- n. 1 - Gennaio/Febbraio 2017
- AttualitÃ
Cimiteri da vedere
Firmato uno storico protocollo d'intesa per la valorizzazione dei cimiteri italiani
L’8 ottobre 2016, a Caserta, tra il
Ministero dei Beni Architettonici, Culturali e del Turismo (MIBACT) e
SEFIT Utilitalia, è stato firmato uno storico protocollo d’intesa per la valorizzazione dei cimiteri. A sottoscrivere l’intesa il
Sottosegretario ai Beni Culturali e al Turismo,
Antimo Cesaro e il vicepresidente di Utilitalia,
Mauro D’Ascenzi. L’intesa rispecchia l’intenzione del MIBACT di
sostenere gli Enti Locali nella valorizzazione dei cimiteri monumentali, un inestimabile patrimonio storico, artistico e architettonico di molti Comuni italiani.
Il progetto, che parte da un’idea di SEFIT e ha visto la convinta
adesione del Ministro Dario Franceschini, è orientato a sviluppare il potenziale turistico affinché – come in altri Paesi del mondo – i cimiteri monumentali italiani possano diventare meta d’attrazione. Tra i punti principali del protocollo vi è la realizzazione, in formato digitale, e la diffusione di un
“Atlante dei cimiteri monumentali e del turismo della memoria”, da promuovere anche con il coinvolgimento di ENIT (Agenzia nazionale del Turismo), delle Regioni e dell’ANCI (Associazione nazionale Comuni Italiani), con la possibilità di mappare i beni culturali custoditi nei cimiteri.
Valorizzazione cimiteriale
Per “valorizzazione cimiteriale” si intende qualsiasi manifestazione, sia di carattere stabile che occasionale, organizzata per incentivare la frequentazione dei cimiteri, mettendone in evidenza le eccellenze artistiche, architettoniche, monumentali, paesaggistiche, storiche ecc., oltre ad essere oggetto di eventuali iniziative collaterali come, ad esempio, specifiche attività editoriali o la presenza di
bookshop all’interno degli stessi.
Numerosi sono i cimiteri italiani che presentano caratteristiche di grande significatività: alcuni hanno già ottenuto importanti riconoscimenti (incluso l’inserimento nel
patrimonio artistico dell’UNESCO), o hanno avviato percorsi di visite guidate, di mostre, di spazi di rappresentazione e simili. Non mancano esperienze di iniziative occasionali, come l’edizione di opuscoli o pubblicazioni monografiche su un dato cimitero, dove se ne illustra la storia, le sue peculiarità artistico-culturali ed altro, fino alla realizzazione di manifestazioni artistiche a volte svolte, se non proprio all’interno, nelle sue strette pertinenze.
I cimiteri monumentali italiani più noti al grande pubblico sono lo
Staglieno di Genova, il
Verano di Roma, il
Monumentale di Milano. Il cimitero Monumentale di Milano è addirittura il secondo monumento cittadino per numero di visite, segno non solo delle pregevoli opere in esso contenute, ma anche delle efficaci azioni di promozione attuate in questi anni. Ma
l’Italia è una vera e propria miniera di bellezze cimiteriali, le quali non attendono altro che di essere valorizzate. Siamo infatti il Paese con il patrimonio cimiteriale monumentale più copioso e pregevole dell’intero continente europeo. All’estero non mancano iniziative strutturate di turismo cimiteriale, come, ad esempio, a New Orleans, a Parigi (rispetto ad alcuni cimiteri), o a Londra (High Gate Cemetery) o in diverse città spagnole. Occorre entrare anche in Italia nella logica che il cimitero non è una realtà “separata”, ma un luogo “dentro” la città, uno spazio in cui la comunità si riconosce, un “giacimento” della propria memoria cittadina.
E dopo i citati cimiteri monumentali più noti, cosa c’è da visitare nel nostro Paese?
Primo fra tutti mi viene in mente la
Certosa di Bologna, la città che forse ha investito di più e prima di altre nella valorizzazione del proprio cimitero; penso poi al cimitero di
Bonaria a Cagliari, al
Gran Camposanto di Messina, al
Monumentale di Torino, ai meravigliosi cotti della
Certosa di Ferrara, al
Monumentale di Trento, al cimitero della
Villetta di Parma, allo splendido barocco leccese, presente sia al
Monumentale di Lecce, sia in deliziosi
cimiteri di borghi minori del Salento, (come a
Nardò, ma non solo). O ancora alle ceramiche che possiamo ammirare al
cimitero dell’Osservanza di Faenza, al
cimitero di Poggioreale a Napoli, al
Maggiore di Vicenza, al
cimitero Acattolico di Roma, forse uno dei posti più decantati e romantici tra quelli elencati. E chi ne ha, più ne metta! C’è solo l’imbarazzo della scelta, visto che le città dei morti italiane contengono tra l’80% e il 90% della produzione artistica dell’Ottocento e in parte del Novecento.
Fortunatamente sempre più spesso leggiamo notizie di
visite guidate a questo o quel cimitero. Talvolta anche di
rappresentazioni teatrali, di manifestazioni musicali (come non ricordare le marce funebri suonate al cimitero di Molfetta!). Più raramente, ma di grande interesse (….. per un goloso come me), ci imbattiamo in
iniziative volte alla riscoperta di tradizioni gastronomiche in qualche modo collegate con la morte, la veglia o con il periodo di lutto, specie nel nostro Sud.
E come dimenticare
la valorizzazione di essenze vegetali autoctone o importate in diversi cimiteri: in alcune situazioni veri e propri giardini botanici cimiteriali. Non è molto noto nell’ambiente, ma vi sono stati periodi storici in cui le famiglie, specie altolocate, tendevano a ricercare essenze vegetali esotiche da collocare sulle sepolture o nei pressi, determinando una diversità biologica rilevante in questi contesti. Purtroppo sono rare le pubblicazioni sulle essenze arboree tipiche cimiteriali. Ma chi fra noi non associa i cipressi ai cimiteri, rammentando quei versi del Carducci in Davanti a San Guido:
“I cipressi che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti mi balzarono incontro e mi guardar.”
Anche la tecnologia agevola il turismo cimiteriale e sono
diverse le app (soprattutto per IOS e Android)
destinate alla scoperta di itinerari di interesse o semplicemente utili per individuare una data tomba. Ricordo in particolare
AR-TOUR, promossa da ASCE (l’associazione europea dei cimiteri monumentali), una delle più strutturate e complete.
Siamo solo all’inizio di uno sbocciare di iniziative che stano prendendo forma grazie ad uno speciale gruppo di lavoro, un vero e proprio think tank, messo all’opera da SEFIT Utilitalia, proprio per fare da apripista in un percorso che impegnerà nei prossimi anni le amministrazioni comunali italiane nel valorizzare sempre più le proprie eccellenze cimiteriali.
Daniele Fogli