- n. 1 - Gennaio 2011
- Recensioni
La Vita di Mick Karn
Le corde dell'anima
"La musica che suono è molto influenzata dal viaggiare,
dalle sensazioni che si provano nel vedere posti prima sconosciuti..."
Mick Karn
Mick Karn, insieme a David Sylvian, Steve Jansen e Richard Barbieri, ha dato vita ai Japan, storica formazione britannica che sul finire degli anni settanta riuscì a gettare nuovi input nel caleidoscopico mondo della musica rock. Era il 1978, e il Punk era già un lontano ricordo. All’orizzonte i colori cangianti della New Wave anticipavano la grande stagione degli anni ‘80. A quei tempi era difficile etichettare una band: generi e sottogeneri erano in grado di mescolarsi attraverso nuove sonorità, dando vita a crocevia di tendenze musicali difficilmente catalogabili. Spesso a fare la differenza erano le sfumature, percepite attraverso il suono, lo stile, la personalità degli artisti. Guardare Mick Karn esibirsi dal vivo era “una esperienza”. Il suono profondo, e allo stesso tempo morbido, del suo basso aveva dato vita ad un nuovo modo di suonare quello strumento. Con l’avvento di Mick Karn la funzione del basso mutò. Il musicista, grazie al proprio talento, riuscì a creare linee melodico-armoniche fino a quel momento esclusivamente appannaggio di strumenti musicali ritenuti “più nobili”, come la chitarra.
Karn, con i suoi Japan, fu tra i massimi esponenti della New Wave. Il gruppo aveva saputo raccogliere il testamento lasciato vacante qualche anno prima dai Roxy Music. Le melodie ancestrali della musica Glam, portata al successo da gruppi come quello di Brian Ferry, incontravano per la prima volta le sonorità progressive dell’elettronica, il tutto sapientemente condito dall’eccentricità del look, cosa a quei tempi indiscutibilmente in grado di fare la differenza.
Adolescent Sexesce nel 1978 e nello stesso anno Karn e soci danno alle stampe Obscure Alternative. I due dischi mettono a fuoco uno stile ibrido, a cavallo tra Glam e Punk, e fungono da viatico a Quiet Life, il terzo disco, che in parte si discosta dai suoni ruvidi ereditati da gruppi come Clash e Sex Pistols, ma che predispone la band verso i toni rassicuranti dell’elettronica. La svolta è dietro l’angolo. Life in Tokyo, grazie alla produzione di Moroder, diventa un successo. Il brano è caratterizzato da una sorta di dance atmosferica e sensuale, in cui i sequencer e gli arrangiamenti elettronici prevalgono sulle chitarre, mentre il basso di Mick si avvita intorno al ritmo incalzante sostenuto dalla voce di Sylvian. I Japan, scoperta la matrice del loro suono definitivo, pubblicano nel 1980 Gentlemen Take Polaroids, il loro disco migliore. La band si avvale della collaborazione di Ryuichi Sakamoto, che contribuisce ad arrangiare la title track e scrive a quattro mani con Sylvian Taking Islands in Africa, il gioiello dell’album. La produzione è affidata a John Punter, il quale riesce a conferire al suono la giusta dimensione elettronica. Le linee di basso “funk” di Karn, unitamente alla voce di Sylvian, fanno la differenza regalando alcune delle ballate elettroniche più raffinate di quel decennio.
I Japan, dopo aver dato alle stampe Tiny Drum, si scioglieranno nel 1982. La carriera di Mick Karn non si fermò. Continuò a suonare dando vita a numerosi progetti. Subito dopo i Japan produsse Titles, il primo disco solista e, insieme a Peter Murphy dei Bauhaus, nel 1984 formò i Dali’s Car. Di quel periodo il bassista ricorda:”La collaborazione con Peter è nata per una coincidenza di intenti: io avrei voluto realizzare un disco interamente strumentale, ma la casa discografica faceva pressione affinché vi fossero pezzi cantati; in quel periodo incontrai Murphy che avrebbe voluto cantare e che non era interessato a comporre musiche. Sembrava essere il binomio perfetto: il progetto Dali’s Car avrebbe soddisfatto i desideri di entrambi. Il problema era che non ci conoscevamo come persone; il fatto di scoprirci profondamente diversi rese il lavoro alquanto faticoso. Peter è una persona quasi impossibile, e ritengo che lui pensi lo stesso di me... Una questione di caratteri, di personalità che non collimano”. Waking Hour, nonostante le difficoltà, ottenne ottime recensioni.
Nel corso del tempo Karn affinò le proprie qualità tecniche dedicandosi all’uso di altri strumenti, come le tastiere, i fiati e le percussioni. Ma il basso rimase lo strumento che lo rese un fenomeno agli occhi del mondo. Gli anni ottanta lo vedono come turnista al fianco di personaggi del calibro di Kate Bush, Porcupine Tree, Midge Ure, Gary Numan, Joan Armatrading, David Torn. Sono proseguite anche le collaborazioni con tutti gli ex membri e compagni dei Japan, Steve Jansen, Richard Barbieri, David Sylvian e nella reunion Rain Tree Crow.
Mick Karn, al secolo
Anthony Michaelides, nato a Nicosia, Cipro, nel 1958, è scomparso il
4 gennaio 2011 a Londra. L’artista, da tempo malato di cancro, è spirato nella propria abitazione, dove era giunto il giorno prima, dopo essersi sottoposto alle ultime cure. Per sostenere il musicista nelle spese affrontate, diversi colleghi come Midge Ure, Porcupine Tree e
Masami Tsuchiya avevano tenuto concerti benefici. Un messaggio è stato postato sul suo sito ufficiale, ma, nella serata di martedì 4 gennaio 2011, l’home page appariva irraggiungibile.
Marco Pipitone