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Il fondatore ha preferito il riposo ed il sole di Rimini ed ha venduto l'azienda

I loro macchinari arrivano a pesare fino a sei tonnellate

Aveva un fratello marmista che si lamentava della polvere che si creava durante la lavorazione dei marmi. Così Domenico Pacassoni, per venire incontro alle esigenze del fratello, fondò, nel 1964, la CO.B.A.L.M.

Nel 1994 l'azienda è stata acquistata dagli attuali proprietari, Alberto Nicoletti e Valerio Baldazzi, e Pacassoni si è ritirato a godersi il sole sulle spiagge di Rimini. Svaghi permettendo, non dimentica la sua creatura e periodicamente si reca a far visita a quanti sono rimasti a faticare.

La sede operativa (amministrazione, progettazione e produzione) si trova a Savignano sul Rubicone (FC) e dispone di circa 1300 mq di superficie coperta; una fitta rete di agenti e rivenditori opera in Italia e nel resto del mondo (Europa e nord America per la maggior parte).

Nel 1997 la realizzazione di un pantografo, "IDEA PLUS", destinato all'esecuzione di manufatti per arte funeraria, ha determinato il sorgere di rapporti diretti fra l'azienda e le imprese di onoranze funebri, là dove i contatti della CO.B.A.L.M. erano stati, fino ad allora, essenzialmente con i marmisti. Il nuovo mercato, che rappresenta per la CO.B.A.L.M. una piccola parte del fatturato, si sta rivelando interessante.

Ecco un po' di storia dell'azienda corredata di dati tecnici.

La CO.B.A.L.M. nasce per produrre banchi di aspirazione destinati ai laboratori di marmisti; la necessità di eliminare dall'ambiente la polvere di marmo è talmente sentita e la soluzione adottata è così originale e funzionale da essere stata brevettata sia in Italia che nei maggiori paesi europei.
Nel corso degli anni al primo modello di banco se ne affiancano altri, sia in versione verticale a cabina, sia utilizzanti sistemi di abbattimento diversi: a filtro o a nebulizzazione d'acqua.

Il numero di banchi operanti in varie parti del mondo ha abbondantemente superato le seimila unità. Alla produzione di banchi e cabine aspiranti si è aggiunta quasi da subito quella della insaccafanghi, macchina destinata al recupero dei fanghi presenti nelle vasche di decantazione.Verso la metà degli anni 70 è iniziata la produzione della fresa per il taglio delle lastre di marmo e granito; anche in questo caso la CO.B.A.L.M. si è voluta distinguere dagli altri costruttori di quegli anni, realizzando una macchina completamente in acciaio elettrosaldato completa di spalle portanti sempre in acciaio (a differenza dei muri in cemento) con grandi vantaggi per l'installazione e l'eventuale riposizionamento; la gamma in oggetto conta attualmente diversi modelli che si differenziano tra loro per la capacità di taglio e per gli automatismi installati, al fine di coprire le differenti esigenze produttive; infatti dalla versione semiautomatica si passa modularmente alla versione in cui tutti i movimenti della macchina possono essere programmati ed eseguiti con l'ausilio di un programmatore elettronico.

Le trasformazioni di questo tipo di macchina hanno portato alla realizzazione, a partire dall'inizio del 1999, di una flessibile macchina fresa-contornatrice a controllo numerico a tre assi interpolati, adatta a tutti quei laboratori che non hanno una produzione di contornatura (piani cucina, top da bagno, sagomature non rettilinee, …) o di incisioni di qualsiasi tipo, ed utile a giustificare l'acquisto di un più costoso centro di lavoro per chi ha necessità di una macchina da taglio. A partire dal 1995, dopo due anni di progettazione e sviluppo, è iniziata la produzione in serie di una foratrice a controllo numerico adatta, a seconda delle versioni, a diversi usi: foratura di lapidi, foratura di ceramica da rivestimento.

L'evoluzione ha portato, nel 1997, alla realizzazione di un pantografo a tre assi interpolati a controllo numerico atto alla soluzione di tutti i problemi legati all'esecuzione di manufatti per arte funeraria (foratura programmata per l'inserimento di lettere ed accessori in bronzo, l'incisione di lettere e figure, e la realizzazione di alto/basso rilievi), e alla decorazione edilizia e da arredamento (stemmi e loghi, caminetti, …). La CO.B.A.L.M. è sicuramente un'azienda conosciuta."Ha una forte concorrenza nella produzione delle grandi macchine, quelle da taglio, mentre siamo solo in due aziende, in Italia, a produrre pantografi" ci racconta Nicoletti che insieme a Baldazzi è il titolare dell'azienda.

Come sono i vostri rapporti con il fondatore Pacassoni?
"Ci teniamo a parlare di lui perché ci ha aiutati ed appoggiati, soprattutto agli inizi. Ci presentava i vecchi clienti ogni volta che andavamo alle fiere del settore (MARMOMACC di Verona, CARRARAMARMOTEC di Carrara, STONE+TEC di Norimberga, diverse fiere negli Stati Uniti). È stato per noi un punto di riferimento estremamente importante, un uomo di carica eccezionale, noi in azienda lo chiamavamo il 'Ferrari' delle macchine da marmo".

Come vanno gli affari?
"Bene. Tanta fatica, ma anche molte soddisfazioni. Investiamo continuamente in ricerca e collaboriamo con aziende leader nel settore meccanico ed elettronico, riteniamo di poter meglio soddisfare le esigenze del mercato ed offrire prodotti qualitativamente e tecnologicamente all'avanguar- dia. La concorrenza è sicuramente aumentata negli ultimi anni, ciò nonostante riusciamo a fornire prodotti dal costo interessante. Purtroppo è da denunciare la presenza sempre più massiccia di una concorrenza sleale, la quale approfitta talvolta delle scarse conoscenze del potenziale cliente".

A proposito di clienti, ci sveli i segreti del vostro ufficio commerciale.
"La nostra pubblicità primaria è il classico passa parola, cioè il cliente soddisfatto diventa il nostro migliore veicolo pubblicitario per concludere contratti in zona. Infatti, producendo macchinari di grandi di- mensioni e di peso rilevante (fino a 6 tonnel- late), è di prassi che per concludere una trattativa si accompagni o semplicemente si segnali al nuovo cliente il vecchio che ha già la macchina".

Qual è il vostro prossimo obiettivo?
"Il settore del marmo è, per quanto riguarda l'utilizzo delle nuove tecno- logie, più indietro rispetto ad altri. Gli operatori del legno o della lamiera, ad esempio, lavorano da anni con macchine automatiche, nel settore marmo sono in pochi ad utilizzarle. Quindi i nostri sforzi sono attualmente concentrati nell'investire nella ricerca, le macchine automatiche devono divenire sempre più di facile utilizzo; vogliamo anche insegnare gradualmente ai nostri clienti l'utilizzo delle nuove tecnologie".

Perché questa difficoltà?
"Perché i nostri clienti pensano, erroneamente, che le macchine automatiche siano meno produttive e meno robuste. Fortunatamente è in atto in questi anni un cambio generazionale e le nuove leve sono sicuramente più interessate alle nostre novità tecnologiche".
 
Marina Piantoni

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