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A GENOVA UN IMPORTANTE CONVEGNO

MEMORIA E FUTURO NELL'ARCHITETTURA DEI CIMITERI EUROPEI

 

Promosso dal Comune di Genova e dall'Asce nell'ambito delle iniziative per Genova Città Europea della Cultura 2004.

Venerdì 24 settembre 2004, nella città del celebre cimitero di Staglieno, ha avuto luogo - con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e degli Ordini degli Architetti di Bologna e Genova - un seminario volto ad analizzare la singolare importanza architettonica di molti cimiteri europei evidenziando quanto la loro progettazione abbia contribuito alla evoluzione della storia dell'architettura.

Nel secolo XIX, infatti, quando - grazie all'impegno culturale illuministico e, in molti paesi, alle disposizioni amministrative napoleoniche - cessa l'uso di seppellire nelle chiese, le città individuano il cimitero come uno dei luoghi centrali della topografia urbana e ne affidano la progettazione ai loro migliori architetti.

Anche il XX secolo è ricco di episodi straordinari: basti citare il Cimitero nel Bosco a Stoccolma (Lewerentz e Asplund), Patrimonio dell'Umanità; il Cimitero di ale a Lubiana (Joe Plecnik); il cimitero di Modena (Aldo Rossi e Gianni Braghieri).

Ancora oggi, anche grazie al crescente ricorso a concorsi internazionali, dai cimiteri viene un impulso alla buona architettura, pur se dobbiamo prendere atto del visibile calo nelle attenzioni per questi siti registrato nel secondo dopoguerra.

L'incontro è stato introdotto da Giuseppe Pericu, Sindaco di Genova, Giorgio Guerello, Assessore del Comune di Genova, e Mauro Felicori, Presidente dell'Asce. Successivamente sono state presentate diverse relazioni da esperti nel campo dell'arte e dell'architettura cimiteriale. A rappresentare i singoli contributi e lo spirito del seminario abbiamo scelto quale esempio di applicazione della buona architettura alla tipologia cimiteriale la descrizione di tre interventi ad opera dell'Architetto Marco Ciarlo.

r.b.

TOMBA BADANO - Cimitero monumentale di Sassello, entroterra ligure.

Il complesso, situato ai margini dell'abitato, si articola su un percorso centrale, elemento cardine della distribuzione, lungo il quale si dispongono i blocchi modulari delle tombe. Il progetto si confronta con manufatti diversi per epoca, per materiali impiegati, stili ed elementi decorativi cercando di instaurare un dialogo con essi pur mantenendo la propria identità. Due sono gli elementi che caratterizzano l'intervento: un guscio in cemento e un blocco monolitico in acciaio, l'uno ripiegato su se stesso accoglie l'altro e dà forma a una seduta, un basamento, una parete e uno sbalzo di copertura; elementi che definiscono spazi per la preghiera, il raccoglimento, l'incontro e che riconducono ai gesti di una ritualità domestica.

La tomba, colmando un vuoto, completa la sequenza delle cappelle. La lama di cemento si dispone a ridosso del muro in pietra, lo supera e svela la presenza della figura di un angelo voltato di spalle; il monolite in corten si solleva dal piano d'appoggio, si scosta dal suo intorno e scartando verso il fronte genera sul retro uno spazio di luce, sacro, privato. L'intero progetto è caratterizzato dall'essenzialità del segno e dei materiali usati. Ogni scelta tecnologica è stata affrontata adottando pratiche artigianali. Ai segni della lavorazione andranno a sovrapporsi quelli lasciati dal trascorrere del tempo.

CIMITERO BORGHETTO

SANTO SPIRITO.

L'intervento si inserisce nella trama delle fasce del paesaggio ligure, di muri a secco, ginestre e ulivi. Si colloca in posizione centrale rispetto a due cave di estrazione e gode di vista panoramica sulla costa e sul mare. Viene privilegiato l'aspetto dell'inserimento nel contesto naturalistico e si cerca di mediare la vista delle strutture cimiteriali, riducendone al massimo l'impatto ambientale. Il progetto si regge su due assi prospettici primari che mettono in relazione gli elementi che compongono l'intero impianto.

Dall'attuale ingresso al cimitero si procede su un ampio viale trasversale che, sviluppandosi lungo la fascia di livello mediana, segna il confine con l'area cimiteriale preesistente e individua i due grandi settori del cimitero. La soluzione verso il mare propone una vasta area ipogea destinata a ospitare i loculi. La copertura è costituita da una soletta - pensilina, con prato soprastante, su cui una serie di tagli consente alla luce di penetrare all'interno. Attraverso le fenditure, il cielo. In senso longitudinale si articola un secondo percorso, i cui vertici opposti sono la chiesa e il cimitero per i fanciulli, per cui è stato richiesto il contributo di artisti di varie nazionalità che hanno approfondito il tema vita-morte. Un ascensore su piano inclinato permette il superamento delle barriere architettoniche.

CIMITERO FINALBORGO.

L'ampliamento del cimitero San Biagio si inserisce all'interno di un complesso monumentale preesistente: un lungo porticato ottocentesco scandisce lo sviluppo ordinato dell'intero cimitero formato da aree costruite in periodi diversi. Il settore di intervento si incontra alla fine del percorso rispetto all'ingresso, e confina con una vasta area soggetta a vincolo cimiteriale, unico ambito di possibile ampliamento futuro. Da questa considerazione nasce la scelta di progetto: realizzare una quinta tra il vasto complesso attuale e quello nuovo.

Un blocco di cemento armato, lastre di pietra serena e una diafana parete di vetro. Tra questi, uno spazio dominato da luce e ombra. Il lato esterno dell'edificio è protetto da una pensilina di acciaio e cristallo. Sul lato interno si crea un vano coperto tra la parete di cristallo e le lastre in pietra: la quinta traslucida protegge il visitatore dall'esterno e lo introduce in un ambiente privato. L'intero progetto gioca il confronto materiale-immateriale. Da una parte il monolite di cemento incastrato nel suolo, dall'altra il vetro, un ritaglio realizzato nell'azzurro del cielo, sospeso, leggero.

 

Marco Ciarlo è nato il 3 maggio 1961 a Savona. Sposato, ha 3 bambini.

Frequenta la bottega d'arte dei maestri Alfio e Amanzio Bormioli di Altare e in seguito il Liceo Artistico A. Martini di Savona. Si laurea in architettura presso la Facoltà di Genova con il prof. Giuliano Forno, con cui collabora ai corsi di progettazione urbana.

Nel 1988 inizia l'attività sotto la direzione dell'architetto Teobaldo Rossigno. Dal 1993 avvia la collaborazione con gli architetti Fabrizio Melano e Giampiero Negro, con i quali si associa nel 2004. Membro di Aid'A, Associazione Italiana d'Architettura.

Ha progettato impianti sportivi, edifici industriali, cimiteri, spazi pubblici, piazze e curato i restauri di edifici storici. Ha dedicato particolare attenzione all'architettura di interni e agli allestimenti espositivi e museali. Affianca alla professione attività in campo artistico di ricerca sull'immagine e la materia. Pittura, scultura e design, divengono verifica interdisciplinare dell'atto progettuale.


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