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I MAZZERI

Ogni cultura e ogni epoca hanno le proprie figure di collegamento tra il mondo dei vivi e quello dei morti. In Corsica queste figure sono una sorta di stregoni, o maghi, o sciamani, che si chiamano "Mazzeri". Le leggende narrano che di notte i Mazzeri si liberino del proprio corpo e scorazzino a cavallo uccidendo gli animali che incontrano (sarà per questo che in Corsica, di notte, non si vedono cani randagi!). La cosa strana è che sul muso degli animali che vengono uccisi compaiono i visi di coloro che di lì a poco moriranno.

Le interpretazioni antropologico-culturali di questa leggenda non sono molto chiare. Tuttavia vi si può scorgere un significato universale: di notte si scatenano le forze della morte, che sono identificate come stregoni in grado di trasfigurare la morte di un animale nella morte di qualcuno. Come se ciascuno fosse collegato ad un animale (la propria Natura) e morisse quando il suo animale (la propria Natura) viene ucciso da una forza oscura, cioè quando non viene più protetto dalla divinità e diventa preda di una entità maligna che non appartiene né alla Natura né alla Divinità.

Non è proprio quello che tendiamo a pensare quando ci chiediamo come mai ad un certo punto il corpo si ammala e rischiamo di morire? Perché non ci siamo ammalati prima? Saremo stati protetti dalla Fortuna che, nella sua cecità, è forse guidata da una divinità protettiva o da un angelo custode? E come mai la protezione improvvisamente ci viene tolta? Perché le forze malefiche (i Mazzeri dei corsi) sono state tenute a bada fino a quel momento e poi una notte, cioè in modo oscuro, ci ammaliamo e moriamo? E questi Mazzeri chi li ha creati? Non saranno espressioni del Male che esiste ab eterno come il bene? Ma qual è, poi, la logica che governa l'alternarsi di Bene e di Male nella nostra vita?

Oggi ovviamente nessuno crede più negli stregoni e il Maligno si incarna nelle cause della morte che, dall'inquinamento atmosferico alla distruttività delle guerre, sembrano turbare gli equilibri della Natura e fare strage di innocenti (che muoiono perché mangiano e bevono veleni o per gli effetti collaterali di qualche guerra). Il Male sembra cioè essere in ciò che va contro-Natura e il Bene in ciò che è Naturale.

Ma è così? Non è la morte inscritta nel destino naturale dell'uomo? Non siamo geneticamente programmati per vivere una vita sola e allungabile fino ad un certo punto?

Senza inquinamento e senza conflitti o distruttività sociale non moriremmo lo stesso?

Forse le figure mitologiche come i Mazzeri esprimono proprio questo: la Natura non ha in sé la morte; sono questi stregoni che scatenano nottetempo la loro furia omicida e fanno morire l'animale uomo. I Mazzeri, e tutte le altre figure simili presenti nelle mitologie di tutti i tempi e di tutte le culture, non sarebbero altro che l'anello mancante della spiegazione della morte. Confermerebbero cioè quello che tutti i tempi prima del nostro hanno pensato: che la morte è il frutto del male e non è qualcosa di naturale; e solo una divinità benefica può proteggerci dalla morte.

Oggi che Dio sembra "morto" e non crediamo più negli stregoni, solo le stregonerie della Tecnica possono proteggerci dal destino di mortalità. Ma le cose cambiano, le stregonerie della tecnica diventano sempre più distruttive e Dio sembra risorgere di nuovo, sembra che l'Umanità ricominci a pregare e ad invocare la protezione di Dio contro la morte. Vuoi vedere che proprio per questo torneranno anche le forze del male e sarà di nuovo convincente la spiegazione che moriamo perché, per qualche misterioso motivo, Dio non ci ha protetto da qualche stregone come i Mazzeri?

Per fortuna l'Umanità è in grado di produrre anche soluzioni meno contorte. Come quella che, sempre in Corsica, fa sì che molti morti non siano seppelliti nei cimiteri, ma nel giardino di casa. Esiste, cioè, anche la soluzione per cui coloro che muoiono non se ne vanno: sono sepolti dietro la casa e la loro presenza continua a circolare quotidianamente tra i vivi che non hanno più bisogno di credere che risorgeranno per poterli rincontrare, o di essere protetti da un Dio perché non muoiano mai o di inventarsi qualche stregone per spiegare come mai si muore pur volendo vivere. Perché essere vivi non significa solo essere vivi in sé (nel corpo) e per sé (nella coscienza), ma anche per gli altri (nella vita degli altri, o nel giardino di casa che è una proiezione della propria anima).

 
Francesco Campione

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