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Carmelo Pezzino
Abbiamo evidenziato lo scorso mese il forte, diffuso e crescente malessere degli Operatori Funerari che si andava diffondendo a Milano. Purtroppo, gli eclatanti fatti di cronaca che si sono succeduti recentemente nel capoluogo lombardo hanno dato corpo alle nostre sensazioni. L'iniziativa giudiziaria che ha praticamente decapitato il sistema funerario milanese (diciannove imprese funebri coinvolte, quarantuno arresti fra addetti sanitari e funerari, cinque operatori ancora in carcere nel momento in cui scriviamo) ha nuovamente fatto emergere un fenomeno malavitoso, l'accaparramento illecito dei funerali, che, ricordiamolo bene, investe pesantemente l'intero territorio nazionale.
La presunzione di innocenza fino a prova contraria è un diritto di ciascun cittadino e ci fa auspicare che tutti i soggetti coinvolti riescano a dimostrare velocemente e con evidenza la propria assoluta estraneità ai fatti loro imputati. Ma il fenomeno esiste, inutile continuare a nascondere la testa sotto la sabbia, e va affrontato ed eliminato con tempestività e con determinazione.
Molti, in questi giorni, hanno reso pubbliche le proprie "ricette" per raggiungere tale obiettivo, esternando, spesso con una punta di demagogia, antidoti miracolistici dei quali probabilmente non sono del tutto convinti, avendo continuato nel tempo a far finta di non vedere ciò che probabilmente era sotto gli occhi di tutti.
Non siamo certamente noi i detentori delle soluzioni ideali: però, seguendo il ragionamento di qualsiasi "buon padre di famiglia", vorremmo riprendere alcuni concetti già espressi in passato: informazione corretta ed esauriente per i cittadini, controlli puntuali, rigorosi ed efficaci da parte delle Istituzioni, regole e strumenti normativi ed operativi moderni ed improntati alla trasparenza.
Non è un caso che laddove siano state date alla collettività nozioni utili a saper affrontare il doloroso momento della morte di un congiunto senza dover necessariamente dipendere dall'impresario funebre per la soluzione di tutte le problematiche, perde efficacia il ruolo di "mediatore amico" che spesso viene assunto dall'operatore sanitario. Se poi la conoscenza venisse preventivamente estesa anche a tutti gli aspetti economici legati allo svolgimento di un funerale, probabilmente verrebbero meno le tentazioni ad approfittare della situazione cui spesso soggiacciono gli operatori funerari scorretti.
Il mercato funebre è da considerare anomalo, anche per l'eccessiva polverizzazione delle Imprese che porta ad una esasperata concorrenza a discapito della qualità del servizio e del virtuosismo di comportamenti che sconfinano nell'aggressività e nell'illecito.
Le normative già in essere consentirebbero ai Comuni di esercitare controlli rigidi - preventivi e in corso d'opera - che invece vengono costantemente disattesi. E non è responsabilità da poco! In Lombardia, ad esempio, recenti disposizioni imporrebbero il monitoraggio trimestrale delle attività nelle camere mortuarie: non ci risulta, però, che venga effettivamente svolto.
Urge, inoltre, dotare il Paese di regole chiare che contemplino una corretta concorrenza fra aziende pubbliche e private, precisi requisiti tecnici, organizzativi e formativi per gli operatori, un sistema fiscale di detraibilità che elimini definitivamente la formazione di quei redditi in nero che spesso vanno ad alimentare il "sistema delle mazzette".
Ma ricordiamolo sempre a tutti e affermiamolo ad alta voce: il settore funerario italiano è in grandissima parte costituito da persone serie e responsabili e da Imprese qualificate e assolutamente professionali!
Buona lettura a tutti!
 
Carmelo Pezzino

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