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Approvata anche in Grecia la legge che consente la cremazione

Liberi di scegliere

Dopo molti anni di discussioni, nel marzo del 2006 il governo greco, sostenuto anche da buona parte dell'opposizione, ha approvato la legge che sancisce il diritto alla cremazione dei defunti. Con questa legge la Grecia ha fatto un decisivo passo verso l'Europa. Lo scoglio più grande per raggiungere un risultato così importante è stato il forte contrasto con la Chiesa
greco-ortodossa
, la quale non ammette che i corpi dei defunti possano essere cremati, ma ritiene che debbano esclusivamente essere seppelliti sotto terra.
Fino a pochi mesi fa l'inumazione è stata, in effetti, l'unico metodo di sepoltura praticato in quella nazione, tanto da far sorgere, soprattutto ad Atene, il problema dello spazio da dedicare ai cimiteri. Anche questo fattore ha probabilmente contribuito ad accelerare la risoluzione che, dopo anni di dibattiti, scontri e stagnazioni, ha portato alla promulgazione della legge che legalizza e regolamenta la cremazione.
Far fronte all'ostruzionismo della propria chiesa ufficiale, alla quale appartiene oltre il 95% della popolazione, non è certo cosa facile; basti pensare che fino a pochi anni fa sulle carte d'identità greche veniva indicata anche la confessione religiosa di ciascun cittadino e che quando il precedente governo stabilì per legge di omettere quel dato ci furono proteste di piazza accesissime, promosse sì dalla Chiesa greca, ma ampiamente sostenute dalla popolazione.
Alla luce di ciò, leggendo il testo della nuova legge che ammette la cremazione dei defunti si comprende meglio il motivo della presenza di un riferimento alle "convinzioni religiose": "...è autorizzata la cremazione dei corpi di coloro, greci o stranieri, le cui convinzioni religiose la permettono e a condizione che lo abbiano espressamente richiesto prima della morte o su domanda dei familiari più prossimi...". Di fatto, la legge consente ad ogni cittadino greco di decidere se scegliere o meno che il proprio cadavere venga cremato. Dall'altra parte, tuttavia, la Chiesa ha prontamente affermato che agli ortodossi che sceglieranno la cremazione sarà negata la messa funebre.
Una posizione molto dura, dunque, quella della Chiesa greca, soprattutto se paragonata alle decisioni prese dagli anni '60 in poi, sempre nei confronti della cremazione, dalla Chiesa cattolica, spesso definita molto più conservatrice delle altre confessioni cristiane. Il 5 luglio 1963, infatti, il Concilio Vaticano II emanò l'Istruzione denominata "De Cadaverum Cremazione: Piam et constantem" tramite la quale fu stabilito che la cremazione non contravviene in alcun modo alla religione cristiana; cremare il corpo di un defunto, infatti, non ne pregiudica la resurrezione alla fine dei tempi, quando Cristo, secondo il credo cristiano, tornerà sulla Terra "per giudicare i vivi e i morti". L'Istruzione del 5 luglio 1963 recita infatti: "...l'abbruciamento del cadavere, come non tocca l'anima, e non impedisce all'onnipotenza divina di ricostruire il corpo, così non contiene, in sé e per sé, l'oggettiva negazione di quei dogmi. Non si tratta, quindi, di cosa intrinsecamente cattiva o di per sé contraria alla religione cristiana". Da quel momento la Chiesa ha sancito ufficialmente la liceità della cremazione definendola, in sostanza, nient'altro che un procedimento atto ad accelerare la trasformazione del corpo in polvere, trasformazione che avverrebbe ugualmente, sebbene in un arco temporale decisamente più lungo.
 
Daniela Argiropulos

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