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Pandemia e funerali: quali opportunità per il futuro?

Dall’America al Giappone all’Australia: alla ricerca di nuovi modi per celebrare i funerali e di nuovi servizi da offrire.

Per tutto il comparto funerario, lo scorso anno è stato senza alcun dubbio, e speriamo eccezionalmente, gravoso. Non solo per l’elevato numero di morti, che ha costretto le imprese del nostro settore a turni massacranti, ma anche per le implicazioni psicologiche legate al distanziamento sociale. Per chi lavora ogni giorno a stretto contatto con la morte, e con la sofferenza causata dal lutto, è stato particolarmente impegnativo fare da “buttafuori” ai funerali o guardare da lontano i superstiti che, isolati, cercavano di far fronte al loro dolore. Tutto questo, tra l’altro, senza alcun riconoscimento da parte delle istituzioni, che puntualmente si sono dimenticate della nostra esistenza e non hanno riconosciuto il nostro ruolo e il nostro valore in questo stato d’emergenza.

Nonostante tutto il dolore e la sofferenza che abbiamo e stiamo vivendo, una pandemia globale ci offre anche una possibilità: guardare agli altri Paesi, per vedere quali strategie hanno adottato per garantire un addio decorso ai nostri cari defunti, trovando spunti e idee per rivedere il modo in cui si celebrano i funerali, per offrire nuovi servizi e per sfruttare meglio e di più il “mondo online”.

Opportunità online

Nel periodo della pandemia, i consumatori americani hanno abbracciato nuovi modi di celebrare i funerali e hanno dichiarato di non voler tornare ai sistemi precedenti. Questo è quanto emerso da un sondaggio sul comportamento dei consumatori dei funerali e dei cimiteri, elaborato nel 2021 da The Foresight Companies, una società di consulenza americana per il settore funerario. Il sondaggio (Funeral and Cemetery Consumer Behavior Study) ha coinvolto, tra l’1 e il 2 maggio 2020, un totale di 2.548 intervistati tratti da un campione rappresentativo a livello nazionale e ha rilevato tre aspetti molto interessanti per il nostro settore:
  1. La stragrande maggioranza dei consumatori (stiamo parlando del 75%) si aspetta di trovare pubblicati online i prezzi dei servizi offerti dalle imprese funebri, così da poterli confrontare e scegliere l’agenzia con maggiore consapevolezza. Il 47% ha dichiarato che non sceglierebbe un'azienda che non fornisce i prezzi online, se ha un’alternativa.
  2. Solo il 26% è convinto che sia importante partecipare a un funerale di persona, in diminuzione rispetto al 42% riscontrato prima della pandemia.
  3. Il 40% si aspetta e si augura che la diretta streaming durante i funerali rimanga anche in futuro, ma solo il 21% è disposto a pagare un extra per questo.
Questi dati mostrano che la pandemia ha accelerato un processo che era già in opera; quando dobbiamo acquistare un bene o un servizio, siamo abituati a cercare informazioni online, a confrontare i prezzi. Perché non dovrebbe essere fatto anche per i servizi funebri? In Italia esistono già alcuni siti che permettono di confrontare i prezzi ma non sono entrati nell’uso comune. Non stupisce che gli americani sperino che i funerali in diretta streaming restino anche dopo la pandemia. L’America è un Paese dalle distanze significative quindi poter seguire i funerali da uno smartphone può rappresentare una vera rivoluzione.

E il nostro Paese? Potrebbe seguire la stessa strada? Considerando che sono in aumento i figli che vanno a lavorare all’estero e che siamo sempre stati caratterizzati da una forte migrazione interna, sembra quantomeno plausibile che il funerale a distanza possa prendere piede anche in Italia.  

Opportunità outdoor

Un’altra tendenza emersa durante la pandemia è quella dei funerali all’aperto. Greg Nethercott, segretario della National Funeral Directors Association (NFDA), ha dichiarato: “Il numero di operatori che in tutti gli Stati Uniti ha offerto funerali all'aperto è passato da circa il 10% pre-pandemia, a quasi l’80%. All’aperto potevano partecipare più persone, ma non solo: gli astanti si sentivano più sicuri all’aperto invece che chiusi dentro una cappella o una sala”.
Gli operatori funebri di InvoCare, con sede nel Queensland in Australia, sono stati tra i primi a proporre celebrazioni all’aperto e hanno sfruttato parchi naturali, giardini pubblici e privati, creando scenografie degne di un matrimonio. “Dopo la pandemia – ha concluso Nethercott – le persone torneranno a celebrare i funerali negli spazi interni ma le imprese avranno l’opzione dei funerali all’aperto, che prima non avevano”.

Opportunità by car

Un servizio che in Giappone esiste dal 2017, e che in periodo di pandemia è risultato molto utile, è il funerale “drive-in”. Le persone arrivano in auto, si avvicinano a una finestrella, scrivono nome e indirizzo su un tablet, lasciano un’offerta e dicono una preghiera verso l’altare bruciando incenso (come previsto dal rito funebre buddista). Tutto questo senza scendere dall’auto e senza entrare in contatto con nessuno. Uno schermo installato nella sala del funerale rimanda le immagini di chi si presenta in auto, così i presenti sanno chi ha partecipato.
Qualcosa di simile è successo anche in America. Come racconta Jay Dodds, presidente della International Cemetery, Cremation and Funeral Association e titolare di Park Lawn, una tra le più importanti agenzie funebri del Nord America: “Il primo funerale drive-by che abbiamo organizzato è stato quello di un ragazzo. Nonostante le restrizioni, la famiglia non voleva rinunciare a dirgli addio con amici e parenti. Così abbiamo allestito il nostro parcheggio e oltre 200 auto sono venute a rendere omaggio al defunto”.

La presenza nell’assenza

Dutch Nie, titolare di un’impresa di pompe funebri ad Ann Arbor, nel Michigan, oltre a predisporre cerimonie funebri in live streaming, ha modificato la consegna delle ceneri di cremazione alle famiglie. Dovendo rispettare i precetti di allontanamento sociale, lui e i suoi colleghi lasciavano nella stanza accanto all’urna, un vaso di fiori oppure una candela accesa, per far sentire la loro presenza anche nell’assenza.

Organizzare un funerale virtuale: alcuni consigli

  • Scegli una piattaforma ampiamente accessibile per la diretta video, come Skype, Zoom o Google Meet.
  • Gestisci i contatti garantendo la più scrupolosa osservanza alle leggi in tema di privacy e di sicurezza dei dati (email e numeri di cellulare dei partecipanti).
  • Fai in modo che ci sia una persona del tuo staff che sia in grado di gestire il lato “tecnico” della diretta streaming: condivisione foto e musica scelti, che si assicuri che i partecipanti possano essere visti o ascoltati nei momenti appropriati, he possa intervenire se ci sono problemi tecnici, registrare il funerale.
  • Non consentire alle persone di riattivare l'audio o di accendere la videocamera: chiedi al tecnico di farlo quando e se necessario. Disabilita la chat.
  • I funerali in modalità virtuale dovrebbero mantenere un tono serio e un atteggiamento decoroso (è buona norma invitare i partecipanti a vestirsi adeguatamente, evitando atteggiamenti poco consoni).

Funerali virtuali: un esempio

Aprile 2020. Al funerale della nonna della scrittrice e podcaster americana Alicia de Artola erano presenti oltre 50 persone. Tutti collegati in streaming tramite la piattaforma Zoom e live streaming simultaneo su Facebook. “Quando abbiamo scoperto che non potevamo fare il funerale in presenza - ha raccontato alla CNN - abbiamo deciso di farlo virtualmente”. Hanno disposto una “cassa della speranza”, adornata di rose, a simboleggiare una bara, uno zio sacerdote ha officiato la messa, mentre un cantante professionista ha eseguito un intermezzo musicale.
 
Alice Spiga (direttrice SO.CREM Bologna)

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