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Blues in memoria
Un funerale al cinema e il successo della poesia

È ben raro che un libro di poesia raggiunga l´undicesima edizione, specialmente in Italia, paese di pochi lettori in generale, e di poesia pochissimi.
Qualche volta però succede, come è accaduto in questi ultimi anni al poeta inglese Wystan Hugh Auden (1907 - 1973) e al suo La verità, vi prego, sull´amore, (traduzione di Tell me the truth about love).

Come è stato possibile?
C´entra un film di successo, spesso avviene in casi del genere, e c´entra anche un funerale. W.H. Auden è unanimemente considerato uno dei massimi poeti inglesi del secolo. Come altri scrittori della cosiddetta "scuola di Oxford", divenuti protagonisti della scena letteraria a partire dagli anni Trenta, ha affiancato l´impegno nel rinnovamento del linguaggio poetico a momenti di intenso interesse e intervento politico, quali la partecipazione alla guerra di Spagna; e il titolo di un suo libro, L´età dell´ansia (1947), è certo fra quelli che si possono considerare un po´ come l´emblema di una intera epoca.

Ma veniamo al film cui prima si accennava: era una commedia di M. Newell del ´94, Quattro matrimoni e un funerale, che mescolava efficacemente i toni brillanti a quelli sentimentali, e anche patetici. Tutti in un modo o nell´altro si sposano; uno, amatissimo da tutti, muore: e un amico durante il rito funebre pronuncia, per ricordare "l´omosessuale più simpatico del mondo, qualche verso di un poeta omosessuale".

Si tratta di Funeral blues, di Auden appunto. Quella scena, quei versi non hanno lasciato insensibili gli spettatori, e hanno determinato il sorprendente successo del libro da cui erano tratti.

Auden certo si sarebbe divertito all´idea di aver trasformato, e proprio con quel testo, tanti che erano semplicemente usciti per andare al cinema in una congrega di lettori di poesia; e di aver fatto questo piccolo miracolo proprio in Italia, lui che per anni trascorse le sue estati ad Ischia...


W. H. Auden


Blues in memoria (Funeral blues)


Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.



Incrocino aeroplani lamentosi lassù
e scrivano il messaggio Lui E´ Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano guanti di tela nera.



Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l´amore fosse eterno: e avevo torto.


Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l´oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.
(Da W.H.Auden, La verità, vi prego, sull´amore, trad. di G. Forti, Milano, Adelphi, 1994)
 
Franco Bergamasco

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