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La morte di Bon Scott, il primo cantante degli AC-DC

Highway to hell

«I'm a rocker, I'm a roller,
I'm a right out of controller»
 
«Ero sposato quando entrai
nel gruppo e mia moglie disse:
“Perché non scrivi una canzone su di me?”
Così io scrissi “She's got balls”.
E lei chiese il divorzio»
Bon Scott
 
Ronald Belford Scott nacque a Kirremuir, in Scozia, il 9 luglio 1946 e nel 1952, date le precarie condizioni lavorative e finanziarie della famiglia, si trasferì a Fremantle, vicino a Perth. Sul finire degli anni Cinquanta cominciò ad interessarsi alla musica, dapprima accanto al padre che gli insegnò la difficile arte del suono della cornamusa; successivamente si avvicinò alla batteria con la quale fece subito grandi progressi, tanto da diventare in brevissimo tempo il cantante batterista di band locali emergenti. Dopo aver abbandonato la scuola, il giovane Scott cercò senza fortuna un lavoro. La sua natura ribelle stava lentamente prendendo il sopravvento: così la decisione di abbracciare la musica a livello professionale fu inevitabile.
I Valentines furono il primo gruppo ufficiale della futura voce degli AC-DC. Erano una band alla moda, con una certa notorietà maturata negli anni suonando in giro per tutta l’Australia. Il loro sound ricalcava il pop di quel periodo: erano ben vestiti, adorati dalle ragazzine e idolatrati dalle radio di quel tempo. Finirono nell’occhio del ciclone quando ad un certo punto vennero trovati in possesso di stupefacenti e lo scandalo li travolse. Poco dopo Ronald lasciò il gruppo.
L’esperienza con i Valentines conferì a Scott molta notorietà, veicolata però da una pessima fama. I precedenti penali maturati in gioventù andarono ad assommarsi ai nuovi, ma questo non gli impedì di entrare a far parte di un altro gruppo di successo, i Fraternity. Nonostante il cantante facesse di tutto per mettersi nei guai, era in qualche modo baciato dalla fortuna: il nuovo gruppo ottenne un discreto successo in Europa, mentre in Australia i due dischi pubblicati raggiunsero le vette delle classifiche di vendita. La vita privata di Scott spesso prendeva il sopravvento su quella lavorativa, generando non pochi imbarazzi all’artista e alla sua nuova band. Il leader, sovente ubriaco, era divenuto vittima dei giornali che in lui avevano trovato una fonte inesauribile di notizie. Al ritorno dall’Europa il rocker entrò in coma a causa di un incidente in moto. Le sue condizioni si ristabilirono, ma decise di abbandonare il gruppo e di dedicarsi ad una vita meno “on the road”. Fu proprio in quel periodo, lontano dal palco, che il performer stabilì i primi contatti con quelli che furono la spina dorsale degli AC-DC, i fratelli Angus e Malcom Young.
Scott divenne inizialmente autista del gruppo, ma la leggenda narra che i due fratelli, stanchi di Dave Evans (il primo cantante “ufficioso” della band), iniziarono a cercare un nuovo vocalist. L’immagine di Bon catturò l’attenzione sia di Angus e di Malcom che dei discografici. L’istrionica personalità del rocker si contrapponeva perfettamente con l’immagine di scolaretto di Angus Young. L’intuizione si rivelò determinante e la band spiccò il volo.
Il gruppo ottenne subito un largo consenso: la musica che questi cinque ragazzi erano in grado di sprigionare era vera energia, rock and roll allo stato puro. Quelle composizioni erano supportate dai testi di Scott. Canzoni inneggianti all’eccesso, agli stilemi del rock: il sesso, la droga e il rock and roll. Erano tematiche fiere, prive di censure; quelle parole erano il manifesto di una vita vissuta spesso al limite dove il tutto si stava rivelando un combustibile ideale per incendiare le nuove generazioni. Il mondo da lì a poco si sarebbe accorto di quei cinque ragazzi e avrebbe regalato loro l’olimpo dell’eternità.
Sul palco Scott era un frontman difficilmente eguagliabile. Amava provocare il pubblico, e la sinergia che si era creata con Angus Young rendeva i loro spettacoli semplicemente impareggiabili. All’alba della definitiva consacrazione, poco prima di pubblicare quello che da tutti viene definito il capolavoro degli AC-DC, Bon Scott morì. Di quel periodo Malcom Young ricorda: “È un vero miracolo che il gruppo abbia superato indenne la morte di Bon. Devo però anche dire che tutti quanti sono stati molto gentili con noi. Credo infatti che la gente ci ammiri di più per non aver mollato, quando il destino avverso ci ha colpito. Siamo ripartiti quasi da zero. L’album Back In Black è dedicato interamente a Bon, dal titolo alla copertina, ed è un omaggio che gli rendiamo. In un certo senso la sua morte ha contribuito a serrare le file del gruppo. Mi ritengo fortunato per aver continuato”.
Scott non visse abbastanza da vedere il suo trentaquattresimo compleanno. Morì a Londra il 19 febbraio 1980 per intossicazione acuta da alcool, dopo una notte di eccessi; fu ritrovato sul sedile posteriore di una Renault 5, là dove era stato lasciato da un suo amico a riprendersi. Le sue ceneri sono ora deposte presso il cimitero di Fremantle in Australia.
Gli AC-DC dopo la morte di Bon Scott hanno arruolato nelle proprie file il cantante Brian Johnson con il quale tutt’ora calcano i palchi di tutto il mondo e proprio nel 2008 hanno pubblicato il loro diciassettesimo album, “Black Ice”.
 
Marco Pipitone


NON TUTTI SANNO CHE...

• il primo concerto degli AC-DC con Bon Scott alla voce risale a settembre 1974 al Pooraka Hotel di Adelaide, in Australia;
• la prima data in Italia degli AC-DC è stata il 5 settembre 1984 a Nettuno, vicino a Roma;
• l’ultima data ufficiale di Bon Scott risale al 27 gennaio 1980, poco meno di un mese prima della sua scomparsa.

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