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QUALE MORTE per il DOTTOR GUILLOTIN?

Nel pieno del Terrore, dal 6 aprile 1793 al 29 luglio 1795, cadono 2.831 teste a Parigi e 42.000 in provincia per solo 17.000 processi. Cosa avverrà al dottore Joseph Ignace Guillotin, rinchiuso dal 1794 con l'accusa di moderatismo?

"Il moderatismo è alla moderazione quello che l'impotenza è alla castità" (ROBESPIERRE).
Se i moderati appaiono in tutte le guerre civili, durante il periodo rivoluzionario in Francia questi si fanno molto discreti fino al silenzio obbligato per paura dell'esilio o dell'imprigionamento.

Destinati alla riprovazione, questi "moderati" vengono dispregiativamente chiamati "moderatori" perché "adorano il sangue dei colpevoli e, apparentemente, non vogliono risparmiare quello dei veri patrioti", così come si può leggere in una relazione al popolo sovrano del settembre 1792. Essere accusato di moderatismo non promette dunque niente di buono, sapendo che Danton e Camille Desmoulins sono stati ghigliottinati il 5 aprile 1794 come "indulgenti".
È perché le ghigliottine vengono rapidamente a mancare sul territorio francese che il dottore Guillotin ha deluso i suoi compatrioti? Un rappresentante del comitato della salvezza pubblica del nord della Francia fa arrestare e condannare ad un ritmo tale che richiede un supplemento di ghigliottine quando, sin dalla fine del 1792, ogni dipartimento ne è provvisto. Preconizza per lo meno una ghigliottina per distretto. Esistendo da 6 a 10 distretti per 83 dipartimenti, è lavoro assicurato a lungo per Tobias Schmidt, fabbricante di clavicembali convertito nella costruzione delle ghigliottine, riconversione professionale contestualmente giudiziosa!


I TRE PADRI DELLA MANNAIA FRANCESE
La ghigliottina è l'opera di tre uomini: il dottor Guillotin, il filantropo, il dottor Louis, il progettista, e l'industriale Schmidt, il costruttore.
Quest'ultimo fabbrica un prototipo in dimensioni reali per sottoporlo all'approvazione dell'Accademia di Chirurgia di Parigi diretta dal dottor Louis incaricato dall'Assemblea legislativa di proporre il progetto di una macchina destinata alle esecuzioni capitali. Il principio dell'apparecchio è noto: due pilastri verticali dotati di scanalature per far scivolare la lama e retti da una struttura orizzontale a forma di croce.
Il corpo del condannato è portato sotto la lama da una tavola ribaltabile e il collo è mantenuto nella posizione corretta nella lunetta. Il boia libera la lama triangolare zavorrata da una massa di piombo che cade, decapitando il condannato. Ironia della sorte? Fu proprio Luigi XVI a consigliare la forma triangolare della lama.



Si sa, era un appassionato di serrature e forse per provare il suo recente senso patriottico fece notare durante la seduta dell'assemblea alla quale, ormai, doveva partecipare: "Non sarebbe meglio se il ferro avesse una forma triangolare così che, cadendo, il triangolo tagliasse di sbieco, come la sega?".
Il dottor Louis sperimenta la macchina su delle pecore e, in seguito, su dei cadaveri. Zavorrato da una massa di piombo di 60 chili e cadendo da un'altezza di circa 4 metri, il rasoio fatale realizza pienamente le aspettative del dottor Guillotin. Infatti, fin dal luglio 1789, data della presa della Bastiglia, il dottor Guillotin difese senza tregua la sua rivendicazione di umanizzare l'esecuzione capitale.


AMICO DEGLI UOMINI
Il deputato del terzo stato appena salito in tribuna è anche medico e professore di anatomia al Collège de France. La professione e le idee di Joseph Ignace Guillotin fanno di lui un filantropo e il suo intervento, il 10 ottobre 1789, abbonda in tal senso: "Poiché, dice, si tratta del progetto di riforma della procedura criminale, parliamo anche del modo di eseguire la sentenza capitale. Quando un colpevole merita la morte, bisogna dargliela.
Ma il fine non giustifica i mezzi.
Non sarebbe possibile rendere il castigo meno orrendo? Di evitare questi supplizi degni del Medio Evo? Perché non sopprimere una volta per tutte la forca, la ruota, la gogna e lo squartamento che uccidono a fuoco lento per prolungare a lungo il dolore? Un assassino, un traditore o un disertore sono lo stesso degli uomini e meritano, pertanto, alcuni riguardi. Quello che occorrerebbe è una macchina come ne esiste già in Italia che, con un colpo di lama, taglia netto e senza sofferenza".

Il dottor Guillotin, dunque, era un difensore risoluto della decapitazione come procedimento più sicuro, più ugualitario e meno barbaro per le esecuzioni capitali, ma non è affatto l'inventore della "ghigliottina"!

Sin dal XVI secolo, in Italia, veniva usata una macchina fatta da due pilastri verticali congiunti, in alto, da una trave. Una pesante ascia era sospesa a questa trave e veniva fatta cadere sul collo del condannato collocato su un ceppo di legno al di sotto. Questa macchina era chiamata mannaja. Un apparecchio dello stesso tipo veniva usato in Scozia con il nome di maiden. Il museo delle antichità di Edimburgo ne possiede un esemplare che sarebbe stato utilizzato, nel 1581, per l'esecuzione del conte Morton, vittima della guerra tra i regni scozzese e inglese.


LA "GUILLOTINE"
L'idea fu apprezzata grazie alla grinta con la quale Guillotin difese le proprie tesi dando il nome di ghigliottina alla macchina che serviva a tagliare la testa dei condannati a morte. Il nome fu inventato da un giornale monarchico per ironia contro le idee ugualitarie del dottor Guillotin che protestò invano.
L'Assemblea adottò la macchina presentata dal dottor Louis nel febbraio 1792. I parigini la ribattezzarono "Louisette" o "Louison", ma "Guillotine" aveva per sé la forza dell'abitudine e una consonanza più frivola ("guilleret", in francese, vuol dire "arzillo") e in questi momenti di allegria popolare il nome era senza dubbio più azzeccato, checché ne pensasse il povero dottor Guillotin imprigionato, due anni dopo, forse chiedendosi se il dottor Louis dicesse il vero quando rivendicava davanti all'assemblea che al momento della caduta della lama sul collo il condannato non dovesse sentire altro che un leggero soffio di vento.

Il dottor Guillotin ebbe la vita salva grazie a Thermidor (caduta di Robespierre) e morì nel suo letto (e con tutta la sua testa!!!) all'età di 76 anni.
Il dottor Louis morì di morte naturale nel 1792. In quanto a Tobias Schmidt, le ordinazioni di ghigliottine fecero la sua fortuna. Tuttavia, sia che il signor Schmidt festeggiasse ogni buona performance delle sue macchine (ricordiamo un totale approssimativo di 50.000 decapitazioni) con un bicchiere di vino, sia che tutte queste teste tagliate abbiano fatto girare la sua fino ad un punto di non ritorno, il fatto è che morì, nel 1809, durante una crisi di delirium tremens.
 
Laurence Dujany


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