- n. 6 - Settembre/Ottobre 2024
- Cimiteri d'Italia
Il cimitero delle Porte Sante a Firenze
Nel complesso monumentale spiccano le tombe di numerosi artisti e la statua dei giovanissimi Mario e Maria Grazia Mazzone.
Si definisce cimitero monumentale un complesso cimiteriale formato da cappelle e sculture mortuarie.
Nati in Europa nella prima metà del XIX secolo, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte, i cimiteri monumentali ambivano ad attestare il potere e la ricchezza della classe borghese in ascesa come classe dirigente, anche nella morte. Il famoso Père-Lachaise di Parigi, che vanta le sepolture di tanti personaggi noti e artisti, tra cui quella dell’icona del Rock Jim Morrison,
è il primo che fu costruito in Francia durante il periodo della Restaurazione, dopo l’abolizione dell’editto napoleonico che vietava sfarzo e orpello per le tombe.
In Europa, è proprio l’Italia il Paese che possiede il maggior numero di cimiteri adornati da imponenti monumenti funebri. Anche Firenze, città culla del Rinascimento, vanta alcuni cimiteri monumentali che meritano sicuramente una visita da parte del turista interessato non soltanto ai monumenti e ai quadri ormai celeberrimi, ma anche alla storia e allo sviluppo della città. Uno dei più suggestivi è senza ombra di dubbio il
cimitero monumentale delle Porte Sante, ubicato nei pressi della bellissima basilica di San Miniato a Monte, non lontano dal panoramico piazzale Michelangelo.
Il cimitero monumentale delle Porte Sante
Ideato nel 1837 e inaugurato nel 1848 (il progetto era stato redatto dall’architetto Niccolò Matas, che ha progettato anche la facciata della basilica di Santa Croce, nel centro storico della città), il cimitero delle Porte Sante, si sviluppa all’interno del bastione fortificato realizzato da Michelangelo nel 1500. Se fino al 1854 il cimitero veniva usatto principalmente per la sepoltura dei fratelli dell’Opera Pia dei Ritiri Spirituali, dagli ultimi trent’anni in poi dell’Ottocento, ha iniziato a prendere l’aspetto di un cimitero monumentale, grazie alle imponenti cappelle funebri che vi furono costruite; alle lapidi, alle croci e alle statue che iniziarono ad adornare le sepolture.
Situato in una bellissima e suggestiva zona della città, dal cimitero delle Porte Sante è possibile godere di una magnifica vista dall’alto su Firenze, che include il suo imponente Duomo. Nel 1995
il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ha decretato il cimitero di San Miniato a Monte luogo di interesse storico e artistico e, attualmente, vengono organizzati, su prenotazione, tour e visite guidate da maggio a settembre (per maggiori informazioni, visitare il sito del Comune di Firenze alla pagina:
www.comune.fi.it/dalle-redazioni/visite-guidate-al-cimitero-delle-porte-sante).
Il cimitero, in effetti, assomiglia a un museo all’aperto, come fa notare l’architetto Barbara Chiarini (2020) nel suo bel libro dedicato alle meraviglie del capoluogo toscano. Al suo interno è possibile ammirare le cappelle, i monumenti funebri e le lapidi, di personaggi famosi e di spicco della storia e della cultura fiorentina, tra cui, solo per citarne alcune, quelle dei fratelli Alinari, di Pellegrino Artusi, di Carlo Collodi, l’autore di
Pinocchio, dei pittori Pietro Annigoni e Luca Alinari, degli stilisti Enrico Coveri e Roberto Cavalli, dell’attore e regista Francesco Nuti, dello scrittore Vasco Pratolini e del politico e accademico Giovanni Spadolini.
Una delle storie più struggenti legate a questo cimitero, però, non riguarda un personaggio famoso, bensì due giovanissimi, fratello e sorella, troppo presto strappati alla vita. Quando si arriva davanti a questo complesso statuario a grandezza naturale, che rappresenta un giovane in divisa e una fanciulla vestita da sposa che si sorridono e sembrano in procinto di iniziare a danzare, si ha l’impressione di guardare una coppia di sposi nel giorno del loro matrimonio. Non è così: Mario e Maria Grazia Mazzone, qui scolpiti, erano, infatti, fratello e sorella. Di famiglia benestante, i due giovani sembravano avere davanti un radioso futuro…
ma imperversa la Seconda Guerra Mondiale e nessuno è al riparo dai suoi strali.
Mentre Mario, marconista ventitreenne, muore in Germania a causa dell’esplosione di una bomba, anche Maria Grazia, più giovane di qualche anno, appena sposata, muore a poca distanza temporale, consumata dalla tisi, senza poter riabbracciare né il fratello, né il marito, anche lui soldato e partito per il fronte. È la madre dei due giovani, la signora Emma Spulcioni, a desiderare fortemente di riunire i suoi figli almeno nella morte; così, recuperando anche i resti di Mario dalla Germania, sceglie il cimitero di San Miniato come ubicazione per l’eterno riposo dei due amati ragazzi, in modo che possano rimanere insieme per sempre in un luogo incantevole che domina dall’alto tutta Firenze.
È il 1947, la guerra è terminata da due anni e ci piace pensare che con questo struggente monumento funerario che immortala i due giovani in un attimo di felice complicità fraterna, la madre abbia trovato sollievo al dolore e allo sgomento di vedersi strappare via entrambi i figli in meno di un anno. Da settantasette anni, Mario e Maria Grazia Mazzoni, eternamente giovani, eternamente sorridenti alla vita, accolgono al loro cospetto il visitatore del cimitero che non può che commuoversi davanti a un monumento che più di tanti altri riafferma il valore dell’esistenza contro il dolore, contro la guerra e contro la malattia.
Se decidete di visitare il cimitero delle Porte Sante, vi invito a soffermarvi qualche minuto davanti a questa sepoltura e a prestare omaggio al gruppo scultoreo di questi due giovani, per sempre sospesi in procinto di un inno alla vita che mai potranno cantare.
Bibliografia di riferimento:
Chiarini, B. (2020), Per le antiche strade di Firenze, Signa (FI): Masso delle Fate edizioni.
Felicori, M. (2005), Gli spazi della memoria. Architettura dei cimiteri monumentali europei, Luca Sossella.
Linda Savelli