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Jean Neveu, Presidente EFFS

Le nuove frontiere della cremazione in Europa

Le attività di cremazione e i cimiteri europei in generale, il caso della Grecia, i rapporti tra pubblico e privato. Su questi temi Jean Neveu, presidente EFFS, è intervenuto in occasione del convegno internazionale svoltosi nell'ambito di Tanexpo 2006.

"In Europa registriamo un incremento delle cremazioni nell'ordine dell'8% annuo. Questa è la tendenza generale e lo sviluppo percentuale sarà più consistente nei Paesi del sud Europa, che hanno ora numeri più bassi. È chiaro che non ci saranno invece aumenti né in Inghilterra, né in Svizzera, già attestate intorno al 70%".

 

E il particolare caso della Grecia?

"Lì la religione ortodossa è contro la cremazione perché considerano che il Cristo è stato sepolto. Ma le cose evolveranno: sempre più persone che desiderano la cremazione vanno a vivere in Grecia. Soprattutto pensionati: quindi, forzatamente, in futuro ci saranno crematori per gli stranieri. Da qui potrebbe derivare attenzione al fenomeno anche da parte degli autoctoni. Ma ci vorrà del tempo".

 

Neveu si sofferma sulla storia dei crematori e sul rapporto tra pubblico e privato.

"Storicamente, per più di venticinque anni, il crematorio è stato pubblico, costruito e gestito dai comuni. Ma le municipalità non possono adempiere a troppe attività diverse e la gestione richiede competenze sempre più complesse. Consideriamo inoltre che le istituzioni locali hanno situazioni finanziarie sempre più precarie. Quindi, in tutta Europa, si va verso lo sviluppo di crematori privati. Questa tendenza alla privatizzazione è evidente in Spagna, Gran Bretagna, Germania. E anche in Francia: lo sviluppo della cremazione, ad esempio, ha portato i privati a favorire un aumento di densità dei crematori. I dolenti non avrebbero più dovuto percorrere 150 km per cremare il corpo del caro estinto. Più crematori si costruiscono, maggiore è l'utenza ravvicinata nel territorio; quindi è più comodo accedervi. Mi sembra però utile e necessario che ci sia un controllo pubblico in termini di prestazione, di prezzo, di qualità del servizio. In caso contrario si rischia di avere macchine da cremazione: ed è una cosa assolutamente da evitare".

 

Sulla realtà dei complessi cimiteriali, Neveu confronta la situazione europea con i cimiteri privati statunitensi.

"In Europa i cimiteri sono quasi esclusivamente pubblici. Nel cimitero privato una impresa vende la concessione per una tomba a 20, 40, 60 o 99 anni. Ma cosa accadrebbe nel caso in cui l'impresa privata non dovesse esistere più? Chi si dovrebbe occupare della manutenzione del cimitero? A differenza degli Stati Uniti, dove esistono da tempo i cimiteri privati, nel nostro continente non esistono Paesi che abbiano una legislazione utile a garantire l'avvenire e il futuro di un parco cimiteriale privato, la sua manutenzione per i decenni e per i secoli a venire. Senza questa regolamentazione, pur se esiste una fiscalità adeguata, si blocca lo sviluppo del cimitero privato. Il cammino è ancora lungo, anche perché esso non rientra nelle tradizioni europee. In più registriamo il forte incremento delle cremazioni. Quindi non credo che il camposanto interamente privato possa avere un futuro in Europa".


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