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Dal 23 AL 25 Settembre

DEVOTA 2011

La cittadina austriaca di Ried ospita ormai da lungo tempo l’esposizione funeraria Devota che si svolge ogni due anni. Agli inizi aveva luogo a Sankt Pölten, ameno centro non lontano da Vienna e sede dell’Accademia Militare del Paese; a quei tempi (noi l’abbiamo visitata per la prima volta nel 1994, alla sua seconda edizione) venivano presentati contemporaneamente tanto i prodotti funerari quanto quelli religiosi. Solo in un secondo tempo i due comparti furono separati e da otto anni ormai sede della rassegna è Ried im Innkreis, pacifica città dell’Austria superiore a pochi chilometri di distanza dalla Repubblica Federale tedesca. Qui Devota pare aver trovato la sede ideale. Si tratta di una località tranquilla, circondata da incantevoli colline ondulate ricoperte da prati verdeggianti. Non vi sono problemi logistici, l’accesso è facile e l’offerta alberghiera considerevole. Il quartiere fieristico si è sviluppato nel corso degli anni imperniato su manifestazioni consacrate all’agricoltura ed a tutto ciò che con essa ha a che fare. I padiglioni sono stati progressivamente rimodernati per offrire agli espositori e ai visitatori un ambiente funzionale ed attraente. Non c’è da stupirsi, quindi, se l’amico Rudolf Kleewein, organizzatore dell’evento, ha deciso di consolidare il rapporto di collaborazione con un ente fieristico che ha positivamente contribuito al successo della rassegna. Già da molti anni osserviamo un progressivo aumento della superficie espositiva. Il flusso di visitatori è quasi costante e concentrato soprattutto nel secondo giorno anche se quest’anno, contrariamente al passato, s’è visto un po’ più di movimento nel giorno di chiusura, abitualmente molto scialbo in tutte le fiere. Gli espositori, presso i quali abbiamo raccolto impressioni a fine manifestazione, si sono dichiarati soddisfatti, non tanto per il numero delle visite quanto per la qualità dei contatti. Gli italiani, fra i quali ricordiamo Intercar, Italia in by Stragliotto, Pilato, Spencer e Zorsol, come al solito hanno rappresentato una fetta considerevole delle presenze straniere, superati solo dai numerosi tedeschi provenienti dalla vicina Germania. Il tasso di internazionalizzazione è stato relativamente elevato visto che vi erano aziende provenienti, oltre che dai summenzionati Paesi, anche da Belgio, Francia, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svizzera. La conferma della buona solidità di Devota la troviamo nel fatto che, fatto un rapido confronto tra l’edizione del 2006 e quella odierna, risulta che più di un terzo delle aziende allora presenti sono venute a Ried pure quest’anno. Per chi è pratico di fiere si tratta di un buon risultato che conferma anche, qualora si tenga conto dei due terzi di nuovi espositori, un certo dinamismo del settore visto che tra questi ultimi molti appartengono a società nate in tempi recenti. Considerazioni simili si potrebbero fare a proposito dei visitatori. Essi sono giunti non soltanto dai Paesi geograficamente vicini (Germania, Italia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Svizzera), ma anche da contrade più lontane (Croazia, Serbia, Polonia, Ucraina Moldavia, Portogallo, Romania, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia) o addirittura lontanissime. Abbiamo avuto infatti ospiti provenienti dal Benin (ex Dahomey) e dal Sud Africa.
 
Tutti si sono intrattenuti nello stand Tanexpo per ricevere da Alessandra Natalini, responsabile dell’evento, e da Martina Mandrioli, per la prima volta a Devota, ogni informazione utile per potersi recare a Bologna l’anno prossimo in occasione della tanto attesa edizione 2012. Non dispiaccia a chi gufa, ma il futuro si annuncia eccellente per la fiera bolognese e ciò nonostante i tempi magri ed i tentativi inconcludenti e spesso abortiti di organizzare manifestazioni alternative, magari anche a spese del contribuente quando si tratta di quartieri fieristici creati (anche per ragioni di campanile) ed amministrati da enti pubblici e quindi con i soldi dei cittadini. E poi ci si meraviglia che l’Italia si trovi nell’attuale situazione! Forse costoro ignorano che l’eccellenza di Tanexpo è dovuta solo ed esclusivamente a considerevoli investimenti in risorse finanziare e umane e a grandissime professionalità, correttezza ed esperienza. Tanexpo, universalmente riconosciuta la più importante manifestazione del settore al mondo, è grande non solo per la superficie espositiva, ma, soprattutto, per la qualità e per l’originalità dei prodotti presentati, segno che nel nostro Paese vi è ancora chi si dà da fare lavorando seriamente senza passare il proprio tempo in trame che riportano alla Firenze di una certa epoca. Lo testimonia ogni nostra partecipazione alle fiere di ogni parte del globo. Siamo appena rientrati da un viaggio di studio in Brasile dove non credevamo alle nostre orecchie nell’udire i nostri interlocutori parlare di Tanexpo e confermare, così come accaduto a Ried im Innkreis, la propria presenza in Italia il prossimo mese di marzo. Come non essere lusingati da tanto interesse e da tanta stima? Se vogliamo considerare Tanexpo un prodotto, ed in effetti esso lo è, dobbiamo ammettere che si tratta di un prodotto di lusso, accessibile soltanto a chi possiede il gusto del bello e articoli adeguati.
A Devota si sono messi in evidenza i veicoli funebri di Pilato, che ha presentato con successo la nuova “Toska”, nonché i cofani, eccellenti per design e per qualità, della Italia in by Stragliotto di Franco Maset che ha raccolto grandissimi consensi anche nella vicina Germania dove è ormai presente da un certo tempo e dove sta costruendosi un mercato di tutto rispetto. Non vogliamo dimenticare la vasta gamma di Zorsol, con Sergio Scanziani e Pierluigi Poledri sempre indaffaratissimi in prima linea, e l’eccellenza di Spencer, presente con i propri rivenditori austriaci.
 
Anche in Austria, così come in tutti i Paesi che visitiamo, l’avanzata della cremazione pare inarrestabile. Da qui una forte tendenza alla novità negli articoli che più degli altri hanno a che vedere con tale pratica. Ad iniziare, beninteso, dai reliquiari e dalle urne fra le quali abbiamo molto apprezzato quelle di Ilona Van Acker (L’Espace Bleu), quelle dell’artista Bettina Ulitzka (Allali Das Herzlicht) e quelle olandesi di Memorial Design. Una citazione particolare va alle creazioni artistiche (urne e cofani) di Paul Franz Brenner, un architetto, botanico ed artigiano del legno tirolese che opera in Stiria. Tutte le sue opere, ricche di significati simbolici ed esoterici, sono ricavate da un unico pezzo di legno, di essenze diverse, e possono, soprattutto nel caso delle urne, essere esposte in casa come oggetto decorativo prima dell’utilizzo finale. E anche dopo, evidentemente, nei Paesi che ammettono l’affidamento familiare delle ceneri anche se, a dire il vero, là dove tale destinazione viene scelta risulterebbe poi, statistiche alla mano, che più del 90% di coloro che hanno preso questa decisione affidino successivamente le urne ad un colombarium o le depositino in una tomba quando, è il caso a quanto ci dicono in certe città, non si provveda a gettarle direttamente in uno specchio d’acqua lago, mare o fiume che sia. Pare, secondo gli psicologi, che il fatto di avere in permanenza nella propria dimora i resti di una persona cara impedisca una corretta elaborazione del lutto. Personalmente ricordiamo che molti anni orsono invitati, in un’epoca in cui eravamo in tutt’altro settore di lavoro, a casa di una signora della buona società di Nantes, in Francia, fummo alquanto turbati nell’apprendere da lei che in un prezioso cofanetto riposto su di una commode riposavano le ceneri del defunto marito. Tutto ciò in un contesto più che rispettabile. Figuriamoci nel caso contrario, in cui le situazioni della vita quotidiana avrebbero potuto fortemente provocare il risentimento dell’augusto coniuge che certamente non avrebbe mancato, dall’aldilà, di spedire strali avvelenati a colui che post mortem gli faceva aprire la processione di San Martino! Per chi non lo sapesse, nella stupenda Napoli il santo in questione è considerato il patrono di coloro che soffrono di “infortuni” coniugali talché volendo indicare qualcuno appartenente a tale foltissima schiera si parlerà di costui come di quello che “arape a prucessione e’ San Martino”. Gran lavoro in vista per il santo protettore se è vero, come le statistiche di qualche giorno fa evidenziano grazie ai test sul dna, che il 25% (!) di coloro che nascono in Italia non sarebbero figli del legittimo consorte! Sed de hoc satis.
Ritornando a Devota, non possiamo che compiacerci per il successo ottenuto da Rudolf Kleewein, giusto premio per il suo lavoro svolto con molta competenza professionale e con tantissimo entusiasmo. Quello stesso entusiasmo che è riuscito a trasmetterci nella ormai rituale cena degli espositori dove ci si ritrova in parecchie centinaia per il piacere di essere assieme approfittando anche dell’eccellenza delle pietanze e soprattutto della birra di Ried che conta ben due fabbriche (tra le quali la più vecchia birreria privata del paese) per una popolazione di 20.000 abitanti. Il che è tutto dire. Aggiungeremo, per finire, che Rudolf Kleewein sta approntando la realizzazione di uno stand dei paesi di lingua tedesca (Austria, Germania, Svizzera) in occasione di Tanexpo. La sua idea, già concretizzata col successo che tutti conosciamo lo scorso anno a Bologna, ha fatto emuli così che anche altri Paesi si consorzieranno per scendere in Italia con i propri prodotti approfittando delle indubbie sinergie che in tali condizioni si sprigionano.
 
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