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Parchi della Memoria. Teoria e caso di studio
(parte seconda)

È il titolo di una tesi di laurea in progettazione paesaggistica, svolta in collaborazione con Asce, rivolta al settore cimiteriale e funerario in quanto interessato da importanti spunti per la progettazione di aree verdi connesse alla pratica della cremazione. Recenti interventi legislativi hanno introdotto aree per la dispersione delle ceneri da realizzarsi all'interno delle strutture cimiteriali; tali aree, dette "giardini delle rimembranze", sono generalmente di piccole dimensioni e largamente condizionate dalle architetture spesso confuse di molti cimiteri italiani. Il lavoro immagina uno scenario normativo auspicabile che autorizzi l'estrazione delle ritualità connesse alla cremazione e dei diversi modi di conservazione della memoria all'esterno delle strutture cimiteriali: lo spazio nel quale estrarre quello dedicato alla cremazione si identifica ancora in un'area verde, ma di maggiori dimensioni, ricollocata nel sistema urbanistico e con nuove ed importanti funzioni sociali ed ambientali, oltre che funerarie e culturali. La nuova tipologia di verde pubblico/spazio della memoria viene definita "Parco della Memoria" e viene illustrata concettualmente sul piano descrittivo e sul piano metodologico. In relazione a quanto descritto nel precedente articolo (Oltre Magazine di ottobre) si illustreranno qui le proposte progettuali emerse nella considerazione di un caso di studio situato in un'area alla periferia della città di Bologna. Dall'approfondimento sono emerse idee e sensazioni formali che traggono spunto dalla cultura cimiteriale nord-europea e anglosassone, delle quali vengono riproposti alcuni elementi che si realizzano negli spazi dedicati alla dispersione delle ceneri e alla conservazione della memoria "anagrafica" con incisioni su lastre di pietra.

Lo spazio cimiteriale definito "Parco della Memoria" ricopre, nella proposta progettuale, una estensione di 3 ettari. Nella forma che ha assunto, il Parco è scaturito dalla progettazione applicata ad un'area di oltre 30 ettari situata nel paesaggio di margine fra gli spazi urbano e rurale alla periferia di Bologna. Questo "luogo funerario" di nuova concezione è inserito in un contesto di imminente urbanizzazione che prevede la stretta connessione fra spazi residenziale, commerciale-direzionale, sportivo e scolastico; in relazione a ciò è evidente lo stretto rapporto che può avere con le molteplici funzionalità di un quartiere periferico composto e ricco di verde, in contrasto con le collocazioni che "di norma" sono attribuite ai cimiteri. Una novità di questa proposta è infatti la multifunzionalità associata ad una struttura funeraria: nel Parco della Memoria si va per visitare, per ricordare, per riflettere, per passeggiare, per condividere l'empatia con uno spazio naturale vicino a casa, per comprendere la storia della comunità cui esso è legato; oltre alle attività generalmente connesse ad uno spazio cimiteriale, ve ne sono altre legate alle aree verdi e ai luoghi di svago "educativo".
L'area oggetto del caso di studio è stata individuata a sud-est del nucleo cittadino in quanto posizione più accessibile agli abitanti del levante bolognese rispetto a quelle della Certosa e del cimitero di Casalecchio. Per definire i tratti dimensionali del Parco è stata effettuata una indagine al fine di comprendere quali fossero le esigenze della comunità bolognese, quindi si è proceduto all'analisi paesaggistica che ha portato alla caratterizzazione della forma e dello stile progettuale.
Nel progetto il Parco della Memoria è collocato nel cuore del tessuto urbano residenziale, connesso al paesaggio rurale residuale e al fronte urbano cittadino da una maglia di percorsi nel verde, da piste ciclo-pedonali e da fasce di verde urbano. Lo stile dominante è una fusione fra le forme definite dall'interpretazione del paesaggio della pianura bolognese (ad esempio, la centuriazione), quelle stabilite dal nuovo intervento urbanistico e alcuni elementi del giardino rinascimentale italiano, tutti rapportati alla funzione memoriale.
Il Parco della Memoria che ne è risultato è un percorso di riflessione guidato dall'acqua (materiale compositivo e dal forte significato spirituale) e immerso in un parco-giardino facilmente leggibile nonostante sia l'unione di numerosi elementi compositivi con diverse funzioni: il viale e i giardini delle ceneri, i campi di sepoltura delle urne, il centro servizi-cerimonie e i numerosi luoghi di intimità e di sosta. Uno degli accessi pedonali è stato pensato come un passaggio sull'acqua, per sottolineare il cambiamento di attitudine del visitatore in entrata, dal quale si accede al "Viale delle Ceneri", una passeggiata bipartita ai lati di una lunga vasca d'acqua bordata di vegetazione e dominata da lunghe file di cipressi (Cupressus semprevirens) che richiamano la funzione memoriale del luogo e che fungono da cerniera fra il Parco della Memoria ed il verde urbano dell'intorno. Nei "Giardini delle Ceneri" che poi si snodano lungo il percorso, così come già nel viale, è possibile la dispersione delle ceneri. La memoria del congiunto rimane tangibile tramite una incisione nella pietra della pavimentazione che caratterizza il percorso, come traccia incancellabile e vicina al visitatore.
Il percorso si innesta su un viale principale che crea connessioni nel verde collegando il centro servizi-cerimonie con il corpo centrale del Parco nel quale si aprono i numerosi campi per le sepolture delle urne. Il centro servizi-cerimonie è pensato come un edificio basso a pianta quadrata con luminosi cavedi e vetrate sul paesaggio. I campi si presentano come un'alternanza di fasce inerbite e in ghiaia al di sotto delle quali avvengono le sepolture. L'identificazione delle sepolture è resa da un gioco di elementi luminosi a sfera e sfere di bosso (Buxus sempervirens). In questo caso la memoria anagrafica è affidata ad una incisione su lastra metallica fissata con picchetti nel terreno. Tutto il Parco è costellato di ninfei rettangolari di acqua e di "Boschetti di Cipressi" all'interno dei quali sono collocati partèrres "liquidi" (vasche di acqua) o di edera.
La novità della progettazione di uno spazio funerario con metodologie legate alla progettazione paesaggistica si manifesta principalmente in due punti essenziali: nell'accurato inserimento del Parco stesso nel paesaggio e nei continui rimandi educativi al patrimonio culturale dello spazio extra-urbano. Infatti, i margini del Parco, protetti da adeguata recinzione, sono avvolti in una ricca vegetazione di specie locali che assicura intimità e protezione dai rumori e che "lega" il parco al contesto esterno. Inoltre, gli elementi progettuali impiegati rimandano continuamente al paesaggio agrario residuale nel quale il Parco è inserito: le lunghe vasche di acqua, i percorsi e i filari arborei rimandano alle sistemazioni agrarie tipiche del paesaggio della "piantata", con fossi e carrarecce a delimitare i campi coltivati; le vasche di acqua, utili anche per la raccolta dell'acqua piovana, ricordano i "maceri", specchi d'acqua impiegati nella lavorazione della canapa tessile assai diffusa nel bolognese in passato; le fasce arborate sono esempi dell'aspetto che dovevano avere i boschi di pianura ormai distrutti.
Alcune considerazioni sulla gestibilità dell'impianto: la sostenibilità della gestione e della manutenzione dipende da un flusso in entrata di proventi correlati alla vendita delle numerosissime concessioni, preferibilmente non in perpetuo ma di lunga scadenza. Le funzionalità legate all'azione rasserenante del luogo dipendono dalla cura e dalla corretta manutenzione del verde e degli arredi del Parco. Il gradimento da parte dei visitatori dipende anche dall'aspetto estetico: pertanto si ritiene indispensabile evitare l'ingresso ai comuni elementi di decoro delle sepolture (statue, bassorilievi, ... ) al fine di garantire nel tempo la fedeltà al progetto iniziale. La numerosità dei frequentatori dipende dai servizi e dalla sicurezza offerta, punto, quest'ultimo, molto importante e per il quale dovrebbe essere considerata l'installazione di videosorveglianza. Infine, le funzioni sociali educative e culturali potrebbero essere assicurate dall'organizzazione di manifestazioni e di eventi legati al tema della memoria della comunità, in accordo con l'obiettivo multifunzionale e di apertura alla popolazione che caratterizza il "Parco della Memoria".
 
Ludovica Carla Ferrari

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