, e, anche quando si attraversa sugli appositi passaggi, non farlo mai di corsa, magari sbucando all’improvviso da una fila di auto parcheggiate. Il pedone inoltre deve prestare sempre la massima attenzione al traffico: ci sono persone che attraversano la carreggiata con gli occhi incollati allo smartphone, un comportamento rischioso e assolutamente da evitare anche se ci si trova sulle strisce.

I numeri illustrati dall’ASAPS sono decisamente preoccupanti, tuttavia il dossier si conclude con una nota positiva: negli ultimi sedici anni è stato raggiunto l’obiettivo di dimezzare il numero dei pedoni morti sulle strade passando dai 1.226 del 2002 ai 612 del 2018. Ma l’incremento negativo degli ultimi due anni deve fare riflettere e molto si può e si deve ancora fare.
 
Raffaella Segantin


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