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Il crematorio verde di Amalsad

Non solo addio ai defunti ma uno spazio pubblico, sociale e religioso.

Nell’immaginario collettivo di molte culture il crematorio è un luogo relegato ai margini della città, spesso inserito all’interno di contesti cimiteriali oppure all’interno di aree industriali.
La motivazione con ogni probabilità è legata al senso comune del vivere la morte come un momento di profondo disagio.
In diversi Paesi la cremazione ha preso piede solo recentemente, in altri al contrario è legata a radici religiose e culturali più antiche.
Quando si parla di crematorio è interessante capire in che modo i popoli che considerano la cremazione una pratica usuale, decidano di posizionare tale struttura all’interno del tessuto urbano delle loro città e in relazione agli spazi abitativi e pubblici.

Un esempio singolare è quello del crematorio di Amalsad, una piccola cittadina nel Gujarat, in India. Una realizzazione come questa difficilmente potrebbe essere collocata all’interno di una città italiana ma nel proprio contesto diventa un importante spazio pubblico, sociale e religioso.
Il progetto di d6thD design studio è del 2020 e nasce, infatti, dall’esigenza di voler realizzare un crematorio e al contempo uno spazio pubblico rivolto alla fruizione quotidiana della popolazione. Da questo punto di partenza si sviluppa l’idea di una struttura a due livelli che accoglie il crematorio al piano interrato e il parco urbano al livello superiore.
La possibilità di lavorare su livelli differenti deriva dall’uso strategico del terreno caratterizzato da un profilo poco lineare e da avvallamenti. Il progetto, quindi, segue il profilo del terreno assecondando la distribuzione spaziale su piani diversi.

La rampa

I due livelli sono collegati da una grande rampa. La rampa dà vita ad un percorso spirituale che scendendo dall’ingresso principale prosegue fino ad incontrare un’enorme statua della divinità Indù Shiva. La statua è visivamente preclusa dall’ingresso principale e viene mostrata al visitatore solo dopo aver percorso la rampa.
Shiva rappresenta un invito alla meditazione e la scelta di posizionare l’imponente statua alla fine del percorso che dà l’accesso al crematorio non è casuale: segna il limite del passaggio tra le due condizioni dell’esistenza, la vita e la morte e la rampa rappresenta metaforicamente un percorso trascendentale attraverso il quale il dolente entra in contatto con la propria spiritualità.

L’ingresso al crematorio segna il punto d’inizio della funzione funebre. I muri di sostegno che costeggiano la rampa sono caratterizzati da piccole nicchie all’interno delle quali si trovano statuette indù e idoli che hanno il ruolo di confortare spiritualmente la famiglia del defunto.
La rampa con i muri di sostegno laterali abbraccia l’intero percorso rendendolo psicologicamente un luogo sicuro e protetto.

Livello superiore: il parco

Nel livello superiore della struttura sono stati realizzati diversi giardini spirituali caratterizzati da percorsi secondari che portano alla zona ovest del parco contraddistinta principalmente da uno spazio verde attrezzato che funge anche da elemento di separazione con le abitazioni.
Nel progetto si innestano giardini verdi, percorsi pedonali ed aree di sosta in cui fermarsi, sedersi e meditare.
La popolazione indiana è molto legata alla propria sfera spirituale e religiosa che influisce notevolmente sulla quotidianità. Ecco perché, nel caso specifico del crematorio di Amalsad, il parco è stato pensato come uno spazio a metà tra luogo di devozione e spazio pubblico. Gli utenti a cui è rivolta la fruizione del parco sono adulti e bambini proprio perché l’approccio al fine vita non è un tabù come per gran parte della cultura occidentale. Vivere uno spazio come questo aiuta anche i bambini a rapportarsi con un’idea sana della morte collocandola all’interno del normale ciclo di vita.

Livello inferiore: il crematorio

La zona sottostante è adibita principalmente a crematorio e organizzata per garantire la privacy dei dolenti. Il sistema dei flussi è diviso tra utenti e addetti ai lavori sia per quanto riguarda le zone esterne che quelle interne. Inoltre c’è la possibilità di ospitare due funzioni funebri contemporaneamente, senza che una interferisca con l’altra. Ogni spazio è pensato e progettato per accogliere il dolente durante tutta la fase della funzione funebre; l’ambiente in cui si riuniscono i familiari e gli amici dei defunti è raccolto e silenzioso e questo anche grazie a materiali costruttivi pensati non solo per durare nel tempo ma anche per creare un isolamento acustico e assicurare ai presenti tutto il tempo necessario per dire addio ai loro cari in piena riservatezza.

La piccola città di Amalsad sicuramente necessitava di un parco urbano inteso proprio come spazio meditativo e di aggregazione e la scelta di ospitarvi un crematorio va di pari passo con la cultura per cui la morte è un evento inevitabile e deve essere vissuta con dignità e consapevolezza.

La vita è un’avventura affascinante, un viaggio che ci mette in contatto con il pensiero e le opere degli esseri umani che hanno lasciato testimonianze, riscaldato dal calore delle persone che ci amano e la morte non è che un passaggio naturale, la pennellata finale di un capolavoro che diventa tale proprio perché non è eterno.
 
Miranda Nera

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