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Il cimitero di Žale

Un gioiello a Lubiana

Lubiana, capitale della Slovenia situata a meno di cento chilometri da Trieste, non è certamente fra le mete turistiche più conosciute, ma basta un week-end per scoprirla e per rimanerne conquistati. Città in forte espansione con un grande patrimonio storico-culturale, è un centro scientifico e commerciale e un importante polo congressuale. Le sue influenze austriache, slave, tedesche e latine si uniscono al fascino dell’Est ancora incontaminato dalla mano dell’uomo.
Sorprendono il visitatore la sua architettura in stile barocco e Art Nouveau, così come i palazzi eleganti con tetti a punta dal sapore austro-ungarico accostati a moderni locali di design e a una vivace scena artistica. A Lubiana troviamo una prestigiosa università, musei, teatri, cinema, gallerie d’arte, numerosi ristoranti e piccoli caffè affollati a ogni ora del giorno da giovani che ne assaporano la intensa vita culturale arricchita dalle diecimila manifestazioni e da una decina di festival internazionali organizzati ogni anno. Fulcro della città è sicuramente la zona attorno alla piazza principale e al mercato non lontano dai tre ponti, dominata dal Castello situato sulla collina che sovrasta il fiume Ljubljanica.
 Nel corso dei secoli Lubiana ha avuto molte identità: secondo la mitologia greca fu la città sul fiume attraverso il quale gli argonauti trasportarono il vello d’oro; in seguito, durante l’occupazione romana, prosperò e prese il nome di Emona; dopo la seconda guerra mondiale divenne la più grande esposizione delle opere dell’architetto Jože Plečnik (1872-1957), indiscutibilmente la più importante figura della storia dell’architettura slovena che contribuì significativamente al design urbano di altre due magnifiche capitali mitteleuropee, Praga e Vienna. Progettò numerosi edifici e monumenti quali il famoso e caratteristico Triplo Ponte, la libreria comunale e il cimitero principale della città.
 
Il cimitero di Žale venne inizialmente costruito su un altro cimitero, ma le autorità cittadine, non soddisfatte del progetto dell’architetto incaricato, si rivolsero a Plečnik che dal 1938 al 1940 si occupò della riprogettazione dell’intera area e creò un originale complesso di cappelle mortuarie che prima di allora non erano affatto conosciute a Lubiana. Oggi misura 375.000 metri quadri e conta circa 150.000 anime sepolte.L’ingresso, l’opera massima di Plečnik, è un arco di trionfo monumentale, espressione di simmetria e di classicità con il suo colonnato bianco in stile neoclassico a separare simbolicamente la città dei vivi da quella dei morti. Una volta attraversato e prima di arrivare al cimitero vero e proprio, si incontrano diverse costruzioni: l’oratorio dedicato ai visitatori, svariate cappelle mortuarie dai differenti stili architettonici, alcune ispirate all’antichità, altre completamente fantasiose a indicare la visione di equità religiosa dell’architetto. Al termine del primo complesso vi è una Casa Funeraria alle cui spalle troviamo una Chiesa con ai lati due cancelli per accedere ad un immenso parco dove trovano posto tombe molto curate e ornate con fiori e con lumini variamente colorati disposte in file ordinate lungo altrettanto ordinati vialetti.C’è da camminare per ore e da perdersi nelle stradine - nonostante i cartelli e le mappe a segnalare la posizione - osservando le tombe più svariate per forma e per materiali, dai marmi bianchi, neri o grigi alle rappresentazioni più fantasiose: chiese in miniatura in stile gotico o neoclassiche, Madonne e Gesù scolpiti, marmi a forma di tulipani e ancora veri e propri mausolei e altari.
Proseguendo si possono scoprire altri settori: il piccolo Cimitero Ebraico sulla cui porta di ingresso è scolpita la stella di David e, per gli amanti della storia e delle sue guerre, il Cimitero Militare degli Italiani, costruito nel 1939, dove riposano i resti di 5.258 soldati italiani caduti durante la Grande Guerra. Una serie di croci tutte uguali, perfettamente allineate e curate nella loro semplicità, riportano il grado e il nome di ogni vittima.
La nuova parte del cimitero venne invece progettata nel 1988 da un altro architetto, Marko Mušič, che rispettò il lavoro di Plečnik e la sua orientazione classica e ispirata all’antico Egitto.L’importanza del cimitero non è dovuta solo all’eccezionale opera di Plečnik, ma anche alle tombe e alle lapidi create da altri importanti artisti sloveni e alla celebrità dei personaggi locali che vi sono sepolti: Fran Albreht, scrittore, editore e politico, Davorin Jenko, compositore e autore della musica dell’inno nazionale serbo, Angela Vode, politica, scrittrice e attiva femminista.Il cimitero Žale è importante per la storia artistica slovena ed è una vera scoperta per il visitatore. Ricco di fiori, di statue antiche e di monumenti di ogni tipo, curato, pulito ed elegante, rende onore alla storia di una città. Vale la pena visitarlo in ogni stagione dell’anno e usufruire delle visite guidate gratuite. Grazie al suo alto valore culturale, storico e artistico è uno dei più bei cimiteri d’Europa!
 
Martina Mandrioli


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