- n. 4 - Maggio/Giugno 2020
- Luoghi di cremazione
Hysteron, una struttura all’avanguardia
Un polo crematorio di grande impatto estetico ed efficienza tecnica dove le famiglie vengono accompagnate al momento del distacco con discrezione e professionalità.
C’è una struttura innovativa, alle porte di Torino, che fin dall’esterno colpisce per le sue futuristiche linee architettoniche. Si tratta di
Hysteron il “Tempio Crematorio Piemontese”, situato nel Comune di Piscina a 25 Km dal capoluogo di regione, un efficiente e moderno impianto che in campo nazionale rappresenta una realtà di assoluta eccellenza. Realizzato nel 2009 da uno studio di architetti che ha cercato di interpretare a livello strutturale ed estetico l’idea del committente, è stato curato in tutti i minimi dettagli.
Abbiamo voluto interpellare Nicoletta De Rosa, socia della struttura, per conoscere maggiori dettagli di questo interessante progetto.
Signora De Rosa, ci racconta com’è stato realizzato il Tempio Crematorio Piemontese?
Nulla è stato lasciato al caso: l’architettura, l’arredamento, i colori e la luce sono stati studiati per trasmettere un senso di immaterialità, per lasciare fuori ciò che è stato, nell’attesa di ciò che sarà. Anche il nome Hysteron (dal greco: posteriore, che viene dopo) è stato scelto per dare valore all’idea del passaggio e a ciò che segue il momento della morte, per mettere in primo piano l’atto finale che riveste un significato unico sia dal punto di vista umano, che da quello spirituale per i credenti di qualsiasi religione. Dal punto di vista tecnico il Tempio è dotato di forni di ultima generazione che garantiscono tempi di cremazione ridotti”.
Che cosa può trovare presso di voi la famiglia che accompagna un congiunto alla cremazione?
Sin dall’inizio del progetto ci siamo concentrati sugli aspetti che potevano essere di conforto ai dolenti nel dare l’ultimo saluto al proprio caro. Abbiamo pertanto concepito gli spazi dedicati al pubblico, come la sala del commiato e le salette di attesa, come ambienti in cui respirare un’atmosfera serena. Abbiamo poi voluto dare continuità a questa idea anche nella zona riservata alla cremazione che, pure se non accessibile al pubblico, riteniamo debba mantenere gli stessi standard di accoglienza e di decoro. E così all’artista Luca Daniele Pellizzari è stato affidato il compito di donare anche ai locali tecnici un’immagine gradevole, realizzando con la tecnica dell’aerografo immagini simboliche che siano espressione più di gioia che di dolore”.
Offrite servizi particolari?
Ci teniamo molto a distinguerci nei servizi che possiamo offrire a coloro che si rivolgono a noi. La sala del commiato è stata pensata anche come un’opportunità per cerimonie personalizzate. Siamo pertanto vicini ai parenti nell’organizzazione del momento dell’addio mettendo a loro disposizione professionalità specifiche, come il cerimoniere, un esperto che sa comprendere ed esaudire le richieste sulle volontà di svolgimento del commiato sostenendo e guidando la famiglia in questo difficile percorso. Abbiamo inoltre introdotto una nuova figura: quella di un maestro di musica (violinista, pianista o quant’altro…) poiché riteniamo che la musica sia di grande aiuto per accompagnare pensieri e ricordi, riuscendo allo stesso tempo a colmare quel vuoto che si percepisce nel silenzio assoluto”.
Hysteron non è l’unico crematorio di vostra gestione…
Sì, nel 2017 abbiamo inaugurato una seconda struttura nella provincia di Cuneo: Eclipsy, Tempio Crematorio di Magliano Alpi. Anche in questo caso il nome (dal greco ekleipsis: occultazione) vuole essere espressione di un concetto, quello che la perdita di una persona cara è una fase buia solo in apparenza, così come durante l’eclisse l’astro non perde la sua luce ma viene soltanto celata temporaneamente da un altro corpo. E anche per questo Tempio abbiamo cercato di creare un ambiente confortevole ed accogliente dove i famigliari possono relazionarsi con operatori premurosi e rispettosi”.
Trova che ultimamente la tendenza e la mentalità nei confronti della cremazione siano cambiate?
Negli anni, grazie anche al lavoro svolto dalla Socrem Torino, il numero delle cremazioni è aumentato. Sicuramente, a livello generale, la percezione della gente nei confronti di questa pratica è decisamente più favorevole. Per quanto riguarda la nostra esperienza devo rilevare che è aumentata anche la gratitudine - se così si può definire - da parte delle famiglie, che nel tempo hanno compreso l’intento e la missione del nostro operato: pur non facendo nulla di straordinario, tentiamo ogni giorno di comprendere le loro esigenze aiutandole a superare il distacco dai propri cari. Analogo impegno e professionalità li mettiamo anche dietro le quinte, nella fase prettamente tecnica della cremazione, perché per noi è fondamentale che le famiglie che ci affidano le spoglie del loro caro possano farlo in un clima di totale serenità e fiducia che non intendiamo disattendere”.
Come avete vissuto questo periodo drammatico dell’emergenza coronavirus?
Negli ultimi mesi le occasioni di socialità ed il contatto umano si sono interrotti sia per le famiglie, sia per noi del settore. È stato un periodo difficile che ha messo a dura prova la nostra emotività e, oltre ad un incremento di lavoro al quale nessuno di noi era abituato e preparato, abbiamo dovuto fare i conti con le ripercussioni psicologiche che ciò ha comportato. Le famiglie non solo hanno perso un congiunto, ma sono anche state private dei momenti importanti e fondamentali per l’elaborazione del lutto. Com’è noto, tutti i funerali si sono svolti senza cerimonie, a porte chiuse, in modo rapido ed anonimo senza la possibilità di dare un dignitoso ultimo saluto. Il senso del nostro lavoro è venuto meno, poiché il distacco è stato netto, senza momenti di condivisione e consolazione”.
Ringraziamo la signora Nicoletta De Rosa per il tempo che ci ha dedicato e per la sua testimonianza da cui, ancora una volta, si evince come doti di sensibilità, empatia, tatto ed attenzione siano fondamentali per operare in questo campo così delicato.
Alessandra Natalini