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MAR MARMI

Il cognome Martra è cacofonico, ovvero ha un suono duro, ostile, direi difficile da pronunciare.
La famiglia Martra è originaria delle valli del Monviso: nasce in Piemonte, nei pressi di Paesana.

Il padre Giovanni, negli anni cinquanta, creava oggetti di arte funeraria nel suo piccolo laboratorio artigianale di San Secondo di Pinerolo.
Nel 1974 il figlio Gualtiero trasformò quel piccolo laboratorio in una azienda a produzione industriale, la MAR MARMI, appunto, di cui è il titolare.

È difficile trovare Gualtiero in Italia, da diversi anni vive quasi di più nelle cave all'estero che a casa sua.
E dire che il pinerolese, ed in particolare la zona di Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Bibiana, è famosa per le numerose cave di pietra con cui sono costruite la gran parte delle case di montagna, e non solo, del Piemonte.

I graniti che lavorano alla MAR MARMI, arrivano dall'India e dalla Cina del Sud dove di fronte all'isola di Formosa esiste uno dei più ricchi bacini.

"Il granito arriva in blocchi a Genova, - racconta Martra - trasportato dalle grosse navi che passano dal canale di Suez; nella nostra fabbrica viene tagliato in lastre e lucidato, poi tagliato in pezzi più piccoli e sagomato, inciso, lucidato nuovamente nelle parti curve, poi viene praticata, se richiesta, l'incisione di fiori, figure, soggetti sacri. Infine la lastra viene spedita al cliente".

Quanto costa portare in Italia le lastre di granito?
"I graniti viaggiano per tre o quattro settimane e costa di più il tragitto da Genova a Torino che quello dalla Cina a Genova".

Esistono differenze fra i graniti cinesi e quelli indiani?
"I graniti indiani vanno per la maggiore perché sono più colorati, ora ad esempio piace il granito azzurrino".

Quali sono le misure standard di una lapide di granito?
"Non mi faccia questa domanda, mi mette in difficoltà: lo sa che in Italia ogni comune ha una sua misura standard? Se a Torino facciamo pezzi da cm. 50x50, a Milano sono di m. 2,00x1,00, nel sud Italia le misure aumentano. Non solo le dimensioni sono diverse da città a città, ma anche i gusti e le tradizioni culturali. In Francia ad esempio, dove lavoriamo da tre anni, è tutto più semplice perché le misure del sepolcro finito sono uguali per tutta la nazione, ma ogni sepolcro può essere personalizzato con maggiore libertà".

Dove esponete le vostre lapidi?
"Molti nostri clienti hanno spazi espositivi adeguati, grandi a sufficienza da poter lasciare in visione anche le nostre lapidi; consideri comunque che il boom delle vendite di lapidi si registra nel periodo che precede il giorno dei morti, vale a dire da settembre a novembre. Gli Italiani vogliono che in occasione della celebrazione annuale dei defunti, i sepolcri siano finiti, ordinati, infiorati. In quei due mesi, tutti gli anni, io vendo l'80 per cento delle mie lapidi".

Quali sono i motivi principali per cui produce all'estero?
"Due sono i motivi principali, il costo del lavoro in Italia, e questo non è un problema solo del mio settore, unito al reperimento della mano d'opera (che incide del 60-70% sul costo finale del prodotto) ed alla difficoltà a smaltire i rifiuti o meglio gli scarti della lavorazione. I nostri graniti sono considerati rifiuti speciali, quindi raccolti in discariche e lasciati lì. Sono le stesse discariche dove vengono posti gli scarti della lavorazione delle pietre estratte nelle cave della nostra zona. Non le dico quanto mi costa lo smaltimento di questi rifiuti. Avevo pensato di riciclare questi graniti, trasformandoli in ghiaia; avrei dovuto aprire una nuova azienda per farlo, quindi avrei dovuto fare un nuovo investimento e soprattutto preventivare una nuova fatica".

Chi la aiuta o la aiuterà in questo suo lavoro?
"Io ho tre figlie e non credo che siano interessate al mio lavoro, la più grande studia medicina, la seconda frequenta una scuola di grafica e la più piccola ha solo sette anni. Credo di poter dire che la MAR MARMI sono io".

Quali sono le difficoltà maggiori che vengono dal lavorare con Cina e India?
"Il problema principale è la conservazione della qualità del prodotto, noi italiani siamo più esigenti, investiamo tempo e denaro sulla qualità; nei paesi con cui io lavoro bisogna sempre controllare la produzione perché tendono a scendere sotto il livello standard prefissato. Il secondo problema è quello del continuo anticipo del capitale; là non si muovono se non dai loro i soldi per partire con i lavori. Infine, poiché i materiali indiani sono molto ricercati a livello grezzo, spesso abbiamo avuto difficoltà a trovare materiali di prima qualità. Ci sono delle grosse agevolazioni dello stato per chi esporta graniti, le imprese che producono per l'edilizia sono state nostre accanite concorrenti nell'acquisto di questi materiali. Per superare il problema abbiamo dovuto creare un'azienda che sotto la stessa proprietà avesse il laboratorio e la cava. Il granito cinese invece deve essere venduto già lavorato, non grezzo, altrimenti è difficile da piazzare".

Esiste sfruttamento di mano d'opera infantile nei paesi dove lei acquista?
"Certamente esiste, io ho cercato fabbriche dove questo sfruttamento non fosse assolutamente praticato; vedo comunque la Cina arrabbiata e decisa con ogni mezzo a fare denaro".

Avete dei nuovi prodotti da presentare ai clienti?
"Si, stiamo lavorando, per la verità già da due anni, su un nuovo prodotto in granito. Si tratta di portafiori e lumini che, nelle mie intenzioni, dovrebbero essere alternativi al bronzo e all'acciaio. Rispetto a questi, infatti, garantirebbe una durata notevolmente superiore senza necessità di manutenzione; comunque per ora abbiamo ancora solo pochi prototipi prodotti con molta difficoltà. Dovremo modificare le macchine lucidatrici per poter vendere questi prodotti ad un prezzo ragionevole. Siamo fiduciosi di poter iniziare la commercializzazione nel mese di settembre".

Cosa vorrebbe dire a colleghi e concorrenti del settore lapideo?
"Consiglierei a tutti di non dormire sugli allori, di puntare ancora sulla qualità dei prodotti. Guardiamoci attorno, l'Italia è il maggior esportatore di prodotti lapidei: lo scorso anno si pensava che la Cina ci superasse e invece ciò non è successo. Ma è anche uno dei maggiori paesi importatori di macchine per la lavorazione di questi prodotti: finirà che il granito lavorato all'estero con i nostri macchinari sarà di qualità pari se non superiore al nostro".
 
Marina Piantoni

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