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Carmelo Pezzino
Troverete nelle prime pagine di questo numero di Oltre Magazine due articoli su argomenti di stringente attualità: l’accordo recentemente sottoscritto fra Tanexpo e Federcofit e l’annosa questione, spesso oggetto di una cattiva informazione, inerente i cofani funebri in cellulosa.
Del rapporto fra Tanexpo e Federcofit troppo spesso abbiamo sentito, in questi ultimi mesi, raccontare sciocchezze inaudite avallate dalla strumentalizzazione di comportamenti inopportuni e superficiali messi in atto da alcuni esponenti della Federazione (due, al massimo tre persone) le cui azioni, che avrebbero dovuto restare riservate, ci sono sempre state riferite praticamente in tempo reale. Sappiamo di incontri con alcune organizzazioni fieristiche di più città e di presunti accordi su programmi condivisi da portare avanti; sappiamo di progetti editoriali alternativi, “firmati dalla Federazione”, sui quali ci si è spinti a sottoscrivere accordi pubblicitari che auspichiamo vengano comunque rispettati per non mettere in difficoltà l’editore incautamente coinvolto; sappiamo di un estremo, disperato tentativo “epistolare” messo in atto alla vigilia del Consiglio Direttivo Nazionale per cercare di raccogliere un consenso ed una approvazione mai concessi. In una Italia in cui, anziché pensare a lavorare per il bene comune, ci si appassiona al “bunga bunga” e si rischia di compromettere la stabilità politica ed economica per difendere l’indifendibile non vi sarà difficile immaginare come di tutto ciò di cui abbiamo conoscenza ci sia stata anche prontamente recapitata prova documentale. Il Consiglio Direttivo Nazionale di Federcofit ha saggiamente voluto porre fine ai tanti rumors e alle tante indiscrezioni: con una decisione quasi unanime la Federazione ha deliberato di rafforzare e di procrastinare un accordo per il quale si lega esclusivamente e indissolubilmente a Tanexpo fino al 2014.
Non è raro leggere sulla stampa, anche non di settore, di “lodevoli” iniziative messe in atto da alcuni Comuni per sostituire, soprattutto in caso di cremazione, i tradizionali cofani funebri in legno massiccio con altri in materiali alternativi. Quali motivazioni principali vengono indicate una particolare sensibilità alla tutela ambientale e l’assoluta economicità di tali prodotti. Negli anni scorsi a Milano e a Cinisello Balsamo sono state effettuate prove tecniche di combustione su cofani funebri in legno massiccio adeguatamente trattati: i risultati hanno inequivocabilmente dimostrato che non esiste materiale migliore del legno. E non dimentichiamo l’aspetto estetico: se il cofano funebre è, come abbiamo sempre sostenuto, l’elemento centrale del Rito di Commiato e la testimonianza concreta e simbolica del ricordo e dell’omaggio al defunto, non possiamo certo accontentarci di un contenitore più simile ad un imballo o, come leggerete nel testo redatto dal nostro Viaggiatore, “ad una scatola da scarpe”. Che non costa nemmeno poco rispetto a quanto vale! Pubblicheremo nei prossimi mesi i risultati di queste sperimentazioni e di altre che al momento sono in atto ad opera di alcuni costruttori. Il dibattito è aperto: chiunque abbia una propria opinione sull’argomento troverà, come di consueto, spazio sulla nostra rivista.
Buona lettura a tutti!
 
Carmelo Pezzino


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