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Carmelo Pezzino
Scriviamo queste note senza riuscire a cancellare dalla nostra mente una immagine in cui si vedono uomini e donne come noi che scelgono di morire lanciandosi dal centesimo piano di un edificio piuttosto che bruciare nelle fiamme accese da un odio fanatico ed assassino.
Quando, il pomeriggio dell'undici di settembre, le agenzie e le televisioni di tutto il mondo iniziarono a divulgare notizie ed immagini di ciò che stava avvenendo al di là dell'Oceano, credemmo, come molti, di vivere un brutto sogno. Lo sguardo incollato al teleschermo, l'incapacità a portare avanti la benché minima attività lavorativa, il telefono che squillava in continuazione per informarci di ciò che già sapevamo, ci mettemmo qualche minuto a metabolizzare quanto stavamo vedendo e ad elaborare che, purtroppo, eravamo testimoni impotenti della più grande tragedia cui ci fosse capitato di assistere direttamente.
Sensazioni comuni a quanti ci stavano intorno, sguardi attoniti, occhi lucidi e, spontaneamente, il domandarsi come sarebbe stato possibile, per una redazione solitamente vivace ed allegra, testimoniare e condividere con voi riflessioni ed emozioni che ci caricavano di angoscia.
Sarebbe stato un insulto alla vostra intelligenza, ed alla nostra, non rendervi direttamente partecipi dei nostri pensieri, e sarebbe stata una grossa mancanza professionale per un giornale che, anche se in un settore specifico, vuole essere fatto di inchieste, fatti, attualità.
Questo numero di OLTRE esce stravolto rispetto al suo schema tradizionale, ma tutta la redazione ha inteso testimoniare il proprio impegno per cause e valori che tutti dobbiamo conquistarci quotidianamente in un mondo fatto anche di orrori, follie, ingiustizie per cui è giusto indignarsi.
Non possiamo e non vogliamo insegnare niente a nessuno.
Ognuno deve trovare dentro di sé le proprie risposte.

Noi vi proponiamo pensieri semplici e riflessioni che potrebbero aiutare anche voi più di tanta retorica. Ci fermiamo un istante in un mondo malato di terrore, violenza, intolleranza, fame.
Un mondo in cui dovremo necessariamente trovare valori comuni di libertà, di democrazia, di giustizia, di civiltà, che andranno difesi con forza e con coraggio, senza dimenticare che la risposta più efficace al terrorismo è, in ultima analisi, la soluzione dei problemi con cui esso tenta di legittimare la propria esistenza e di giustificare i propri atti. Un mondo dove la sofferenza, per un uomo che ha coscienza di sé, non ha confini né razze.
Il dolore e le lacrime dei bambini, ovunque si trovino, sono i nostri. E i vostri.

Soprattutto oggi, buona lettura a tutti!
 
Carmelo Pezzino

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