- n. 6 - Novembre/Dicembre 2021
- Luoghi di cremazione
Hofheide: il crematorio che nasce dall’acqua
Il progetto segue la linea dell’approccio integrato tra architettura e natura e ha dato vita ad uno spazio che si fonde con il paesaggio circostante.
Holsbeek è un paesino fiammingo con poco più di 9000 anime, caratterizzato da un inverno rigido e un notevole paesaggio naturale.
E’ lì che si trova l’
Hofheide crematorium, fondato nell’
arrondissement di Lovanio da 28 comuni.
Nelle Fiandre la concezione dei luoghi per la morte e per il lutto è assolutamente diversa rispetto alla realtà italiana, pertanto nel 2006 a seguito di un concorso di progettazione bandito da
IGS Hofheide, una società pubblico-privata di cui fanno parte questi 28 comuni del distretto di Lovanio a est di Bruxelles, è stato dato il via alla realizzazione del nuovo crematorio.
Questo edificio,
inaugurato nel 2013 e con una dimensione complessiva di circa 3800 mq, è nato per soddisfare il bisogno crescente della popolazione fiamminga di un luogo in cui poter svolgere il rito del commiato e al contempo la cremazione della salma. Le richieste di cremazione infatti sono notevolmente aumentate nell’ultimo decennio e risultano ad oggi in aumento costante.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di due studi importanti;
Coussée & Goris Architecten e dai catalani
RCR Arquitectes. Si tratta di un edificio particolare e lo stesso progetto non era affatto semplice. La costruzione è stata pensata seguendo la linea dell’approccio integrato tra architettura e natura e ha dato vita ad uno spazio che si fonde completamente con il paesaggio circostante. Sembra infatti che l’edificio sia incastonato tra l’acqua della palude che lo circonda e il cielo che lo sovrasta.
Grande attenzione è rivolta all’impatto ambientale: l’Hofheide è riscaldato tramite il recupero del calore dei gas dei forni crematori cercando di impattare il meno possibile sull’ambiente e le acque grigie vengono trattate e convogliate nella palude antistante. Ogni elemento di questo spazio architettonico complesso è stato pensato per mantenere una continuità con l’aspetto simbolico della morte. La struttura imponente è costituita da due piani, uno interrato e uno fuori terra e si presenta agli occhi del visitatore come un parallelepipedo basso sdraiato sull’acqua.
L’acqua come potente simbolo di rigenerazione riflette la struttura del crematorio la cui immagine si proietta verso il basso in un gioco infinito di riflessi e colori.
I materiali e le finiture del prospetto sono contemporanee e vogliono, da un punto di vista visivo, dare forte continuità con il paesaggio circostante. La facciata è un involucro in cemento colorato che ricorda la pietra locale e si innesta alla copertura in acciaio Corten ultra resistente costituita da tante lamelle che si confondono con il panorama degli alberi che fanno da sfondo sulla collina. Questo è un luogo in cui celebrare la funzione funebre ed accompagnare nel passaggio il defunto in un processo rituale completo che va dalla veglia alla cremazione come elemento di congiunzione del cerchio della vita che si chiude.
L’edificio si divide in tre aree principali: il piano interrato, sotto il livello della strada, il piano terra e l’area esterna.
Il piano interrato ha due accessi che vengono utilizzati dagli operatori funebri e dai carri. Qui vi sono le aree dedicate agli addetti ai lavori. Gli ingressi per il personale e per gli utenti sono separati e questi non si incontrano mai. E’ nel piano interrato che si trovano i forni crematori, le celle frigorifere, le sale per la preparazione della salma e quelle del personale sanitario.
Il piano terra è invece quello che ospita le funzioni pubbliche tra cui anche la sala per il commiato. Gli spazi sono pensati per ospitare
molte persone contemporaneamente, considerando che vi è anche una sala grande per circa 250 utenti. Sempre a questo livello si trova anche il servizio di caffetteria.
L’area esterna è dedicata all’ultimo step delle celebrazioni: ospita due cimiteri immersi nel parco e una zona adatta alla dispersione delle ceneri.
Il crematorio Hofheide offre una gamma di servizi per ogni tipo di cerimonia. E’ possibile richiedere la diretta streaming di tutte le celebrazioni per consentire a chiunque di seguirle da casa. Le cerimonie disponibili sono di diverso tipo: il crematorio offre la possibilità di richiedere celebrazioni civili, liberali, cattoliche romane e di altre filosofie di vita.
I parenti e gli amici dei defunti possono inoltre decidere come salutare i propri cari seguendo le loro ultime volontà:
c’è la possibilità di lasciare una targhetta con il loro nome sull’albero della vita o sulle colonne della rimembranza; si possono spargere le ceneri sul prato di diffusione attrezzato; si possono lasciare le urne all’interno del colombario in nicchie che ospitano anche fiori o seppellirle nel campo delle urne. Infine c’è un campo stellato con il memoriale per i bambini fino ai 12 anni.
Il modo di salutare i defunti in Belgio è molto diverso da quello che conosciamo: al termine delle celebrazioni i parenti e gli amici possono ritrovarsi all’interno della caffetteria che offre un servizio di catering con piatti freddi e caldi per dare la possibilità ai presenti di sostenersi l'uno con l'altro e farsi le condoglianze.
L’aspetto interessante di questo progetto riguarda la modalità attraverso la quale il tema della morte viene vissuto e gestito da un punto di vista sociale. La morte non è un tabù e il lutto non è un fatto privato. Il crematorio diventa luogo di sosta e condivisione caratterizzato da ambienti ampi e fruibili da un gran numero di persone che partecipano al rito di chi è appartenuto alla loro comunità e va degnamente accompagnato nel passaggio.
Tutto il percorso all’interno dell’edificio si sviluppa in modo consequenziale secondo le tappe proprie del rito che si susseguono dalla preparazione della salma, alla veglia, al rito del commiato fino alla cremazione. Ed è proprio nel crematorio che il corpo del defunto si trasforma in polvere per continuare però a vivere nel ricordo dei propri cari per l’eternità.
Miranda Nera