- n. 1 - Gennaio/Febbraio 2014
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Le nuove frontiere del cofano ecologico

Sarà una partecipazione indimenticabile quella del Gruppo Valnico alla prossima edizione di Tanexpo. L’azienda ha infatti preannunciato che presenterà a Bologna una novità che farà molto discutere e che, soprattutto, segnerà una tappa fondamentale nel progresso della funeraria italiana. Lo storico produttore di cofani in legno cambia rotta, almeno parzialmente, lanciando la produzione di una cassa realizzata con uno speciale polimero la cui principale prerogativa è la completa biodegrabilità e compostabilità secondo la normativa europea UNI EN 14995. Una svolta epocale. Non si tratta infatti del già visto cofano funebre in cartone low cost (peraltro non ammesso in Italia), ma di uno realizzato con un materiale bio-polimerico, utilizzabile per la sepoltura in inumazione, per la cremazione e per la tumulazione in loculi tradizionali e areati. Una innovazione straordinaria che guarda al futuro, un progetto ambizioso e audace che promette di rivoluzionare il mercato.
Paolo Recanatini è colui al quale si deve l’idea di dar vita a questo innovativo progetto.
“Come uomo, come cittadino, come imprenditore e, soprattutto, come padre, ho sentito il dovere di fare qualcosa, per quanto mi è possibile e compatibilmente con il mio ambito lavorativo, per contribuire alla salvaguardia del futuro del nostro pianeta e di coloro che lo abiteranno. Produrre cofani in legno è molto costoso dal punto di vista ambientale, anche quando lo si fa, come è sempre stato per la nostra azienda, nel massimo rispetto della natura. Non solo: il legno è un materiale che richiede lunghi tempi di rigenerazione, ma anche le resine, le vernici e le colle utilizzate pongono spesso problemi di smaltimento e emissioni, soprattutto nel caso della cremazione. Così abbiamo investito in una lunga e meticolosa ricerca per trovare il materiale più adatto a realizzare cofani non inquinanti, che fossero interamente biodegradabili secondo le recenti norme di legge. Un ulteriore vantaggio del materiale che utilizziamo è dato dal fatto che, a differenza del legno, è una fonte altamente rinnovabile. Una pianta impiega tra i trenta e i sessant’anni per crescere e, successivamente, il legname necessita di lunghi tempi di stagionatura. Il nostro biopolimero invece si rigenera annualmente grazie alla provenienza della fonte primaria e il materiale può essere lavorato immediatamente dopo l’acquisto, assicurando tempi di produzione molto rapidi e quindi la soddisfazione immediata di ogni richiesta”.
Il progetto vanta anche
collaborazioni importanti.
“Il prodotto è frutto di una ricerca condotta in ambito universitario da uno dei più prestigiosi atenei italiani e per la lavorazione del biopolimero collaboriamo con un grande gruppo multinazionale che garantisce la massima competenza e la più grande affidabilità Naturalmente i materiali, così come i processi e il prodotto finale, sono coperti da brevetto internazionale. I nostri cofani eco friendly sono impermeabili e garantiscono una tenuta stagna. Il materiale si comporta come un qualsiasi contenitore di liquidi, ma con una particolarità assoluta. Questo nuovo modello è adatto tanto per la sepoltura quanto per la cremazione e determina grandi vantaggi in entrambi i contesti: nel caso di inumazione o di tumulazione il cofano, per la sua struttura molecolare, favorisce la demineralizzazione della salma, accelerando i tempi di decomposizione che tutti sappiamo quanto siano problematici al giorno d’oggi, soprattutto per ragioni di spazio; in caso di cremazione invece, oltre al già citato vantaggio di non bruciare altre sostanze, grazie al suo spessore ridotto comporta un minor dispendio energetico e, quindi, una più bassa emissione di anidride carbonica in atmosfera”.
Il vostro obiettivo è chiaro: creare un prodotto ecologico, non economico.
“Esatto. Non vogliamo passi il messaggio che la nostra sia un’operazione al ribasso. Dietro questo progetto vi è un grande lavoro e ci siamo avvalsi della collaborazione di realtà eccellenti per produrre cofani più rispettosi del futuro. L’alto livello tecnologico e il risparmio energetico si traducono nella possibilità di investire a favore dell’occupazione in Italia, mantenendo tutta la produzione in loco. Inoltre pensiamo che sia il momento giusto per dare una svolta dal punto di vista tecnico ad un settore immobile ormai da troppi anni quale quello funerario”.
Non resta che attendere con trepidazione il prossimo 21 marzo per toccare con mano quella che sarà sicuramente la novità dell’anno!
Nara Stefanelli