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Una "cattiva" legge

Egregio Direttore,
non le nego che quando vedo tra la posta Oltre Magazine non riesco a fare a meno di scorrere il sommario per vedere se, fra le rubriche, vi è "il pensiero di ..." che leggo sempre con grande piacere. Le chiedo ospitalità per dire la mia su ciò che riguarda leggi e regolamenti "longobardi", senza alcuna offesa per tale rispettabilissimo popolo, ma unicamente per riferimento territoriale.
Senza entrare nel merito dei fondamenti e delle motivazioni che hanno portato alle citate regole, vorrei analizzare lo status dell'Esercente attività funebre lombardo e piemontese: sì, piemontese, perché qui siamo ad un tiro di schioppo dal Piemonte.
"Tizio" lombardo si reca in un comune lombardo e gli viene richiesta l'autorizzazione per attività funebre. Se ne è in possesso, gli viene concesso di traslare la salma per il servizio funebre del quale ha ricevuto l'incarico, altrimenti no, pur essendo in possesso di autorizzazione amministrativa comunale e di licenza ex articolo 115 Tulps.
Si presenta "Caio" piemontese che evidentemente non può essere in possesso di autorizzazione all'attività funebre, ma che è titolare di autorizzazione amministrativa + licenza come il collega lombardo; il comune lombardo non gli può negare di procedere, neppure nel caso che tutto si svolga in Lombardia.
Abbiamo quindi due cittadini italiani che hanno tutti i diritti, anche costituzionali, di essere trattati nello stesso modo. Ma non lo sono: il lombardo è discriminato perché svolge la propria attività con sede in Lombardia. Questo ci fa concludere che la legge lombarda è una "cattiva legge", perché non è equilibrata trattando due soggetti uguali in maniera diversa.
Le leggi sono fatte dagli uomini quando ne avvertono la necessità (fino ad ora nessuno si è sognato di fare una legge che dica che per oltrepassare una porta chiusa bisogna aprirla). In questo caso è stata fatta da alcuni uomini lombardi e influenzata da altri, dediti al triste commercio, che hanno basato lo sviluppo delle proprie aziende su metodi molto particolari.
Vorrei citare alcune teorie del Prof. Carlo Maria Cipolla. In una transazione esistono quattro tipi di persone in dipendenza del loro comportamento:
- disgraziato (o sfortunato): chi con la sua azione tende a causare danno a se stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;
- intelligente: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per se stesso, ma crea anche vantaggio a qualcun altro;
- bandito: chi con la sua azione tende a creare vantaggio per se stesso, ma allo stesso tempo danneggia qualcun altro;
- stupido: chi causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
Il Professor Cipolla usa un diagramma in cui l'asse delle X misura i vantaggi ottenuti per sé dalle proprie azioni, quello delle Y i vantaggi ottenuti da altri.
Chiaramente avremo nel quadrante I gli Intelligenti, nel quadrante B i Banditi, nel quadrante D i Disgraziati o Sfortunati, nel quadrante S gli Stupidi.
È anche abbastanza chiaro che, a seconda della loro ubicazione in questo sistema, le persone avranno un maggiore o minore grado di stupidità, intelligenza, banditismo. Si può sviluppare un'ampia varietà di combinazioni come i "banditi intelligenti" e i "banditi stupidi", a seconda del rapporto beneficio/danno.
La quantità del danno dovrebbe misurarsi dal punto di vista della vittima e non del bandito, e ciò fa sì che la maggior parte dei ladri e criminali siano abbastanza stupidi.
Ciascuno di noi può utilizzare questo sistema per studiare la stupidità in tutte le possibili varianti.
E, ricordando la terza legge della stupidità ("Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita"), invito il lettore a scrivere il nome di una o più persone nel grafico sopra riportato dopo aver constatato il danno fatto da lombardi ad altri lombardi. Il quadro superiore destro rimarrà vuoto!
 
Francesco Boveri

P.S.: la legge della Regione Lombardia è efficace esclusivamente sul territorio regionale, quindi l'autorizzazione all'esercizio dell'attività funebre non ha alcun valore al di fuori della stessa. Consiglio: impresario lombardo, tieniti stretta la licenza ex articolo 115 Tulps nel caso ti venga richiesta da non lombardi, ad evitare un ritorno con due autofunebri, un cofano ed un feretro. Ma questa è un'altra storia, insieme alle leggi "creative" che fanno sì che un'autorizzazione amministrativa comprenda una licenza e una concessione traslativa che non esiste più dal 1990 (il trasporto funebre è attività libera: affermato da Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e confermato da Corte di Cassazione e Consiglio di Stato). Primo aforisma di Francesco Maria Boveri: "le cause di tutti i problemi delle onoranze funebri sono sempre attribuibili agli impresari di onoranze funebri".
Grazie per aver ospitato le mie idee!F.B.

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