Rotastyle

A Lione, dal 14 al 16 novembre

Funexpo 2008

Lione, la bella "capitale des Gaules", ci accoglie "fraichement" dal punto di vista meteorologico, ma caldamente da quello logistico. Siamo infatti in pieno periodo di apertura delle botti, anzi delle botticelle, del "beaujolais nouveau" anche se ci pare che la splendida e vincente operazione di marketing, inventata molti anni orsono da Georges Duboeuf e imitata da molti altri paesi tra cui l'Italia, stia vivendo la discesa verso la coda dell'elefante, dove il profilo di tale animale rappresenta la fase finale del ciclo di vita di un prodotto (ed il beaujolais nouveau, come "concetto" prima ancora che come "bottiglia", "è" un prodotto) se ci atteniamo al modello, ormai classico, fornito da colui che per anni è stato il vero papa del Marketing. Intendiamo parlare del professor Kotler (laureato al prestigioso Massachusetts Institute of Technology di Boston e professore nell'altrettanto prestigiosa Northwestern University di Chicago, Evanston più esattamente) il cui testo fondamentale "Marketing Management" ha costituito la "bibbia" per intere generazioni di "marchettari". Così, con termine dalle consonanze goliardiche non sprovvisto di un fondo di verità vista la similitudine tra le due attività, vengono definiti coloro che si occupano di tale funzione aziendale. Rimane il fatto che, anche se il beaujolais è in relativa "perte de vitesse" (calo di velocità), il ridente capoluogo della regione del Rodano possiede risorse estremamente importanti in termini enologici, trovandosi al centro di una regione vitivinicola prestigiosissima. Senza parlare della gastronomia che ne fa, come Bologna da noi, la capitale culinaria del Paese. Non per nulla i nostri antenati romani avevano fatto di "Lugdunum", fondata ufficialmente nel 43 a.C. dal generale Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, la capitale dei Galli, nome che ancor oggi essa inalbera con giustificato orgoglio. Come si sa, Roma, oltre ad esportare i "membruti romani" costruttori di acquedotti (tra tutti ci viene costantemente e con commozione in mente quello di Segovia, in Spagna, anche perché colà si prepara lo splendido "cochinillo", il maialino da latte orgoglio della cucina di Castiglia-Leòn), esportava anche l'arte di trarre dalla vigna il sublime nettare, onorando così uno tra i diversi nomi che contraddistinguono la nostra penisola: Enotria! Del resto le relazioni con l'Italia sono state sempre molto ravvicinate nel corso dei secoli. Come non ricordare i rapporti strettissimi con i produttori di seta, che hanno fatto di Lione la capitale francese di tale prodotto e che si onora di possedere uno splendido museo di tale raffinato tessuto. E come non osservare, in certe strade della città, una somiglianza flagrante con certe strade di Torino o di Milano. Insomma, tutto fa di questo un luogo dove gli italiani si trovano quasi come a casa e dove, per quelli tra di loro che non disdegnano le serate bacchiche, la scelta è vasta. Per tutti i gusti e per tutte le borse. Tra i vini più abbordabili ci piace ricordare il Saint Joseph, un rosso della riva destra del Rodano a sud della città (di fronte al più nobile Crozes-Hermitage), comunemente servito sfuso nel famoso "pot", una bottiglia di mezzo litro dalla circonferenza ridotta e fornita di una base di vetro molto spesso (anche 5 centimetri) che ne assicura una stabilità a prova degli urti disordinati che talvolta commensali un po' troppo "entusiasti" potrebbero dare alla tavola. Dall'altra parte della scala troviamo uno dei bianchi (e le nostre origini del nord-est ci danno il diritto di considerarci buoni intenditori di tale categoria enologica: vedi i Colli Orientali del Friuli, anche se ricordiamo con commozione certi bianchi avellinesi!) meno noti e tuttavia tra i più interessanti che mai ci sia stato dato conoscere, il Condrieu. Il prezzo è piuttosto dissuasivo, ma corrisponde ad un prodotto di altissima qualità che personalmente porremmo, restando in Francia e nei limiti in cui due vini tanto diversi siano comparabili, davanti al più noto Chablis. Sia come sia, Lione offre risorse inesauribili per chi riesce a sfondare quella scorza di riservatezza un po' provinciale che di primo acchito potrebbe renderne difficile la percezione intima. Come per le donne (o per gli uomini, se vogliamo vedere le cose dall'altro punto di vista) essa non ha la sguaiatezza di offrirsi nuda, ma vuole essere scoperta gradualmente e con delicatezza. Solo allora essa offre tutte le sue risorse per la gioia di colui che la scopre.
In questi anni forse il miglior modo di avvicinarla è quello di portarsi, verso sera, nel quartiere della Croix-Rousse. Zona degradata ed anche pericolosa fino a pochi anni fa, sta rivivendo grazie alle iniziative di giovani imprenditori. C'è ormai un fiorire di ristoranti, di centri culturali e di gallerie d'arte. Nelle stradine scoscese dalle quali, di tanto in tanto, si aprono scorci mozzafiato sulla "città bassa", si vedono locali dove ci si infila volentieri facendosi cullare dall'accento languido degli abitanti (e soprattutto "delle" abitanti) del luogo. Con la complicità di qualche "pot" le serate possono anche riservare gradite sorprese in termini di contatti umani per la soddisfazione di tutti coloro che a questi sono, per naturale predisposizione, portati. Sembra quasi, anche per le numerose scalinate, di essere a Montmartre a Parigi. Ma una Montmartre meno invasa da turisti di tutto il mondo e da "artisti da marciapiede" e meno fredda anche a causa della vegetazione che spesso a Lione, la latitudine conta ben qualcosa anche in tempi di cambio climatico, evoca quella del non lontano Mediterraneo. Una città, insomma, che merita di essere conosciuta e dove ci si reca sempre volentieri. Con l'eccezione di Eurexpo, quartiere fieristico bello e funzionale, ma di accesso alquanto complicato anche quando si dispone di un navigatore efficiente. Ed è proprio lì che si è tenuto Funexpo 2008, il salone funerario organizzato dalla FFPF (Fédération Française des Pompes Funèbres) copresieduta da Alain Hoffart e Roger Schvartsman, gentilissimi come sempre. Per chi non lo sapesse ricorderemo che operano in Francia, nel settore extra-pubblico, due grosse federazioni professionali. Oltre a quella testé menzionata esiste anche la CPFM, la Confédération des Professionnels du Funéraire et de la Marbrerie, che riunisce fondamentalmente tutti gli operatori facenti capo al gruppo Ogf-Pfg correntemente conosciuto come Pompes Funèbres Générales. Essa non organizza saloni professionali. Esiste viceversa, con la stessa frequenza biennale di Funexpo ad anni alterni, un altro salone, quello che si tiene a Le Bourget, in regione parigina, negli anni dispari. Così, in Francia, si svolge ogni anno una manifestazione espositiva del settore, il che è, forse, un po' troppo. Ricorderemo anche, per informazione di chi ci legge, che "Funéraire" è patrocinato dalla CSNAF, la Chambre Syndicale Nationale de l'Art Funéraire, insieme di aziende del settore di cui fanno parte anche filiali francesi di produttori italiani, che quasi tutte, per proteggere la manifestazione, non hanno esposto in quel di Lione. Tra le poche eccezioni, se non l'unica, il gruppo olandese Facultatieve Technologies che, pur facendo parte della camera sindacale, ha ritenuto, saggiamente a nostro avviso, di essere presente. Le guerre di campanile lasciano il tempo che trovano e gli imperativi aziendali devono prescindere da considerazioni di carattere corporativo. In Italia, fortunatamente, non ci si trova di fronte a problematiche di questo genere e per la soddisfazione di tutti l'appuntamento è uno e uno solo, Tanexpo, diventata ormai la fiera di riferimento a livello mondiale, la cui prossima edizione, dopo il successo eclatante di quest'anno, si terrà a Bologna tra meno di diciassette mesi. È bene che chi intende parteciparvi contatti rapidamente l'organizzazione per approfittare degli spazi più ambiti e delle tariffe preferenziali riservate a chi si iscrive con un certo anticipo.
Ritornando alla fiera lionese, essa non differiva essenzialmente da quelle precedenti. Un numero soddisfacente di espositori, con grande presenza, come sempre in Francia, di marmisti e produttori di fiori, e di visitatori, essenzialmente francesi (pochi gli stranieri incrociati) ed in particolare del sud-est anche se, contrariamente alla voce dominante, le targhe delle auto sul parcheggio testimoniavano presenze anche da regioni più distanti. Un'altra voce vorrebbe che Funexpo sia una fiera riservata alle "piccole" imprese di pompe funebri. Anche tale percezione ci pare deformata. Infatti dei due gruppi dominanti d'oltralpe (Pfg e Roc-Eclerc che, sommati, rappresentano verosimilmente più del 40% del mercato) uno, Roc-Eclerc, era presente con uno stand importante sul quale operava, attivissimo, lo stesso Direttore Generale Philippe Gentil, e l'altro vedeva in campo responsabili di alto livello, come ad esempio il Direttore degli acquisti Alain Rougereau. Una fiera quindi importante a livello nazionale che ci lascia perplessi su certe consegne di scuderia che sarebbero state date agli aderenti alla CSNAF per boicottare la manifestazione. Se poi le ragioni di certe assenze siano da ricercare nelle difficoltà economiche di alcune aziende, il discorso cambia e riguarda problematiche ben più gravi e giustificate che non la meschina decisione di non partecipare per timore di nuocere alla propria parrocchia. Tale attitudine ci ricorda quella di un personaggio del settore che, parlando della possibilità che organizzazioni non francesi intervenissero nella messa in opera di una esposizione professionale, avanzò senza mezzi termini il sospetto che tale ipotetico intervento fosse rivolto ad eliminare la manifestazione in oggetto. Se è ben vero che ciascuno ha tendenza ad usare il proprio metro per misurare gli altri, tale riflessione testimonia soprattutto una incapacità di percepire le buone occasioni e una ristrettezza mentale che non promette nulla di buono per l'azienda condotta da tale personaggio.
Come già detto dunque Funexpo 2008, sulla scia di quanto già s'era prodotto nel 2006, si è svolta in termini soddisfacenti. Oltre ai pezzi forti, monumenti e fiori, precedentemente menzionati abbiamo osservato (ma questa è ormai una costante dappertutto) uno sviluppo interessante di tutto il settore della cremazione. Sia a livello di costruttori di impianti (erano presenti l'olandese Facultatieve Technologies, la francese Ati e, per quanto ci riguarda più da vicino, la Gem di Udine, reduce dall'inaugurazione di uno splendido, anche dal punto di vista architettonico, cantiere a Sint Niklaas in Belgio, che a livello di fornitori degli accessori indispensabili per l'accoglimento delle ceneri: urne e loculi. Fare un elenco esaustivo di tutti i presenti sarebbe impresa eccessivamente onerosa e fors'anche noiosa. Preferiamo solamente menzionare tra le urne quelle, pezzi unici, proposte da un giovane artista, Yann Fayaud, che apporta un soffio di modernità alle sue creazioni in ceramica di Limoges, e, tra i produttori di loculi, Bonna Sabla, filiale funeraria di un importantissimo gruppo edilizio operante in tutto il mondo, di cui aspettiamo l'arrivo a Bologna, considerate le opportunità che il mercato italiano offrirà a tale tipo di produzione in vista del probabile aumento delle cremazioni. Ci rimane da dire degli italiani. Ci sembra che ci sia stato un calo nelle presenze dirette delle aziende. Infatti, oltre alla già menzionata Gem, abbiamo visto Ellena, con i suoi veicoli in bella evidenza, e Massimo Piraccini, imprenditore di Forlimpopoli nuovo del settore, ma estremamente soddisfatto del successo del suo kit per la manutenzione tombale presentato per la prima volta a Bologna, dove ha avuto un riscontro immediato tant'è che, come lo stesso titolare ci ha detto, egli è stato costretto ad assumere un dipendente nel mese successivo a Tanexpo per far fronte alle domande che gli piovevano, e continuano a piovergli, addosso da tutte le parti. A dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che l'abbinamento di un prodotto valido e, pur nella sua semplicità, innovativo in un ambiente estremamente valorizzante come Tanexpo, è garanzia di sicuro successo. Molte aziende nostrane erano rappresentate dagli importatori-distributori. È il caso della prestigiosa Bosisio, i cui bronzi facevano bella mostra di sé sullo stand di Thomas M. & Fils, di Desplanches Italia con Fabrice che ritrovava il suo carissimo padre (una delle primissime e più amabili persone che abbiamo incontrato al nostro ingresso in questo settore) nello stand della casa madre situata proprio nella regione lionese, e del gruppo del "leone di Trieste" e cioè delle Assicurazioni Generali attive su un mercato, la Francia, dalle prospettive certamente interessanti. Senza parlare degli innumerevoli produttori di strumenti cimiteriali o di altri macchinari ad uso funerario che, vista la natura dei cimiteri francesi, trovano qui eccellenti opportunità di mercato. Citeremo, nel disordine, Fassi, Imai, Marmomeccanica, Maxilift e Ravelli. Se qualcuno ci è sfuggito ci perdoni per la non menzione!
Una esposizione, in definitiva, interessante e, crediamo, apportatrice di qualche soddisfazione per la FFPF. Ad essa facciamo i nostri auguri per il futuro, accingendoci a preparare le valigie per Varsavia.
 
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