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Le morti presidenziali

Curiosità e fatti inediti sulla dipartita dei presidenti U.S.A. tra omicidi, scambi di cassa e maledizioni.

Nello scorso novembre le elezioni del nuovo presidente U.S.A. hanno monopolizzato le prime pagine dei giornali e le tribune politiche mondiali.

Dopo una lunga campagna elettorale tra colpi di scena, defezioni e dibattiti, Donald Trump è stato eletto alla presidenza di una delle più grosse potenze mondiali per la seconda volta, tra il disappunto e lo stupore di molti.

Mentre la maggior parte dei media, durante la corsa alla presidenza, si è concentrata sui candidati, sulla loro storia politica e sulle loro dichiarazioni, Connecting Directors, strumento di informazione del settore funerario, ha realizzato un divertente Election Day Trivia (Curiosità sul giorno delle lezioni) su alcuni fatti storici “particolari” riguardo alle morti degli ex presidenti U.S.A., analizzando e mettendo a confronto le curiosità che hanno riguardato la dipartita dei diversi protagonisti durante la storia degli Stati Uniti d’America. Le informazioni riportate non riguardano solo le stranezze ma anche scelte ricorrenti in merito alla cassa, la fatalità del luogo in cui è avvenuto il decesso e qualche piccolo mistero.
La concomitanza di questo articolo con la ricorrenza, sempre in novembre, dell’anniversario della tragica scomparsa di uno dei presidenti americani più amati, John Fitzgerald Kennedy avvenuta durante l’attentato di Dallas, in Texas, nel 1963, ci ha portato a voler seguire l’idea di Connecting Directors e portarvi uno spaccato sulla parte meno pubblica della potenza mondiale americana.

Le morti durante il mandato e gli assassinii

Sapevate che ben 8 presidenti U.S.A. sono morti durante il loro mandato, mentre erano impegnati a svolgere il loro ruolo politico? Tra quelli che perirono per cause naturali ricordiamo William Henry Harrison (deceduto a causa della polmonite dopo soli 31 giorni di presidenza), Zachary Taylor (gastroenterite causata da ciliegie avariate), Warren G. Harding (infarto) e Franklin D. Roosevelt (emorragia cerebrale). Sicuramente, tra questi citati, è proprio Roosevelt quello più conosciuto, forse anche per la durata del suo mandato (4 marzo 1933 – 12 aprile 1945) e per il suo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale.

Quattro presidenti furono invece assassinati brutalmente. Tutti conoscono la storia di Abraham Lincoln che ricoprì il ruolo dal 4 marzo 1861 al 15 aprile 1865 e che fece la storia del Paese rimanendo, ad oggi, uno dei presidenti più amati: morì per un colpo di pistola alla testa durante un attentato mentre era a teatro con la moglie e i figli. La sua salma fu riesumata nel 1901 per essere posta in una sorta di mausoleo bunker in modo da evitare che venisse trafugata. James A. Garfield morì per shock settico a causa di un’infezione propagata da alcune ferite da arma da fuoco, William McKinley morì di cancrena provocata da ferite da arma da fuoco e infine, John Fitzgerald Kennedy, morto nell’attentato di Dallas.

L’omicidio Kennedy e le due casse

Come accennato all’inizio dell’articolo, Kennedy morì nel novembre del 1963 in seguito a uno degli attentati più famosi della storia. L’omicidio Kennedy avvenne infatti durante una parata ufficiale mentre il presidente, a bordo della limousine presidenziale decappottabile insieme alla moglie Jacqueline, al governatore Connally e a sua moglie, era in visita alla città. L’attentato venne ripreso da tutte le Tv nazionali e locali presenti all’evento e le immagini sono rimaste impresse nella memoria di milioni di americani e non, diventando il simbolo della fine di un’era a livello internazionale.

Una curiosità sulla morte del presidente Kennedy è quella che riguarda la sua cassa. Il primo cofano dove venne custodito il corpo di Kennedy era un Handley Britannia dell’azienda Elgin Casket. Purtroppo la cassa subì talmente tanti danni interni a causa delle condizioni del cadavere posizionato all’interno per il trasporto, che non era possibile esporla in pubblico e venne rimpiazzata da una Marcellus 710 in mogano africano. La Handley Britannia rimase negli archivi nazionali fino al 1966 quando, su richiesta della famiglia Kennedy, fu seppellita in mare dalla U.S. Air Force dopo che venne riempita di 37 chili di sabbia e fatta calare con dei paracaduti perché non si rompesse.

La maledizione interrotta da Reagan

Sembra che la “causa” delle morti dei presidenti durante l’esercizio del loro mandato fosse in qualche modo legata alla storia di Tecumseh (Cometa Fiammeggiante) leader indiano della tribù Shawnee che lanciò una maledizione su William Henry Harrison e tutti i suoi successori che venivano eletti in anni terminanti per zero. Ovviamente si tratta solo di una leggenda, ma coloro che alimentano questo tipo di miti hanno sottolineato come a rompere questa maledizione sia stato il presidente Ronald Reagan (eletto nel 1980) che morì nel 2004 ben lontano dall’esercizio del suo mandato.

Reagan è anche rimasto nella storia per aver avuto il funerale presidenziale più costoso. Una cerimonia da 400 milioni di dollari che ha anche eclissato quello di Kennedy, fino ad allora il più fastoso, che era costato 15 milioni di dollari. Il motivo per cui il funerale di Reagan costò così tanto, però, non fu a causa di una cassa d’oro o di un mausoleo particolarmente lussuoso ma perché l’allora presidente, George W. Bush, dichiarò lutto nazionale facendo chiudere il mercato azionario e dando un giorno di ferie a tutti gli impiegati federali del Paese.

Funerali, casse e sepolture

Essere eletti Presidente degli Stati Uniti d’America comporta doversi assumere delle importanti responsabilità. Per questo motivo, una delle prime cose che un presidente fa appena prende posto dietro la scrivania, è pianificare il proprio funerale.
Il presidente deve decidere come vorrebbe lasciare traccia della propria eredità politica per l’ultima apparizione nazionale.

Un’altra curiosità è che 4 presidenti sono stati seppelliti nella casse Marcellus. L’azienda Marcellus Casket, fondata nel 1872, è conosciuta per produrre cofani di grande pregio, paragonati alle Rolls Royce delle casse. Kennedy, Nixon, Truman e Reagan sono tutti sepolti in una Marcellus e il modelloThe President710 è esposto al Museo Nazionale della Storia Funeraria a Huston.
I 39 presidenti U.S.A. scomparsi sono sepolti in soltanto 18 dei 50 Stati americani e nel distretto di Columbia. La Virginia è al primo posto nella classifica di Stati che hanno accolto i resti dei presidenti americani ed è qui che si trovano le tombe di Washington, Jefferson, Madison, Monroe, Tyler, Taft e Kennedy.

Le curiosità in merito ai presidenti U.S.A. sarebbero ancora molte, ma queste sono sicuramente quelle che hanno fatto più notizia nei secoli; sarà interessante vedere se e come si evolveranno le modalità di sepoltura nei prossimi anni, magari ipotizzando un'eventuale apertura delle disposizione dei resti in modalità alternative.
 
Tanja Pinzauti

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