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A Modena un ricco programma di eventi collaterali

il confronto delle esperienze

TANEXPO 2004 si è confermata, ancora una volta, non solo occasione di business, ma anche luogo di discussione. Tanti i momenti di approfondimento e due incontri di strettissima attualità, l'esame delle nuove normative regionali sulla funeraria e l'analisi delle diverse realtà europee.
Spesso, sulle pagine di OLTRE MAGAZINE, abbiamo parlato della Legge Regionale della Lombardia che, avvalendosi dei poteri attribuiti alle Regioni dal Titolo V della Costituzione, ha legiferato in materia di attività e servizi necroscopici, funebri e cimiteriali. Conoscete certamente i punti salienti della normativa: requisiti e formazione professionale degli operatori; introduzione delle sale del commiato; introduzione di nuove figure professionali, cerimonieri e tanatoprattori; gestione privata dei cimiteri. È stato questo il punto di partenza della discussione che, pungolati dal nostro direttore Carmelo Pezzino, ha visto riuniti intorno ad un tavolo gli esponenti di tutte quelle Regioni che, sull'onda della esperienza lombarda, si apprestano ad emanare disposizioni sulla materia. Sono intervenuti, fra gli altri, Gianni Conti (Regione Lombardia), Pierluigi Macini (Regione Emilia Romagna), Marzia Mordini (Regione Toscana), Gabriele Martoni (Consigliere Regionale delle Marche). Presenti anche l'Assessore ai Servizi Funebri e Cimiteriali del Comune di Milano, Giulio Gallera, il Direttore Generale dell'Asef, Bianca Tiozzo, Antonio Dieni (Comune di Torino) e Daniele Fogli (responsabile Sefit). È stato proprio Fogli a sollevare ragioni di dubbio circa l'attribuzione di compiti agli Ufficiali di Stato Civile che dipendono, invece, dal Ministero dell'Interno. Alle diverse situazioni nelle varie Regioni dedicheremo, come sempre, estrema attenzione ed ampio spazio nei prossimi mesi. Vogliamo invece soffermarci sull'incontro di sabato 27 marzo, incentrato sul confronto fra alcune esperienze europee e moderato dal Presidente di FEDERCOFIT, Piero Maurizio Zaffarano.
Dopo aver letto i messaggi di saluto di due illustri assenti, Sergey Yakuschin – costretto ad anticipare il proprio rientro in Russia per un problema di coincidenze aeree – e Jean Neveu – trattenuto a Parigi da un improvviso ed inderogabile impegno istituzionale – Zaffarano ha brevemente illustrato la situazione italiana, dando poi ampio spazio agli interventi degli ospiti stranieri. A rompere il ghiaccio è stato Dirk Van Vuure che ha raccontato come, in Olanda, non esistano normative specifiche se non una autoregolamentazione, tramite il codice deontologico sottoscritto dalle quattro Associazioni di categoria, che impone usi e consuetudini, non obblighi. Essere iscritti ad una delle quattro Associazioni – due raggruppano circa il 90% degli operatori, le altre due il restante 10% - è l'unico requisito indispensabile per poter esercitare l'attività funebre, svolta esclusivamente da privati. In Olanda non è consentita la tanatoprassi, se non per quelle salme che dovranno essere oggetto di un trasporto internazionale. Viene eseguita esclusivamente da medici, e quindi considerata particolarmente onerosa, ma entro la fine di quest'anno, o al più tardi nei primi mesi del 2005, dovrebbe essere varata una legge specifica che consentirà di svolgere questa pratica anche a figure professionali diverse dai medici. Nei Paesi Bassi è sconosciuta la tumulazione con zinco. Anche se nel 2003 è prevalsa la cremazione, di solito cremazione e inumazione si attestano ciascuna sul 50% dei decessi. La tomba può essere acquistata o presa in affitto, mentre le ceneri vengono affidate alla famiglia per la conservazione o la dispersione. Esiste, ed è radicata nelle abitudini del Paese, la previdenza funeraria. Circa l'80% delle polizze assicurative in materia viene regalata ai bambini al momento della loro nascita. L'assoluto rispetto del codice di autoregolamentazione, la formazione professionale, un forte senso etico, la capacità di sapersi rapportare correttamente con i dolenti costituiscono il comune denominatore di tutti gli operatori olandesi. "Forse per questi motivi – ha concluso Van Vuure – non si avverte la necessità di una normativa specifica sulla materia. Ma, come gli altri Paesi della Unione Europea, restiamo in attesa di una direttiva comunitaria".
Ricco di emozione l'esordio di Josep Cornet. Ricordando, con un minuto di silenzio condiviso da una sala commossa e partecipe, le vittime dell'attentato di Madrid, Cornet ha sottolineato come i Servizi Funebri della capitale spagnola abbiano svolto un lavoro eccezionale, improntato sulla massima efficienza e su un altissimo senso etico. Particolarmente significativo e toccante il titolo a nove colonne con cui il quotidiano La Vanguardia ha introdotto l'intervista agli operatori funerari madrileni: "Io piangerò più tardi!". Cornet ha poi dichiarato di conoscere perfettamente la Legge Regionale della Lombardia ("Una delle più innovative ed efficaci in Europa"), di apprezzarne i contenuti ("Con qualche piccolo aggiustamento può rivelarsi un ottimo punto di partenza per una normativa europea") e di non condividere, da convinto assertore del federalismo, le tante critiche ascoltate su centralismo e decentramento. "Una ipotesi di legislazione europea dovrà necessariamente tener conto delle grandi diversità culturali fra i vari Paesi. Sarà utile, però, uniformare standard qualitativi di base da adattare, poi, alle esigenze specifiche di ciascuno. Dovremo, in futuro, intensificare al massimo le riunioni tecniche, per definire parametri assolutamente condivisibili". Anche in Spagna esiste la previdenza funeraria: ne usufruiscono oltre il 60% delle famiglie. I servizi funebri sono per l'83% gestiti da privati e per il 17% da imprese pubbliche, per lo più nelle grandi città. I cimiteri, al contrario, sono prevalentemente gestiti da società pubbliche, e in tutto il Paese esistono solo 10 cimiteri privati. Diverso il discorso per quanto riguarda i forni crematori (112 ad oggi esistenti): qui le percentuali si equivalgono (50% pubblici, 50% privati). In Spagna esistono 450 Case Funerarie ("i tanatori") e le 100 più grandi hanno, ciascuna, oltre 10 sale del commiato. I cimiteri sono 8.000, le Imprese di Onoranze Funebri sono stimabili fra le 2.000 e le 2.500. Nel 2003 si sono registrati 368.400 decessi e si sono avute 65.600 cremazioni, con una incidenza pari al 17,8%.
Il Presidente della Federazione Panellenica, Costas Tsakiroglou, ha ribadito l'importanza di questi incontri internazionali, "utili a far conoscere, ai Paesi meno preparati, realtà eccellenti. Il nostro rapporto con TANEXPO ci ha permesso di acquisire contatti ed informazioni che ci consentiranno di sviluppare un settore oggi particolarmente involuto rispetto ad una dimensione europea. Responsabilità, questa, da imputare prevalentemente ai nostri governanti". In Grecia il comparto funerario è totalmente privo di regolamentazioni. Non esiste una legge specifica ("Per alcune materie si fa riferimento a normative vecchie di più di venti anni"), chiunque può esercitare l'attività funebre ("Gli unici controlli sono esercitati, semmai, sulla organizzazione societaria"), è assente la formazione professionale. La cremazione non è consentita per legge, sono vietati i cimiteri privati, non esiste un codice deontologico per gli operatori. I cimiteri sono tutti pubblici e, soprattutto nelle grandi città, la durata della sepoltura a terra è in molti casi ridotta a soli tre anni. "Ci aspettiamo che possa essere recepita una normativa europea. – ha proseguito Costas – Sarà utile anche per uniformare il vocabolario". La Federazione Panellenica – divisa sul territorio in Associazioni Regionali – ha presentato due proposte di legge che hanno come capisaldi la definizione del trasporto funebre, l'introduzione della cremazione, l'obbligatorietà della formazione professionale, l'uniformità e lo sgravio delle imposizioni fiscali sui materiali. "Non possiamo rivolgerci all'estero: oggi la tassa sulle importazioni è pari al 100% del valore del prodotto. Questo spiega, ad esempio, l'esistenza di un parco macchine che non è esagerato definire decrepito!".
Daniele Fogli è intervenuto in qualità di Presidente del Comitato Tecnico per i cimiteri e i crematori dell'EFFS. Dopo avere brevemente illustrato il disegno di legge nazionale e le diverse proposte regionali, ha velocemente esplicitato i numeri italiani. Per quanto riguarda la normativa europea, Fogli si è augurato che la stessa non sia una normativa di dettaglio. "Bisogna lasciare spazio alle esperienze locali. È la realtà comunale ad essere davvero vicina alla gente. Non esistono standard riconosciuti. C'è difficoltà ad intendersi persino sui termini; figuriamoci sulle dimensioni dei loculi, sulle fosse o sulle nicchie! Invece, parlare un linguaggio comune potrebbe determinare una riduzione generalizzata dei costi, con conseguente risparmio per le famiglie". Fogli ha ricordato, fra i precedenti accordi internazionali, la Convenzione di Berlino del 1937 sui trasporti funebri e il Trattato di Strasburgo del 1973 sul trattamento delle salme, trattato per altro non ratificato dal nostro Paese. "Uno dei rimedi per ridurre i problemi cimiteriali potrebbe essere l'adozione di loculi aerati. E poi, uniformare il periodo di rotazione delle salme che in Italia, in alcuni casi, si protrae per 30/40 anni". Fogli ha concluso il suo intervento auspicando il riconoscimento comunitario della attività funebre nella sua specificità. "Sentiamo la necessità di un codice deontologico comune. E di sanzioni forti ed efficaci per coloro i quali non vi vorranno ottemperare".
Piero Maurizio Zaffarano ha chiuso i lavori sottolineando come, dal confronto, siano emerse situazioni di profonda diversità fra i singoli Paesi. "FEDERCOFIT, negli anni a venire, ha fra i suoi obiettivi anche quello di dare un piccolo ma efficace contributo a connotare di un afflato europeo la naturale evoluzione professionale degli Operatori Funerari".
 
Roberta Balboni


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