- n. 7 - Novembre/Dicembre 2018
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Il funerale laico. Come si svolge? Qual è il ruolo del celebrante laico?
La richiesta di riti del commiato non religiosi non è più un'eccezione. Come si svolgono? E qual è il ruolo del celebrante laico?
Si parla sempre più spesso di funerale laico. La moderna società, inclusiva e multiculturale, si è progressivamente svincolata da modelli codificati, ogni aspetto della vita non è più riconducibile a riferimenti unici e a comportamenti definiti. Il nostro Paese è ancora pervaso da un profondo sentimento religioso, tuttavia la schiera dei non credenti non rappresenta più quell’eccezione che fino a non molti anni fa destava addirittura una sorta di diffidenza. Di conseguenza tutti i momenti più importanti della vita che prima erano scanditi da funzioni religiose, hanno bisogno di essere espressi in modo differente. Mentre i matrimoni civili sono oramai all’ordine del giorno e prevedono un’ampia scelta di alternative alla cerimonia in chiesa,
ben diverso è invece il discorso di chi intende avere un funerale laico.
Proprio
per rispondere a questa crescente domanda di “laicità” è nato Cerimonie Uniche, un network che raccoglie celebranti laico-umanisti su tutto il territorio italiano. Ne abbiamo parlato con
Liana Moca,
responsabile della comunicazione di questo progetto.
La rete cerimonieuniche.it ha ufficialmente debuttato un paio di anni fa – ci spiega, - per offrire un valido aiuto a coloro che hanno una sensibilità diversa ma che allo stesso tempo non intendono rinunciare a sottolineare i passaggi fondamentali della vita con adeguate cerimonie. Attorno a questo marchio si sono raccolte figure professionali, formate sia in Italia che all’estero, per celebrare nascite, unioni e riti del commiato”.
Come funziona un servizio per un funerale laico?
Il funerale è sicuramente la cerimonia più complessa e delicata che i nostri celebranti si trovano a dover realizzare, non solo perché devono far fronte a situazioni permeate di sofferenza e disorientamento, ma principalmente perché il tutto deve essere studiato e portato a termine in tempi brevissimi. È quindi essenziale che celebrante e famiglia si incontrino al più presto.Il primo passo è quello acquisire il maggior numero di informazioni possibili sulla persona deceduta facendoci raccontare la sua storia, il suo carattere, le sue passioni, quali fossero i suoi valori o se ha lasciato particolari disposizioni per il proprio funerale. Inoltre bisogna definire il tono che si vuole dare al funerale perché è giusto che la cerimonia rappresenti al meglio il defunto. Una volta raccolti tutti gli elementi sarà cura del celebrante redigere un testo ad hoc da sottoporre alla famiglia, per essere certo che ogni passaggio sia stato scritto nel pieno rispetto della sensibilità e della volontà dello scomparso e delle persone a lui care. Con la famiglia si concorda poi il luogo, l’orario e tutti i vari dettagli, come l’utilizzo della musica o di filmati, si valuta inoltre la possibilità di dare la parola a chiunque voglia dedicare un pensiero al defunto”.
Il celebrante ha quindi un ruolo di regista.
Certamente. È suo compito costruire la struttura schematica della cerimonia ed illustrarla alla famiglia fornendo l’ordine esatto degli avvenimenti che la compongono e la contornano. È opportuno scendere nei particolari: ad esempio dovrà stabilire se si farà trovare all’ingresso della sala per dare il benvenuto quando arrivano i convenuti o se attenderà al leggio; bisogna poi definire dove verrà collocato il feretro e in che modo verrà trasportato… È estremamente importante pianificare tutto a monte anche per non incorrere nel rischio, pur rispettando le volontà del defunto, di urtare le sensibilità dei partecipanti.
La struttura più classica della cerimonia si compone di 5 passaggi: 1. Parole introduttive; 2. Riflessioni sulla vita e sulla morte; 3. L’elogio del defunto; 4. Il momento del commiato; 5. Parole di chiusura. È inoltre necessario che il celebrante conosca in anticipo il destino della salma (se verrà tumulata, cremata o portata via per una successiva cremazione ...) in modo da dare queste informazioni ai presenti”.
Una delle caratteristiche di un funerale non religioso è quella di connotarsi come una cerimonia unica focalizzata maggiormente sulla personalità del defunto e sui desiderata dei parenti.
La cerimonia funebre laica è totalmente personalizzata, nessun testo preconfezionato: questa è la difficoltà maggiore che incontra il celebrante. Si tratta di un rito inclusivo, a priori non si escludono preghiere o momenti spirituali se questo è rispettoso della persona che è mancata. È prassi comune dedicare qualche minuto di silenzio o di raccolta in cui si invita, chi vuole, a recitare una preghiera in silenzio. Durante la cerimonia vengono in genere coinvolte altre persone. Può essere un amico, un parente o un collega che vuole contribuire al racconto della vita del defunto. A volte più semplicemente si può scegliere di leggere una poesia o un brano che amava particolarmente. Il celebrante deve essere sempre pronto ad intervenire, perché le persone coinvolte possono essere sopraffatte dall’emozione e non riuscire ad andare avanti. Il suo compito, in questi casi, sarà quello di rassicurarle e aiutarle a proseguire”.
Quali sono i luoghi in cui generalmente si svolgono i funerali laici?
È importante che il luogo che si sceglie per la cerimonia sia dignitoso ed adeguato. Se possibile ogni persona presente deve avere un posto a sedere o dovrebbe comunque essere messa nella condizione di seguire il rito in maniera agevole. Il luogo potrà essere organizzato in maniera che il feretro sia al centro della scena, mentre il celebrante rimane di lato. Si rendono spesso necessarie alcune strumentazioni come un impianto audio con microfono e/o un monitor per proiettare foto o filmati. Ad oggi la difficoltà maggiore è proprio quella di trovare una sede adatta, perché i Comuni o i cimiteri raramente hanno una sala del commiato che può essere utilizzata per le funzioni laiche. Spesso si finisce nelle case private dove gli spazi sono limitati, oppure davanti ad un cimitero, all’aria aperta, senza posti a sedere e confidando nel bel tempo.Tutto ciò rende poco dignitoso il funerale di una persona cara. Una buona alternativa è rappresentata dalle case funerarie, ma purtroppo ad oggi non sono presenti in maniera capillare sul territorio nazionale”.
Chi si rivolge a voi?
Veniamo contattati direttamente dalle famiglie, ma sempre più spesso anche dalle imprese funebri che si avvalgono della nostra collaborazione quando devono gestire questo tipo di funerali, qualora non abbiano al loro interno del personale formato. La domanda è sempre più in aumento, sia perché, grazie al passa parola, cominciamo ad essere conosciuti e sia perché è un bisogno crescente del nostro tempo. Ci arrivano richieste da tutt’Italia ma soprattutto dalle grandi città cosmopolite, come Roma, Torino e Milano, dove non è raro organizzare cerimonie per stranieri che qui risiedevano”.
Quella del celebrante laico è una figura professionale destinata ad essere sempre più presente nell’organizzazione dei riti non religiosi e a cui va riconosciuto un ruolo sociale importante, essendo la persona che può aiutare i parenti e gli amici a trovare l’atmosfera, le letture, la musica e le parole giuste per un commiato che davvero rappresenti e onori chi ci ha lasciato.
Raffaella Segantin